4.

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La partita di Quidditch era incominciata da pochi minuti.
Hermione non staccava gli occhi di dosso a Harry, se Ginny non li conoscesse come le sue tasche avrebbe giurato che quei due si amassero.
Infatti si amavano, lui per la riccia valeva di più della sua stessa vita, era tutto per lei, suo fratello, la persona a cui voleva più bene e lo stesso era per il ragazzo, che in lei vedeva tutta la famiglia che ha perso per colpa di Voldemort (si l'ho chiamato con il suo nome, tremate babbani xD), ma il loro non era amore da fidanzati, era di più, più intimo, più speciale, più unico; solo loro.
La più piccola della famiglia Weasley ormai ci aveva fatto l'abitudine, nonostante fosse fidanzata col moro nessuno poteva avere con lui lo stesso rapporto che aveva Hermione, ma lei non era gelosa, perché lo sapeva, l'ha sempre saputo, Harry era della sua amica, ma non per questo lui non l'amava. 
Malfoy e Harry si fronteggiavano in campo, quest'ultimo si distrasse un'attimo nel vedere il sorriso smagliante di sua "Sorella" regalato solo a lui, sorrise a sua volta, cosa che non sfuggì al biondo che si sentì bruciare dalla rabbia.
Mentre mandava maledizioni a Potter il Boccino gli passò davanti, si precipitò in picchiata seguito a ruota dall'altro, scesero verso il basso, per poi risalire in aria a minimo 50 metri da terra, doveva vincere, doveva dimostrare che era più bravo di San Potty, così gli lancio un incantesimo non verbale facendolo cadere dalla scopa. Malfoy prese il boccino e i Serpeverde vinsero la partita.
Hermione vedendo suo fratello precipitare dalla scopa non ci pensò due volte; «Accio Firebot»
Una scopa nera fu nella mano della riccia che montò sopra e si lanciò sul campo, prese Harry per il collo della camicia e lo fece salire dietro di lei, atterrando dolcemente in mezzo al campo.
«Herm, mi hai salvato grazie.» l'abbraccio forte il moro.
«Perché non hai fatto niente per evitare la caduta?» chiese stringendolo a sua volta per l'agitazione.
«Ero immobilizzato, Malfoy mi ha fatto un incantesimo.»
A sentire quel nome Hermione si raggelò, gliela avrebbe fatta pagare, poco ma sicuro.
Guardo negli occhi Harry e gli schiocco un bacio sulla guancia per poi abbracciarlo nuovamente.
Intanto Ron, Ginny, Neville e Luna erano accorsi lì.
«Amore!! Tutto bene?» domandò Ginny abbracciando il proprio ragazzo.
«Sto bene tranquilla, tutto merito del mio angelo custode» sorrise alla riccia che ricambiò con la stessa intensità.
Ron avrebbe voluto vederlo spiaccicato a terra perciò si limitò a stare zitto, mentre Luna e Neville mano nella mano, sorridevano loro.
«Granger non credevo sapessi cos'era una scopa, figuriamo salirci sopra.»
Tutti i ragazzi si voltarono all'unisono, sapevano di chi era quella voce, e Harry sapeva ancora di più, si piazzò davanti alla caposcuola facendola indietreggiare.
Hermione stava tremando, ecco che la parte cattiva tornava. L'anello aveva ripreso a brillare ma nessuno l'aveva notato, nessuno eccetto Piton che osservava la scena da lontano.
«Ginny, Luna, portate via Hermione. Subito.» ringhiò il bambino sopravvissuto.
Le due ragazze non capirono ma quando si avvicinarono a lei per fare come aveva detto loro il ragazzo lei le strattonò in malo modo oltrepassandole.
«Guarda tu chi abbiamo qui. Baby Malfoy.» rise cattiva sotto lo sguardo stupito degli altri all'infuori di Harry.
«Bhe, baby è un bel soprannome detto da te.» la stuzzicò.
«Malfoy, mi sbaglio o già ti avevo avvertito? Tu giochi col fuoco caro mio, devi starmi lontano.» sputò lei prendendo la bacchetta in mano.
«Io non ho paura di te! lurida SANGUEMARCIO.»
Quando disse l'ultima parola la Grifona non ci vide più; puntò la bacchetta alla gola del ragazzo.
«Avada Ked..»
«Expelliarmus!!!» gridò una voce alle loro spalle facendo volare via la bacchetta di Hermione.
Tutti i presenti erano rimasti senza fiato, la ragazza più studiosa, ordinata, precisa, studiosa di tutta la scuola stava scagliando una maledizione senza perdono a un ragazzo.
Piton si avvicinò a loro e parlò alla ragazza che mandava occhiate di fuoco a un Malfoy bianco cadaverico.
«Singnorina Granger, si rende conto di ciò che stava per fare?! una maledizione senza perdono a un suo compagno! 300 punti in meno a Grifondoro. E adesso mi segua nel mio studio per la punizione.»
La ragazza non si mosse, non stava ascoltando il professore.
«Herm..» la scosse il suo migliore amico.
Riacquisto un po' di lucidità e cadde in ginocchio fra le lacrime, il Grifondoro si abbassò contemporaneamente a lei per attutire la sua caduta.
«Va tutto bene, sta tranquilla.»
«Non va bene Harry. Te l'avevo detto! Io te l'avevo detto! Che mi sta succedendo?»
«Non lo so ma troveremo una soluzione, te lo giuro su i miei genitori, io ti aiuterò.»
«s-scusatemi. Vi prego.»
Il biondo si riscosse dallo stato di Trance momentaneo alla paura.
«Mezz..» incominciò ma un'occhiataccia da Harry lo fece zittire.
Piton decise che era il momento di far finire quella commedia.
«Potter, visto che la signorina Granger non sembra in buone condizioni la porti in infermeria, sconterà la sua punizione appena si sarà ripresa.» tuonò per poi lasciare il gruppo di ragazzi soli; doveva parlare con Silente.
Ginny, Ron e Neville erano paonazzi, non sapevano se preoccuparsi per la loro amica o arrabbiarsi per quel che stava per fare, non se lo sarebbero mai aspettato da lei. Mai.
Solamente Luna sembrava stranamente calma, si abbassò all'altezza della riccia e le accarezzò i capelli.
«Hermione, è tutto finito, calmati, ci siamo noi.»
Accennò un sorriso alla Corvonero e si strinse fra le braccia del 'Fratello'.
«Hermione..che cosa sta succedendo?» chiese Ron, parlando per la prima volta.
«Niente.» si era dimenticata che c'erano anche gli altri li oltre a lei e Harry.
«Potter, dobbiamo parlare.» riprese a parlare il biondo.
«Non è il momento, Malfoy.»
«E invece si, devo parlare con te. Adesso!»
«Ho cose più importanti a cui pensare adesso che a te che mi sbatti in faccia la vostra vittoria»
«Sono io quello che ha quasi subito un Avada Kedavra, non lei!»
Hermione sussultò.
«QUASI, MALFOY. QUASI. E NON PUOI CAPIRE QUANTO IN QUESTO MOMENTO VORREI CHE PITON NON LE AVESSE TOLTO LA BACCHETTA COSÌ DA NON AVERTI PIÙ TRA I PIEDI E ORA VATTENE PERCHE TI GIURO, SERPE, IO NON AVRÒ RIMORSI A UCCIDERTI CON LE MIE STESSE MANI.» urlò per la prima volta il ragazzo con gli occhiali.
Senza ribattere il Re delle serpi se ne andò facendo rilassare la Granger.
Harry la fece alzare e insieme si incamminarono verso l'infermeria, senza salutate o dire niente agli altri.
Ron si sedette per terra guardandosi in torno, c'erano un mucchio di studenti che avevano assistito alla scena, bene! Sarebbero stati i pettegolezzi per tutto il prossimo mese.
«Cosa sarà successo a Hermione?» domandò Neville.
«non lo so, Neville. Una cosa però è certa; Harry sa tutto.» sbottò Ron alquanto esasperato.
«Povera Herm, chissà cosa starà passando.» pensò a voce alta Ginny.
«povera Herm? POVER HERM DICI? HA QUASI USATO UN AVADA KEDAVRA, NON CI DICE NIENTE DI QUELLO CHE LE SUCCEDE, SEMBRA CHE SE LA FA CON HARRY E TU, GINEVRA WEASLEY DICI POVERA HERM?!» sbottò il rosso, nero di rabbia, poteva sopportare tutto, ma che adesso lo prendessero per stupido, no.
«MA COME TI PERMETTI RON, SONO I NOSTRI MIGLIORI AMICI E TU DICI, COSÌ!» gridò di risposta la sorella che aveva preso il colore dei suoi capelli.
«Sei cieca Ginny! Ma non li vedi quei due?! Altro che fratelli! Quei due si amano... E tu sei troppo innamorata di Harry, per notarlo!»
«Oppure, Ronald, sei tu che sei troppo innamorato di Hermione per accorgerti che tra quei due non c'è niente!»
«Oh, smettila, ora vuoi dirmi che lo stesso rapporto che ha con Harry, Herm ce l'ha con me?»
«È tutto quello che gli resta!»
«Per Harry ok, non ha i genitori, ha solo lei. Ok. Ma lei i genitori ce li ha, nel mondo Babbano come altri, ma ce li ha, Harry non è l'ultima persona che gli è rimasta al mondo! Quindi dovrebbe avere lo stesso rapporto con me, INVECE DI ANDARE A PIANGERE DA LUI E CHIEDERGLI DI NON DIRMI NIENTE.»
«Ecco perché stai facendo tutta questa scenata! Tu sei arrabbiato perché non ti hanno detto qualcosa!»
«Esatto, ok? Sono arrabbiato perché Harry non mi ha detto niente! Non mi ha detto cosa sta succedendo alla mia Herm!»
«Non è la tua Herm, non lo è mai stata.»
Ginny esasperata da quella conversazione poco civile decise di andarsene lasciano il fratello a sbollire la rabbia.
I ragazzi si sparpagliarono e Luna con una scusa si dileguò negli spogliatoi dove sapeva ci sarebbe stato Malfoy. Lei aveva visto qualcosa negli occhi del biondo e in quelli della sua amica, erano come legati.
«Malfoy, sei qui?» chiese con la sua solita aria tranquilla.
«Cosa vuoi, Lovegood.» una voce da dietro la porta riecheggiò nella stanza facendola voltare.
«Parlare.»
«Non voglio parlare con te.» la sorpassò avvicinandosi al suo borsone da dove estrasse una maglietta nera. Rigirandosela fra le mani, si voltò verso di lei. «Puoi anche andartene.»
«Non restare male per quello che ti ha detto Hermione. È sotto incantesimo»
«Figurati, non mi importa quel... Incantesimo? Che intendi?»
«È sotto incantesimo, uno molto potente, non lo conosco... Nessuno lo conosce.»
«può c'entrarci un anello?»
«un anello?»
«Esattamente.»
«Se quell'angelo fosse stregato in teoria si.. Ma...»
«Ma?»
«Ma un amuleto oscuro non funziona da solo, se questo anello che dici tu è stregato e lei cambia quando ha te vicino, non è la tua vicinanza, ma un amuleto che possiedi te, compatibile con il suo.»
«Io non porto... Si! L'unica cosa che porto è questa collana ereditata da Salazar Serpeverde.» si illuminò lui, tirando fuori dalla maglietta un ciondolo con un serpente fatto nello stesso modo dell'anello di lei.
«Toglilo»
Draco prese tra le mani la sua collana e quando fece per toglierla una scossa fortissima lo attraversò facendogli lanciare un urlo di dolore, cadde a terra.
Hermione gridò.

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