3.

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Venerdì mattina. Mancavano poche ore alla partita di Quidditch, Serpeverde-Grifondoro, il biondo non stava più nella pelle, finalmente avrebbe battuto San Potter davanti alla Mezzosangue; non che volesse farsi bello davanti a lei, ovvio, era solo una questione di principio, lei non si doveva credere migliore di lui, lei che è soltanto una Mezzosangue che oltretutto non sapeva nemmeno salire su una scopa.
Eppure non era solo eccitato per la partita, Draco non vedeva l'ora di parlare con il ragazzo riguardo la lettera che gli aveva scritto ieri la Granger.
Le lezioni passarono velocemente, infondo il venerdì era il giorno più leggero di tutti, avevano solo 2 ore di pozioni con Piton, una di trasfigurazione con la McGrannit e poi dopo un'ora di buco, un'ora di erbologia con la Sprite.
In sala grande Malfoy era intento a parlare con Zabini, quando notò che il moro stava fissando qualcuno al tavolo dei Grifondoro, seguì lo sguardo dell'amico che portava a una ragazza, una che mai avrebbe immaginato potesse essere guardata da Blaise; la Granger.
Una strana rabbia si impossessò del caposcuola Serpeverde che diede uno strattone all'amico riportandolo alla realtà, lontano da lei.
«Blaise, ma che ti prende? Per fissi la Mezzosangue?»
«Ehm? Oh, ciao Draco. Che stavi dicendo?»
«Ciao Draco? CIAO DRACO? Stiamo parlando da 15 minuti e adesso ti rendi conto che sono seduto vicino a te?» ruggì il Re delle Serpi.
«Ero distratto. Scusa.» sospirò il ragazzo di colore spostando il suo sguardo dalla ragazza al biondo, dalla ragazza al biondo, fin quando non si fermò incontrando due occhi color ghiaccio che gli mandavano saette con lo sguardo.
«Dicevi?» continuò Blaise.
«Perché fissi la Mezzosangue?!»
«Non lo so, in questi giorni a qualcosa di diverso, non sembra più la solita so-tutto-io, mi pare cambiata, e poi... Devi ammettere che è meravigliosa!»
«Meravigliosa? La Sanguesporco?»
«Esatto, e smettila di chiamarla così, che ormai nemmeno tu ci credi più a queste cose del sangue, ce l'ha uguale al nostro, è come noi.»
«Tu non stai bene.» detto questo Malfoy si alzò dal tavolo dirigendosi verso l'uscita della sala, doveva stare solo.

Due occhi marroni avevano seguito attentamente tutta la discussione e non gli erano certo sfuggiti gli sguardi di Zabini che la mangiavano così gli occhi. Ghignò.
«Hermione, tutto ok?» chiese Harry preoccupato vedendo l'amica con un sorriso strano che di solito non era da lei.
«Tutto alla perfezione, Harry.» sorrise la riccia tornando a mangiare il pollo che aveva nel piatto.
«Offi fè la faffita dif quifficfh» mugugnò Ron con la bocca piena facendo scoppiare a ridere la Caposcuola.
«Per Godrick, Ron! Fai schifo!» lo rimproverò Ginny trattenendo una risata contagiata da quelle di Hermione.
Ron inghiottì, «Dicevo, oggi c'è la partita di Quidditch.».
Harry si illuminò.
«Venite a vederci giocare, vero ragazze?» chiese il moro.
«Che domande, certo!» si affrettò a dire la riccia.
I quattro si scambiarono un grande sorriso per poi continuare a mangiare.
Hermione doveva parlare con Harry, doveva chiedergli cosa le stesse accadendo quando era con malfoy, aveva bisogno di aiuto e sapeva che di lui poteva fidarsi, infondo era il suo migliore amico, suo fratello.
Finito il pranzo i ragazzi uscirono dalla Sala Grande e la ragazza ne approfittò per trascinare il bambino sopravvissuto in un corridoio semivuoto.
«Devo parlarti.» sospirò lei appoggiandosi al muro.
«Cosa succede Herm? Sono giorni che ti vedo strana.» domandò lui preoccupato.
«Per l'esattezza 3 giorni, dopo essere andati a Hogsmeade, mi sento strana, diversa, come se fossi cambiata dentro, c'è una parte di me che non riconosco..»
«Che intendi?»
«Ti spiego: In questi tre giorni mi sono successe delle cose strane, tipo degli attacchi d'ira, perdita di controllo, rabbia e odio smisurati, ecc. Ma queste cose succedono solo in una occasione particolare; quando il Furetto mi si avvicina.»
«Malfoy?!?»
«Esatto. Ieri per esempio in biblioteca mi si è avvicinato, mi ha afferrato il polso e io sono esplosa, non ero io però, ho incominciato a urlargli contro e ho detto delle cose orribili, cattive. E non volevo. Ma l'ho fatto. Non comandavo più il mio copro, ma ero piena di odio verso di lui» gli occhi della Grifona incominciarono a velarsi di lacrime ma fece un grosso respiro e continuò. «Harry, se non se ne fosse andato gli avrei lanciato una maledizione senza perdono.»
«Esagerata» ridacchiò di risposta l'altro credendo che l'amica scherzasse ma quando vide il suo volto rigato dalle lacrime capì che la frase detta poco prima non era ironica, ma la semplice, pura, verità. Se non se ne fosse andato l'avrebbe UCCISO. Il ragazzo asserì subito e la strinse in un forte abbraccio dove lei si lasciò andare al pianto e tra i suoi singhiozzi le disse di stare tranquilla, lui ci sarebbe stato sempre.

Ron intanto che si era accorto dell'assenza dei due amici ritornò indietro per cercarli ma quando stava per entrare in Sala Grande dei singhiozzi lo distrassero.
Conosceva quella voce.
Hermione.
La sua Hermione.
Stava piangendo? Perché? Cosa le era successo? Stava bene? Era ferita?. Un mucchio di domande passarono per la testa del rosso che seguendo quel suono si avvicinò alla sua provenienza e allora li vide, abbracciati mentre lei piangeva sulla sua spalla, cosa stava succedendo?
Rimase dietro la colonna per ascoltare cosa si stessero dicendo.

«Andrà tutto bene. Ok?»
«Non è vero, non è vero. Questa volta è la fine»
A quelle parole a Ron si ghiacciò il sangue nelle vene.
«Hermione guardami, guardami. Andrà bene. Ne sono sicuro. Dov'è finita la mia Grifona coraggiosa?»
«Ha lasciato il posto a una Serpe.»
«Ehy, ti fidi di me?»
«Certo, che domande fai.»
«Mi vuoi bene?»
«Più di quanto immagini»
«Bene allora credimi. Non succederà niente, risolveremo tutto, come abbiamo sempre fatto; io e te, solo io e te.»
«ok..»
«Ti voglio bene Herm.»
«anche io Harry... Ah, non dire niente a Ronald ti prego. Non voglio che lo sappia.»
«Tranquilla, non scoprirà niente.»
«Grazie.» esitò.
«E di cosa?»
«Di esistere.»
Si abbracciarono.
Il rosso si rabbuiò, lo stavano escludendo da qualcosa, i suoi migliori amici non volevano dirgli un segreto, ma non era quello il problema, il problema era che quel segreto era sulla sua Hermione ed Harry sapeva quanto lui la amasse, come poteva tenergli nascosto qualcosa di importante su di lei?
Nero di rabbia Ron se ne andò verso la sua camera, una cosa era sicura, quella sera ne avrebbe dette di tutti i colori al suo Ex migliore amico.

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