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Restavano soltanto piatti sporchi e tovaglioli accartocciati dopo la cerimonia per la commemorazione di mio padre.

Tutti avevano lasciato casa mia e io ero tornata dopo una passeggiata con Alex. Mi aveva lasciata davanti alla porta, con un bacio ed un sorriso.

Il profumo di mio padre era vivido in ogni stanza, in ogni tessuto e si percepiva ad ogni passo che facevo dentro quella casa vuota.

- Cara, aiutami - Disse mia madre, mentre con una busta cercava di pulire tutto, ancora perfettamente vestita.

Portava una gonna ed una giacca nera con una camicia color carne, le perle al collo e delle scarpe non troppo alte.

Mio Zio Nick era con lei, le stava sempre attaccato, come un pesce che resta appeso all'ultimo goccio d'acqua che gli resta per sopravvivere, questo era mia madre per lui, così mi diceva sempre papà.

Rubò due auto a due signori importanti, aggredì la sua ex fidanzata e picchiò un ragazzo in un bar poi tentò di uccidere una donna e fu arrestato. Dopo quattro anni di carcere in cui mandava continue lettere a mia madre senza riceverne mai risposta è uscito e ora se ne stava a casa mia, mangiando e bevendo a sbafo.

Quello che mi lasciava più sbigottita era che mia madre non fu minimamente in crisi per la morte di papà, sembrava non avere un cuore e continuava a pulire quella maledettissima casa come se fosse stata solamente una riunione con le sue amiche del poker. Era il funerale di mio padre cristo santo e lei continuava a comportarsi da stronza, persino in un momento così doloroso per la nostra famiglia.

Nick le dava una mano a ripulire tutto e ogni tanto buttava fuori qualche battuta o qualche rutto. Era un ubriacone e io tutt'ora non capisco, come mia madre lo avesse accolto in casa. Erano fratelli dopo tutto. Non capisco come funziona, sono sempre stata figlia unica, ma posso capire il forte legame, anche se tuo fratello è uno sporco assassino ubriacone.

Fu liberato, certo, ma era colpevole, tutti lo sapevamo, ma non dicemmo nulla. "È uno della famiglia" diceva sempre mia madre, ogni volta che mio padre provava ad esprimere dissensi su di lui. E adesso che non c'era più, eccolo che riappare magicamente.

Posai qualcosa in cucina e Nick ne approfittò rivolgendosi a me, dicendo:

- Maya, carino il tuo fidanzato! -

Odiavo la sua voce, quel tono viscido e arrogante, soprattutto quando parlava con me. In quel lato lì era uguale sputato a mia madre, forse è per quello che lo detestavo, rivedevo in lui la sua copia maschile.

- Grazie! - Risposi io gentilmente.

- Avete già scopato? - Chiese lui sorridendo, mentre portava alla bocca una sigaretta di tabacco appena fatta.

Mia madre intervenne. Come poteva non farlo! Disse:

- Nick, smettila! Non mi sembra né il luogo e né il momento più adatto per questo genere di discorsi.

- Va bene sorellina, la smetto! - Concluse lui, continuando a guardarmi con quegli occhi incavati, in quel viso scarno e imbruttito dal fumo e dall'alcool.

Presi alcune buste della spazzatura ed uscii di casa per portarle dall'altro lato della strada.

Faceva particolarmente freddo, anche se la neve si era ormai sciolta del tutto e il cielo era piuttosto sereno. Provai a dare uno sguardo in giro per vedere se quella donna fosse nei paraggi, non riuscivo a togliermi le sue parole dalla testa.

Prigioniera di una Bugia || #Wattys2016Where stories live. Discover now