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Mi ero risvegliata a casa mia, quella mattina, nel tepore della mia stanza, fra le mie cose messe in confusione.

Ero abbastanza disordinata, ma nel mio casino riuscivo a trovare sempre ogni cosa.

Mia madre si era alzata prima di me, forse per salutare mio padre diretto a lavoro. Avevo sentito i suoi passi fermarsi davanti alla mia porta e dopo aver controllato di soppiatto se fossi rientrata, si era diretta giù in cucina per colazione.

Stringevo le coperte ancora calde, racchiusa in un involucro tutto per me, a giudicare dall'orario, ricordo di aver dormito almeno nove ore quella notte, ed era un'po' che non mi concedevo il lusso di restare qualche ora in più sotto le lenzuola.

Avevo smesso di cercare lavoro, non vedevo Amy e le altre ragazze da diversi giorni ormai e il mio cellulare non suonava più insistentemente...

Dopo giorni che continuavo a fissare quel messaggio, avevo deciso quella stessa mattina di fare un passo avanti e cercare una risposta. Avrei chiamato quel numero, subito dopo colazione. Avevo bisogno di chiarimenti, sicuramente giustificati.

Prima di farlo, presi un vecchio jeans ed una felpa dall'armadio, il resto dei vestiti erano tutti in disordine, la maggior parte buttati alla rinfusa sopra alla poltrona in pelle vicino alla finestra. Feci il letto velocemente, alzando le coperte senza averne molta cura... Uscii dalla camera lasciando la porta completamente aperta, due passi dopo tornai a richiuderla, mia madre avrebbe notato la rivolta in quella stanza e si sarebbe infuriata.

Non avevo bisogno di altre prediche. Quella mattina, ormai inoltrata verso mezzogiorno avrei avuto bisogno di lei. Volevo sfogarmi un po' e raccontarle alcune cose, era molto tempo che non parlavamo e mi mancava, così scesi le scale, passai dal soggiorno e sentii un profumo fresco di detersivo, sapevo che era passata di lì, ogni mattina era solita pulire tutte le stanze prima di fare colazione, era una maniaca dell'ordine, un po' come quella psicologa.

Entrambe amavano il pulito e quella sensazione di perfetto equilibrio fra gli arredamenti della casa e la persona che vi abitava. Erano davvero simili in quel lato del carattere.

Afferrai al volo una rivista sul tavolino e vidi di scatto una busta bianca appoggiata sopra ad alcune carte. Era vuota e notai solamente la trama all'interno, quadretti neri e gialli ... La riposi subito mentre una voce squillante mi chiamava dalla cucina.

- Maya, sei tu?

Urlò mia madre mischiando le sue parole all'odore di caffè che percepivo arrivare alle mie narici.

- Si! Le risposi io. - Sto arrivando mamma.

Mia madre era una donna molto severa e selettiva sulle persone con cui dialogare. Io per esempio, non ho mai discusso con lei per più di venti minuti al giorno, se non per problemi di scuola o affari di famiglia in cui ero coinvolta. Mi ha cresciuta con rigore, molto poco amore e sicuramente tutt'ora ancora mi domando se davvero tenesse a me, la sua unica figlia.

C'è stato un periodo, fra i miei nove e dieci anni in cui lei era gentilissima, mi portava a mangiare il gelato, al cinema la domenica, a passeggiare il lunedì dopo scuola e mi chiedeva spesso di accompagnarla alle visite che periodicamente faceva ogni primo mercoledì del mese. Era incinta in quel periodo, un maschietto le avevano detto... Li era davvero la madre perfetta, non so, forse per la contentezza di ricevere un secondo figlio o probabilmente soltanto per gli ormoni.

Al sesto mese, in un giorno d'estate, cadde dalle scale dopo una lite furiosa con mio padre e perse il bambino. Da quel giorno, il clima in casa era totalmente cambiato, lei era diversa, mentre io crescevo senza il suo amore e le sue carezze.

Prigioniera di una Bugia || #Wattys2016Where stories live. Discover now