33.

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La guerra.
A destra e a sinistra.
Fuori, nei corridoi, nei dormitori, nelle aule.
Mangiamorte sparpagliati ovunque, amici che morivano. E lui era lì, davanti al corpo ormai senza vita del fratello. Ron sentì le lacrime che gli scorrevano sulle guance, ma quella che provava non era tristezza, era rabbia.
Non aveva visto chi avesse ucciso il fratello, ma era arrivato in tempo per  scorgere una chioma bionda che spariva dietro un corridoio.
L'avrebbe riconosciuta tra mille. Quei capelli che da piccolo aveva tanto invidiato, quella ricchezza che desiderava per la sua famiglia, il fatto che fosse figlio unico... Aveva ogni cosa che aveva sempre desiderato lui. Poi un giorno arrivò a disprezzarle, non invidiarle. E quando pensava di avere l'unica persona che Malfoy non avrebbe mai avuto... Puf. Gli aveva sottratto anche quella. Hermione.
Si era preso la sua Hermione, l'unica persona che avesse mai amato veramente, e gliel'avrebbe fatta pagare cara.
Ron iniziò a correre, come se sapesse già dove andare, e si ritrovò nella stanza delle necessità.
Prese a perlustrare quella stanza da cima a fondo, con la bacchetta in mano e lo sguardo assassino, ed eccolo lì. Malfoy era appoggiato a un divano malconcio e si teneva un bracco sull'addome, respirava affannosamente come se fosse ferito. Infatti lo era. Sangue rosso vivido colava dalla ferita che, non sappiamo come, si era procurato. Era uno squarcio lungo e, a vedere da come stava imbrattando in fretta la sua camicia, una volta bianca, il divano e il pavimento, era anche profonda.
Però Ron non si lasciò impietosire e impugnò la bacchetta.
«Su, Weasley. Fallo. Uccidimi. Non vedevi l'ora, vero?» un ghigno si dipinse sul volto del giovane. «Che aspetti? Sono disarmato. Non avrai mica paura..»
Ron stava incominciando a non vederci più dalla rabbia; possibile che quel verme riuscisse a intimidirlo anche solo con poche parole? Anche sapendo che non aveva via di scampo, che era la vittima, Malfoy era riuscito a spaventarlo? No, non poteva andare così. Non sarebbe andata così.
«Sai Malfoy, ora che ci penso, ucciderti sarebbe troppo facile. Metterei fine alle tue sofferenze e io non lo voglio. Io voglio che tu soffra. Voglio che tu soffra come ho sofferto io quando insultavi la mia famiglia, come quando ci prendevi in giro per quando perdevamo le partite contro serpeverde, ma sopratutto voglio che tu soffra come ho sofferto io quando mi hai tolto lei. Sei riuscito a fregarmela sotto il naso, e la pagherai cara.» parlò Ron per la prima volta, facendo avanti e indietro davanti a Draco. «Adesso sono io quello che ha la bacchetta. Sono io quello che decide se muori o vivi.»
Draco contro ogni logica iniziò a ridere, a ridere come un pazzo, preso da forti spasmi che lo facevano piegare in due sia dalle risate sia dal dolore.
«Oh, Weasley... Non credevo che le mie parole facessero un tale effetto. Salazar, mi sono sottovalutato. Sono riuscito proprio a mandarti fuori di testa.» rise ancora «E sai quale è il bello? Che non è colpa mia. Ti sei ferito da solo. Tanto avevi paura di non essere abbastanza, che non lo sei stato davvero. Una mia battuta non avrebbe cambiato la tua vita, se tu avessi creduto in te... Le mie parole non ti avrebbero nemmeno sfiorato. E adesso stai affondando con il masso che tu, non io, tu ti sei legato al piede.» continuò a ridere Draco, mentre tossiva sangue dalla bocca. «E lei...oh, lei è la cosa migliore che ci sia mai capitata. A me, a te e a tutto il mondo magico, ma adesso che importanza ha? Lei non ti ama più. Ama me. E io sto per morire. Ma Weasley, ricorda e non dimenticare mai, non sono stato io a "rubarti Hermione", sei tu che l'hai spinta da me e io le ho solo mostrato una vita diversa, di attimi, di passioni, di tutto ciò che tu non sei mai stato in grado di darle.»
Sembrava la scena di un film horror: Draco era un bagno di sangue vivente, che rideva, rideva del dolore e della sua morte imminente e Ron era in piedi difronte a lui, nauseato, con la bacchetta puntatagli contro e il braccio che non smetteva di tremare.
«Sai, Ron-Ron.» continuò il biondo con voce sottile, quasi volesse ipnotizzarlo. «Volevo ringraziarti. Perché è solo grazie a te che ho conosciuto veramente Hermione, è solo grazie a te che si è innamorata di me e io di lei. Quindi Grazie, Ronald Weasley, per avermi dato la cosa più bella, buona e speciale, che mi sia mai accaduta nella vita.»
Dopo quell'ultima frase, Ron non era più padrone delle sue volontà e scagliò un cruciatus contro Malfoy, che urlò come mai prima d'ora aveva sentito urlare una persona. Forse solo Hermione..
Hermione.
Era lei il motivo per cui aveva scagliato il cruciatus. Draco in quel momento gli era parso tale e quale a Bellatrix... E Bellatrix l'aveva torturata, perciò si era, come dire, vendicato sul nipote.
Malfoy fissò Ron dritto negli occhi e ghignò: «Non ti perdonerà mai.»
E in quel momento, la vita abbandonò il giovane serpeverde, lasciando solo due occhi di ghiaccio che fissavano, senza riuscire a vedere, colui che aveva assistito alla sua morte.

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