12.

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Per la seconda volta, Draco sorrise ed era tutto merito della Grifona.
Ancora abbracciata ad Harry non poté fare a meno di sorridere a sua volta e sussurrare un "Grazie, Draco." comprensibile solo a lui.
«Herm, domani scriveremo a Silente, ok? Non resteremo con le mani in mano, te lo prometto.» le sussurrò all'orecchio Harry, ma lei non lo ascoltò minimamente, troppo persa in un paio di occhi grigi.
Dopo essersi sciolta dall'abbraccio con Harry, Hermione si avvicinò alla cucina; «Avete fame?» chiese.
I ragazzi annuirono in risposta e lei incominciò a cucinare.
Dopo il pranzo - stranamente tranquillo -  il moro se ne andò nella sua stanza dicendo che aveva bisogno di riposare e di conseguenza Hermione rimase sola con Draco.
«Malfoy...» lo richiamò.
«Dimmi, Granger.» rispose sedendosi vicino a lei.
«Grazie... Di tutto. Davvero, senza di te non so cosa avrei fatto.»
«️Non ho fatto niente.»
«Invece si.»
«Ascolta... Stavo pensando; noi riusciamo a leggerci nel pensiero no? A entrare nei nostri sogni... Ma cos'altro possiamo fare?» constatò lei fissandolo con i suoi grandi occhi color ambra.
«Non ne ho idea... - fece una lunga pausa - a proposito, Granger, tu ieri se non sbaglio... Mi hai risposto in spagnolo.. non sapevo lo parlassi.»
«Ora che mi ci fai pensare... Io non lo parlo. - spostò il suo sguardo da il biondo ad un libro sulla mensola alla loro sinistra- aspetta.. Io... Oh Santo Godrick. Tu parli italiano?»
«Si, io parlo italiano... Ma non capisco il- Hermione lo interruppe
«Io non l'ho mai studiato, ma lo so parlare... Adesso.»
I due ragazzi si fissarono e senza aggiungere altro si capirono.
Quello che gli stava succedendo, oltre ad averli fatti odiare all'inizio li stava unendo e non solo in senso figurativo, ma letterale.
Penavano in un'unica mente, ormai nessuno dei due poteva tenere niente nascosto a l'altro, quello che sapeva fare lui di conseguenza anche senza averlo mai fatto o studiato lo sapeva fare anche lei e viceversa.

"VATTENE"

Hermione spostò istintivamente lo sguardo su Draco che ricambiò preoccupato.
Di chi era quella voce che le era entrata in testa con così tanta forza che l'aveva sentita anche il suo vicino?

"Te ne devi andare. Non ti vogliono. Non li meriti. Non sei alla loro altezza"

La ragazza si tappò le orecchie cerando di fermare quella voce ma non funzionava, niente funzionava.

"Che vivi a fare? Piccola, sudicia, Mezzosangue! Sei inutile."

La riccia stava per urlare quando si sentì stringere la mano dal ragazzo che le era seduto affianco. Lo guardò negli occhi; quei bellissimi occhi grigi che sembravano un cielo durante un uragano. Non udì quello che gli aveva appena detto ma gli aveva letto le labbra e quello che capì la fece stare bene; "Non sei sola. Non lo sai mai stata. Io sono con te. Tutti i tuoi amici sono con te."

Hermione gli sorrise e quello fece scattare qualcosa in Draco che fece una cosa che mai si sarebbe azzardato a fare, mai si sarebbe azzardato a fare.... Prima.
Le afferrò saldamente i fianchi facendola sussultare e se la caricò in grembo; seduta a cavalcioni su di lui la ragazza aveva assunto una tonalità paonazza che lo fece sogghignare. 
Con le mani ancora sulla sua vita le fece pressione per avvicinarla di più a se, petto contro petto, prima di avventarsi contro le sue labbra morbide.
Un bacio.
Un contatto.
Un qualcosa che agognavano entrambi.
Draco non si fece scrupoli a chiedere l'accesso alla bocca della ragazza che acconsentì solo un momento dopo, facendo combaciare le loro lingue che diedero vita ad un cerca trova unico, non ci fu un millimetro di bocca che non si esplorarono a vicenda mentre si stringevano sempre più vicini, sempre con più forza, quasi a voler essere una cosa sola.
Hermione giocava con i capelli del biondo, li tirava, li scompigliava, li accarezzava e lui dal canto suo le accarezzava la schiena, le stringeva la mano.
Si allontanarono solo un'attimo per riprendere fiato, per poi continuare a baciarsi con la passione sempre più crescente.
Il Serpeverde si alzò dal divano con lei in braccio e senza annullare il contatto fra le loro labbra iniziò a salire le scale diretto nella sua camera.
Con un calcio secco si chiuse la porta alle spalle senza nemmeno preoccuparsi di insonorizzarla, la buttò sul letto e in un'attimo le fu sopra bloccandola tra le sue braccia.
Prese a baciarle il collo lasciandole una serie di caldi baci, alternati a morsi e succhiotti sulla clavicola, mentre lei gemeva al suo tocco.
«Mi farai impazzire, Granger.» soffiò sul suo collo facendola tremare.
I gemiti della ragazza lo stavano facendo impazzire; la voleva, eccome se la volva.
Ma, quando le mani di Draco si avvicinarono a slacciare uno dei bottoni della sua camicetta a Hermione ritornò un'attimo di lucidità, afferrò il viso del biondo con entrambe le mani dando vita a un'altro bacio, più lento, più terribile, più gustoso, più impaziente.
La Girfondoro stava cercando di calmare un po' i suoi  istinti "selvaggi" ma senza successo, perché anche se non lo immaginava, baciandolo in quel modo lento, lo stava facendo impazzire ancora di più.
«Ti voglio, Hermione. Qui, ora, adesso. Non mi importa niente, voglio che tu sia MIA.» le sussurrò mordendole il lobo dell'orecchio.
«A-anche io t-i voglio ma  -si morse le labbra per non gridare- ma.. Non sono pronta..»
A quelle parole Draco si irrigidì completamente rendendosi conto di quello che stava facendo però non nel senso che lo stava facendo con una Mezzosangue, no, quella cosa gli era passata, lui non ci credeva più, ma aveva fatto tutto senza chiederle niente; e se lei non avesse voluto? E se si fosse spaventata credendolo un maniaco? E se adesso avesse paura di lui?
«Draco... Che ti succede?» gli domandò calma, notando il suo cambiamento improvviso.
«È stato un errore, Granger. Non si ripeterà più.» disse cattivo facendo ritornare quella maschera che tanto aveva odiato fin dai tempi in cui era un bambino.
Hermione sobbalzò a quelle parole; un errore? Per lui era stato solo un errore? Aveva solo bisogno di sfogarsi con qualcuno e gli sono capitata io?
Un mucchio di paure le invasero la testa ma riuscì a trattenere le lacrime che rischiavano di scenderle, era o non era una Grifondoro?
«Sai che ti dico, Malfoy? Hai ragione! È stato un errore madornale e non succederà mai più. Non ti avvicinare un'altra volta a me o giuro che sarà l'ultima cosa che farai, Mangiamorte!» gli urlò contro, spintonandolo e facendolo cadere dal letto si alzò e uscì dalla camera chiudendosi la porta alle spalle in modo brutale.
Un errore.
Già.
Il più bell'errore che avesse mai fatto, Draco.
L'insulto che lei gli aveva rivolto prima di andarsene non l'aveva toccato minimamente, infondo si era già rovinato da solo dicendole quelle cose, non vere, che erano riuscite a ferirla e questo, questo che era stato il suo errore era la sua punizione.
Adesso Draco era certo di avere un cuore perché si era appena spezzato.

Hermione intanto sdraiata sul suo letto fissava il soffitto.
Senza emozioni.
Non sapeva se essere triste, offesa, sollevata o arrabbiata, in quel momento non era niente.

Bussarono alla porta.

«Ti ho detto che devi starmi lontano! Sono stata chiara, Malfoy? Non avvicinarti mai più a me!» urlò dal letto.
«Herm... Sono Harry. Posso entrare?»
Harry, il suo Harry. Il suo bellissimo, dolcissimo, Harry. L'unico che l'amava veramente, che avrebbe fatto di tutto per lei, che le era sempre stato vicino e lo sarebbe stato.
«Vieni.» lo accolse facendogli spazio nel letto.
«Va tutto bene? Oggi pomeriggio ho sentito dei strani rumori provenire dalla camera di Malfoy, poi adesso ti ho sentita urlare. Va tutto bene? Ti ha fatto qualcosa?» le chiese premuroso stringendola in un forte abbraccio che sapeva di casa.
«Harry io..» come poteva dirgli che si era baciata - e non una sola volta e non in modo casto - con Malfoy, il ragazzo che l'aveva sempre disprezzati?
«Shh. Ho capito, tranquilla. Non c'è bisogno che mi spieghi niente. Va tutto bene.» le sussurrò come se le avesse letto il pensiero, perché lui era così, perché non c'erano bisogno di parole per capirsi.

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