75-Andare via

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Alle 9.30 del mattino fu permesso a Cassandra di incontrare Gabriel .
Hank la tratteneva dal braccio destro , mentre Becca la seguiva attentamente con lo sguardo.

Volevano assicurarsi che non sarebbe potuta scappare in nessun modo, anche se entrambi riuscivano bene a vedere quanta voglia avesse la ragazza di incontrare l'agente.
Eppure non si potevano fidare di lei , l'aveva quasi ucciso.

Durante la notte Becca aveva chiamato la madre di Gabriel per informarla dell'accaduto.
La povera donna era scoppiata a piangere non appena la ragazza pronunciò la parola "ferito".

Lindsey non ignorava assolutamente il mestiere del figlio , ma era sempre in pensiero e se avesse potuto avrebbe scelto una vita diversa per lui, un lavoro tranquillo , una moglie al suo fianco e magari anche dei bei bambini, la classica vita modello, ma non aveva potuto fare nulla per fagli cambiare idea, era troppo testardo il suo Gabriel.

Poche ore dopo la chiamata la folta chioma rossa era comparsa tra le teste dei presenti e dopo aver parlato con il medico che seguiva il figlio , si era precipitata a salutarlo .

Cassandra per poco non era scoppiata a piangere guardandola in volto, era grata che i suoi colleghi non le avessero detto nulla.
Non sarebbe riuscita a sopportare anche il suo sguardo accusatore.

<Hai due minuti , poi ti porteremo in cella e sarai interrogata ufficialmente >
Tuonò Hank , ancora trattenendola .
Cassandra si discostò.
<Ho capito, non c'è bisogno di strattonarmi , non ho più nulla da nascondere >

<Era ora>
Ridacchiò Becca , con gli occhi colmi di odio.
<Dovevi mandarlo in ospedale prima di deciderti a confessare i tuoi peccati , inutile bastarda>

Il tono dell'agente venne mitigato dal capo.
<non ancora signorina>
Taylor odiava quando un suo agente violava le regole, che si trattasse di una cosa grave o anche di un insulto.

Sapeva troppo bene come un piccolo errore potesse dare un vantaggio incredibile ad un criminale in un'aula di tribunale.

Cassandra entrò nella stanza .
Era chiusa da sola con il corpo di Gabriel , l'uomo aveva gli occhi chiusi , contornati da spesse occhiaie nere.
Le labbra secche e pallide .
Non lo aveva mai visto in quelle condizioni.

La medicazione al braccio usciva dal camice blu. Cassandra cercò di trattenersi mentre discostava una ciocca di capelli chiari dalla fronte del rosso per svegliarlo.

L'uomo si accorse immediatamente della sua presenza.
Aggrottò lo sguardo.

<Cosa vuoi ancora da me?>
Non si era mai sentito così tradito da qualcuno, non aveva paura che gli facesse del male , aveva riflettuto molto quella notte e si sentiva senz'anima , come se qualunque cosa non avrebbe più potuto toccarlo.
Cassandra lo aveva già ucciso nella mente, avrebbe solo terminato il lavoro così.

<forza fallo>
Cassandra cercò di capire di cosa stesse parlando .
<cosa?>
<uccidimi>
Gabriel tossí un po', sentiva la gola andare a fuoco.
<sei sola vero? Sei riuscita a seminarli>

Cass spalancò gli occhi, non riusciva a credere a quello che aveva appena sentito.
<credi veramente che voglia questo?
Non sono parte di quello schifo Gab>
Singhiozzò.

La porta si aprì rumorosamente e fece capolino il volto di Hank. Entrambi si voltarono.

<Andiamo>
Le ordinò.

Cass scosse la testa , implorando per altri due minuti, non era ancora riuscita a spiegare nulla.
Gab aveva uno sguardo dubbioso, si era sbagliato , per l'ennesima volta, ma questo non voleva dire che lei fosse innocente , non ancora.

Non appena Hank richiuse la porta , accennando un saluto a Gab , la ragazza iniziò a spiegarsi , parlò velocemente, come se qualcuno le stesse puntando una pistola in piena fronte.

<Non ti ho raccontato tutto Gab, e mi dispiace terribilmente di non averlo fatto, ma non avrei mai potuto pensare che sarebbe venuto a cercarmi>

<chi era  quell'uomo?>

Cass abbassó lo sguardo per un secondo.
<Era il mio padrone, mi aveva comprata>

L'agente annuí, si stava ricostruendo il puzzle nella sua mente.
<rivoleva indietro il suo acquisto> azzardò.

Lei confermò tutto, ma l'agente non riusciva ancora a capire .
<perché non me l'hai detto? Lo avremmo preso , ora starebbe in galera e io non avrei una pallottola piantata nella spalla >

<non volevo che ti facesse del male>

<e cosa stavi facendo allora,Volevi sacrificarti!>
Gabriel non avrebbe voluto gridarle in pieno volto fino a farla piangere ma non riuscì a trattenersi in quel momento.

Che cosa sarebbe successo se Hank Taylor non avesse capito che c'era qualcosa che non andava ?
Quando l'avrebbe ritrovata? E soprattutto in che condizioni?

Sapeva benissimo cosa facevano quegli uomini ad una ragazza comprata al mercato nero, soprattutto quando non serviva più.

<l-lui , avevo trovato una lettera , non potevo , mi dispiace Gabriel>
La mora non riusciva più a completare una frase , era troppo distrutta dalla realtà che aveva contribuito a creare.

Gabriel si alzò, mettendosi seduto , e le prese il volto fra le mani .
Le bació la fronte , mentre una lacrima solcava il suo stesso volto.

<non lo fare mai più Cass, ti amo troppo per perderti>
_

Dopo aver chiarito con Gabriel , Cass era stata portata al quartier generale dove aveva esposto dettagliatamente quanto successo.
Portò come prova la lettera con la foto del collega , che non aveva mai gettato e tutti non poterono fare a meno di crederle.
Hank si scusò personalmente, mentre Becca si limitò ad un'occhiata di conforto , a Cass andava benissimo così.
Eppure si sentiva come in difetto, non pensava sarebbe mai riuscita a riprendere la stessa vita.

C'era qualcosa che le mancava , come se si stesse perdendo un pezzo di vita attaccata a quelle persone, l'avevano salvata eppure si sentiva le ali tappate.


Il giorno in cui fece il biglietto per partire non lo disse a Gabriel , dovette aspettare una settimana prima di trovare il coraggio.

Lui era sconvolto ma sapeva di non poterla obbligare a rimanere nella sua casa, soprattutto perché il loro rapporto, nonostante tutto , non era tornato quello di quando si erano conosciuti.

Cass non lo aveva colpevolizzato , ma anzi spiegò solo le sue idee , eppure mentre parlava tramite quel lungo monologo sentiva nello sguardo di Gabriel qualcosa contro di lei.

Sapeva che probabilmente non l'avrebbe perdonata ma non poteva fare altrimenti, lei aveva solo rubato il suo tempo, avevano provato a stare insieme e il fato lo aveva reso impossibile.
"Destino"
Disse a se stessa, ma senza farlo presente al collega, supponeva che si sarebbe messo a riderle in faccia.

Non le aveva detto nulla , nè "addio" , nè "ti verrò a trovare", e questo le spezzó il cuore.

LA STORIA NON È FINITA.

-
Cosa pensate che accadrà?
Dove sarà andata Cassandra?

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