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"L'avrei mandato al diavolo, all'inferno, da qualunque parte, ma giuro, sarei sempre andata a riprenderlo."
-Cit.

Ormai gennaio era giunto al termine, e febbraio con le sue insistenti nevicate faceva capolino. Quel giorno però una forte pioggia e grossi nuvoloni, rendevano triste anche quel meraviglioso paesaggio tinto di bianco che si poteva osservare dalla scuola. Hermione infagottata con mai prima d'ora, stava andando verso l'aula di pozioni, dove il professor Piton e un'aria decisamente troppo fredda per i suoi gusti, l'attendevano. Forse era colpa della brutta giornata, ma nei corridoi non c'erano molti studenti, e se c'erano, in preda ad una furiosa corsa per un evidente ritardo.
«Quanto odio il freddo.» si ritrovò a sussurrare tra se e se, mentre scendendo nelle parti basse della scuola, il freddo pungente le arrivava alle dita dei piedi. Era proprio una brutta giornata, però con tutte le cose che aveva per la testa, quello, era l'ultimo dei suoi pensieri.
Hermione, talmente aveva la testa tra le nuvole, che non si accorse nemmeno di chi troneggiava davanti a lei, in tutto il suo splendore. Solo quando la mano di Draco, venne in contatto con la sua, per nemmeno un frammento di secondo, i suoi occhi color caramello poterono godere di, parole di Blaise, tutto quell'ammasso di pallidume biancastro e gialliccio, conosciuto più comunemente con il nome di Draco Malfoy.
Draco si guardò intorno, controllando che non ci fossero orecchie indiscrete.
«Ciao.» la salutò a bassa voce e con il tono più distaccato che poté.
Hermione alzò gli occhi al cielo, mentre l'ombra di un sorriso gli si dipingeva sul volto. Da quando Draco Malfoy non sapeva più recitare?
Dandosi un po di contegno, Hermione rispose al suo saluto, senza far trapelare nessuna emozione. Che si fossero invertiti i ruoli?
No.
Sapevano entrambi cosa stava succedendo. Anche se non avevano mai parlato della loro 'relazione', argomento divenuto tabù da entrambe le parti, tra loro c'era un tacito accordo che nessuno, eccetto gli amici più stretti, dovesse sapere di loro. Quindi, ogni volta che si incoronavano, dovevano far finta che si odiassero come sempre, anche se Hermione aveva il vago sospetto, ma che dico, la certezza, che comunque tutta la scuola ne fosse al corrente. No, non si stava riferendo alle varie sbraitate di Draco in sala Grande, tipo quando aveva detto a Neville: "Sapessi come l'ho 'sfiorata' l'altra notte, Paciock.".
Si stava riferendo a quello che Silente aveva detto. Il primo anno. Ad Harry. E lui era subito corso da lei a raccontarglielo.
"Quello che è successo nelle segrete tra te e il professor Raptor è segretissimo, quindi, naturalmente tutta la scuola lo sa."
«Devo parlarti, Hermione.» disse Draco.
Questa volta però Hermione si sentì invadere da una strana sensazione, ma annuì ugualmente fissandosi le mani congelate. Draco era serio, l'aveva capito, e l'argomento di cui le doveva parlare lo era altrettanto.
«C'è qualcosa che non va?» domandò lei, intenta a scoprire cosa ci fosse sotto.
Draco esitò, ma poi le accennò un sorriso e non prima di essersi guardato nuovamente intorno, la strinse a se. «Mi sei mancata.» sussurrò tra i suoi capelli, facendola rabbrividire. O forse era il freddo?
«Mi hai vista ieri!» lo sgridò Hermione, dimenticatasi completamente della lezione che l'attendeva.
Draco si rabbuiò, come se il ricordo di ieri fosse uno dei peggiori in assoluto.
«Devo parlarti, Hermione. E al più presto.» ripeté. «Dobbiamo assolutamente parlare.»
Hermione, se prima era incuriosita, e adesso era preoccupata e intenzionata ad andare a fondo a quella faccenda, non lo diede a vedere.
«Tra poco ho una lezione. Ma dopo pranzo ho un'ora libera...» Si alzò sulle punte e sfiorò la bocca di Draco con la sua, il quale ignorando completamente il fatto che qualcuno potesse vederli, l'afferrò saldamente per i fianchi e la baciò con maggior intensità. «Mi farai impazzire, donna.»
Hermione arricciò il naso. «Al lago nero, allora?»
Draco annuì e ritornò alla sua bocca.
Nemmeno tre secondi e la spinse via, lontano da se, insultandola come ai vecchi tempi.
Per un attimo Hermione sembrò confusa e ferita e Draco pregò con tutto il cuore che capisse alla svelta il perché del suo gesto. È infatti fu così.
Era arrivato un gruppetto di studenti, corvonero e grifondoro, che evidentemente avevano lezione di pozioni come Hermione e già avevano adocchiato i due.
La ragazza si ritrovò a ringraziare Merlino per i riflessi pronti del biondo e si affrettò ad allontanarsi, come stava facendo anche Draco, quando una voce indietro li richiamò.
«Che c'è Malfoy?. Ti vergogni così tanto di farti vedere con lei che appena arriva qualcuno la tratti come una pezzente!»
I due ragazzi si bloccarono di colpo.
Michael Corner, Corvonero, ultimo anno. Era stato lui a parlare.
Draco si voltò, il volto contratto in un espressione di pura rabbia. «Ripetilo se hai il coraggio.»
Contro ogni logica, Michael si ripeté ed Hermione, per evitare che lo facesse Draco, si ritrovò ad intervenire. «Michael, non so di cosa stai parlando.»
«Certo che lo sai. Lo sai tutta la scuola. Hermione Granger che si è scop..
«Stupeficium.»
«Protego.»
Michael non fece in tempo a finire la frase che si rutrovò a schivare con grande maestria l'incantesimo di Draco, per poi scoppiare in una canzonatoria risata. «Ecco!» esclamò. «Vedete amici?» si rivolse al gruppetto di ragazzi che nel giro di pochi minuti si era triplicato. «Nessuno può dire niente che possa anche solo sfiorare la sua bellissima mezzosangue. Non è vero, Malfoy? Peccato che lei sia di un così basso livello, per stare al fianco di un purosangue come te. Ti farebbe sfigurare.»
«Corner fatti gli affa- » Hermione non poté finire la frase perché venne interrotta da Draco.
«Cosa vuoi dimostrare, Corner? Vuoi avere la conferma di quello che hai detto? Non l'avrai. Io non mi vergogno di lei, perché non c'è nulla da vergognarsi, ma su una cosa hai ragione: sfiorala soltanto e io ti farò rimpiangere di essere nato.» lo minacciò con un tono che fece accapponare la pelle a tutti. Hermione provò un'altra volta a intervenire e Draco la zitti nuovamente, maledicendo mentalmente quella sua cocciutaggine Grifondoro. Perché non capiva che doveva tacere e far parlare lui? Ah, mezzosangue.
Corner si rigirò la bacchetta tra le mani, con un sorrisino strafottente sul volto. «Allora baciala.»
Draco però non si mosse.
«Non devo dimostrarti nulla.» sibilò.
E si voltò, ma mentre faceva quel movimento incontrò per un nano secondo lo sguardo di Hermione e vi lesse... Delusione? Possibile che volesse essere baciata davanti a tutti quei sfigati?
Che avesse frainteso il suo gesto, scambiandolo per vergogna di baciare una come lei?
Ancora con le spalle rivolte ai suoi compagni, Draco ci ripensò, si voltò di scatto e prendendo Hermione per le spalle, la baciò con una tale irruenza, con una tale rabbia, mista a paura che lei credesse di non essere abbastanza, che senza volerlo e senza accorgersene le fece addirittura male.
Quando si allontanarono l'uno dall'altra, notarono che tutti gli studenti si erano accerchiati intorno a loro e che la faccia di Corner era un miscuglio di indignazione e incredulità.
«Ehy, Corner!» gridò il biondo. «Ti presento la mia ragazza!»
Comunque Draco non poté godere a pieno la sua espressione poiché l'arrivo della McGranitt e la sua dolce sfuriata, rispedì ogni ragazzo nella sua rispettiva classe, con cinque punti in meno a testa. Anche Hermione riprese a camminare, ignorando completamente Draco, il quale non poté fare a meno di chiedersi cosa le passasse per la testa.
«Hermione, dove stai andando?» l'afferrò per un braccio, costringendola a voltarsi.
«A lezione, Draco.» rispose piatta lei, sciogliendosi dalla sua presa e ricominciando a camminare.
«Sei arrabbiata con me!??» le gridò dietro.
Hermione si girò verso il ragazzo, paonazza in volto. «Certo che sono arrabbiata con te, stupido di un Malfoy! Mi hai baciata davanti a tutti solo per dimostrare qualcosa a quel cretino, incurante che io volessi farlo o no! Ma tanto te fai sempre così, non è vero? A te non importa cosa pensano gli altri, Draco! L'importante è quello che vuole il grande Malfoy. E tanto per la cronaca, io non ho bisogno della difesa di nessuno, tanto meno della tua. So difendermi da me, quindi prima di minacciare di morte qualcuno che potrebbe farmi del male, pensa al male che io potrei infliggere a loro. Prima di dire a tutti, questa è la mia ragazza, pensa se io voglia essere la tua ragazza. Prima di fare qualcosa cosa in cui ci vado di mezzo anch'io e soprattutto senza il mio consenso, pensa che questa è la mia vita, la mia vita, non la tua e che decido io cosa fare o cosa dire. Io non tu.»
Draco rimase in silenzio, elaborando tutti quelle cosa che la ragazza gli aveva urlato contro. Anche se non lo dava a vedere ci era rimasto male per le cose appena udite.
«Okay.» si limitò a rispondere e prima che Hermione potesse aggiungere altro se ne andò, riattivando la sua maschera di indifferenza che poco prima era crollata.
Maledetta mezzosangue.

Nella stessa e solita gelida giornata Harry, dopo una noiosissima lezione di pozioni, nella quale non aveva potuto fare a meno di notare l'assenza dell'amica, aveva due ore di allenamento con la sua squadra di Quidditch, anche se per una volta, non aveva nessuna voglia di salire su una scopa.
Camminava silenzioso, vestito in modo troppo leggero per quel freddo pungente.
Harry si strofinò le mani l'una con l'altra in cerca di calore, invano. Troppo preso a cercare di contrastare quell'anomalo gelo, andò praticamente a sbattere contro uno dei Serpeverde dalla quale cercava di tenersi il più possibile alla larga. Blaise Zabini. Beh, Blaise Zabini e la sua immancabile borsetta porta lemure. Incredibile come il moro non si renda conto che tutta la scuola sapeva del suo insano allevamento di lemuri.
«Ma cosa cazz..» imprecò sonoramente Blaise, mentre, a causa del colpo, l'animaletto stava cercando di sfuggire dalla sua presa. «Potter!» esclamò poi, cambiando completamente tonalità. La voce irritata di qualche attimo prima aveva lasciato il posto ad una che sprizzava felicità da tutti i pori.
«Sai che ti stavo cercando?!» disse accarezzano il piccolo animale, come nella scena di un film horror. Uno dei tanti che Hermione gli aveva costretto a vedere quando... No! Basta! Non poteva più pensare ad Hermione. Aveva sbagliato a parlare in quel modo. L'aveva solo illusa che si fosse dimenticato del fatto di Malfoy, cosa che era impossibile anche solo a immaginarla.
«Si, Si! Stavo cercando proprio te, Potty! Ti devo parlare.» Continuò dopo aver notato la faccia esterrefatta del bambino sopravvissuto. Un po' a causa del freddo, un po' per Hermione e un po' per l'affermazione di Zabini.
«Vado di fretta, Zabini.» rispose piatto Harry, e provò a sorpassarlo, venendo prontamente fermato da una salda presa sul suo avambraccio.
«Potter, la mia non era una domanda. Io e te dobbiamo parlare. E che tu lo voglia o no, lo faremo in questo momento.» l'espressione ilare aveva abbandonato il ragazzo, ora i suoi occhi risplendevano di una seria determinazione.
«Zabini. Non ho tempo da perder..»
«Nemmeno io. Quindi zitto e ascolta.» Blaise gli puntò un dito lungo e scuro contro. «Pansy.»
«Pansy?»
«Pansy!»
Harry non capì come Blaise potrebbe essere interessato a parlare con lui di Pansy, ma decise di fare una cosa buona e giusta e di tacere.
«Non so cosa ci sia tra di voi»
E in quel momento Harry provò a controbattere.
«Però, Potter, Pansy non è una bella persona. È cattiva. È cattiva ma ti ama.»
Harry represse un conato di vomito.
«Spero vivamente per il tuo bene che tu non sia innamorato di lei. E se lo fossi, cambia idea. Non mi importa cosa farai, ma cambia idea. Fidanzati con una tassorosso, con un gatto, con Lenticchia, con Piton, o con chi diavolo ti pare. Ma sta lontano da lei.»
Nella mente di Harry passò un'immagine di un suo possibile fidanzamento con Ron, o peggio con Piton e per poco non svenne.
«Lei sapeva cosa stavano organizzando i professori con quei due tizi, sapeva che la Granger fosse in pericolo e non lo ha detto a Draco. So che tu e lui non siete in buoni rapporti ma ti posso assicurare che tiene a lei in un modo esagerato. La ama anche se non lo ammette. La ama e non permetterà a nessuno di farle del male.»
Blaise finì il suo discorso e rimase in silenzio in attesa di una risposta. Una risposta che pur tardando ad arrivare, lasciò il moro senza parole.
«Allora, Zabini. Io non amo Pansy e mai l'amerò. Mi stupisce che lei possa provare qualcosa nei miei confronti ma non che sia una persona cattiva. Non la odio più come un tempo, è vero, e forse mi crederai un idiota, cosa che tra l'altro non mi importa, ma io sapevo ciò che lei aveva visto. E sono felice che non l'abbia riferito al furetto. E non conta nulla per me che lui ami la mia migliore amica, perché lei è la mia Hermione. Io e Ron siamo stati con lei fino a qualche mese fa e adesso per colpa di Malfoy l'abbiamo persa. Poi, per chiarire Zabini, io non sto in cattivi rapporti con Malfoy. Io lo odio. Lo odio come non ho mai odiato nessuno, perché mi ha portato via mia sorella, e non me ne frega niente che lui la ami, perché non la merita e non la meriterà mai. E non questo non cambierà per nulla al mondo.»
Zabini rimase in silenzio. Capiva le motivazioni di Harry, ma non riusciva a concepire quell'odio innaturale che provava verso Draco.
«Nemmeno se Hermione lo amasse con la stessa intensità del tuo odio?» chiese, e senza aspettare risposta, se ne andò.

*angolo autrice*

#LeuscitediscenadiBlaise

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