SEI

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Nello stesso pomeriggio di fine agosto, Michael stava uscendo di casa per recarsi all'appuntamento con la sua futura sposa.
Di mattina lei gli aveva inviato un messaggio piuttosto mieloso, in cui si scusava molto per aver fatto scatenare l'ennesima lite tra di loro, e gli chiedeva se aveva voglia di incontrarla quel pomeriggio in centro, anche perché doveva dirgli una cosa parecchio importante.
Michael aveva passato tutta la mattinata a interrogarsi su cosa volesse parlargli Taylor, e addirittura gli era passata per la mente l'idea che magari lei non se la sentiva più di compiere questo passo così importante che era il matrimonio.
Sua mamma, invece, era sembrata piuttosto indifferente quando il suo unico figlio l'aveva informata che sarebbe uscito con la sua fidanzata.
<Cosa dovete scegliere oggi? Le partecipazioni?> gli aveva chiesto la donna, facendo capolino dalla porta della camera di Michael, pochi minuti prima di recarsi al lavoro. Sua mamma lavorava come impiegata nella segreteria della St Edmund's School, e Michael l'aveva sempre vista lì dietro a una di quelle scrivanie sin da quando poteva ricordare. Per lei ormai quell'istituto era come una seconda casa, ne conosceva tutti i segreti, i misteri e tante altre notizie.
"Per qualsiasi cosa, rivolgetevi a Karen Clifford, e lei vi saprà informare" le ripeteva sempre il figlio scherzando.
Michael aveva scrollato la testa, alzando gli occhi dalle corde della sua amata chitarra, che stava strimpellando seduto sul letto. <Non dobbiamo vedere niente che riguarda il matrimonio oggi, mamma. É solo una semplice uscita tra fidanzati.>
La donna era parsa sollevata. <Magari questa volta non rincasi tutto nervoso, e così non ti ritiri in camera tua e fumi quelle dannate sigarette. Lo sai che non mi piace.>
Il ventiduenne aveva sbuffato alzando gli occhi al cielo. <Mamma, sono maggiorenne. Posso fare quello che mi pare.>
<Questo lo dici tu, signorino. E comunque io non mi riferivo solo al fumo.>
Michael l'aveva guardata con aria interrogativa, anche se forse aveva già intuito cosa volesse intendere.
Karen si era avvicinata al letto del figlio, cautamente. <Michael, tesoro, lo sai che puoi dirmi tutto. C'è qualcosa che non va con Taylor?>
<No, é tutto a posto. Sono solo i preparativi che ci rendono un po' nervosi> aveva ripetuto Michael come un disco rotto.
<Ne sei sicuro? Non vuoi parlarne?>
<No, mamma, tranquilla. In tutte le coppie ci sono momenti difficili, ma...si risolverà tutto. Non ti preoccupare.> Sua mamma, però, era un ancora po' titubante. <Ehi, fidati. Andrà tutto bene> aveva ribadito il figlio. <Stai serena, e vai a lavorare, che se no farai tardi.>
Karen l'aveva abbracciato stringendolo forte a sé, e gli aveva lasciato persino un bacio materno sui capelli, proprio come quando era più piccolo. <Ma guarda questo giovane uomo che si preoccupa per la sua mamma> aveva detto lei, quasi con le lacrime agli occhi. <Va bene, scappo a scuola. Dovrei rincasare per le sei, in tempo per la cena. Ci vediamo stasera, e stai attento.>
<Sì, anche tu, mamma. Ciao.>
<Ti voglio bene> aveva aggiunto ancora, prima di scendere le scale.
<E io voglio bene a te.>
Così, mezz'ora dopo, Michael era seduto alla guida della sua jeep diretto verso il centro, ringraziando il Cielo che almeno per una volta non avrebbe dovuto uscire di casa munito di ombrello.
Stava viaggiando con gli occhi fissi sulla strada, perfettamente concentrato, quando inspiegabilmente i suoi pensieri si fermarono sul ricordo del suo nuovo vicino di casa, con quella sua aria da indifeso e con quei suoi occhi vitrei.
Michael fu sorpreso da questo fatto. Per due giorni era riuscito fortunatamente a non pensare a quel ragazzo dal viso d'angelo e a non avere nessuna reazione inspiegabile al riguardo, forse perché non aveva nemmeno avuto modo di incrociarlo o perché niente glielo aveva fatto ricordare. Perché allora stava pensando a lui proprio in quel momento?
Perché improvvisamente l'aria in macchina si era fatta così satura, aveva le vampate di calore come una donna in menopausa e sentiva il battito cardiaco accelerare?
E perché aveva la strana sensazione di percepire la sua presenza all'interno della jeep?
Con un certo timore Michael diede un'occhiata al sedile del passeggero, che fortunatamente era libero, e si sentì subito più sollevato. Poi riportò nuovamente lo sguardo sulla strada, giusto in tempo per rendersi conto che stava quasi per avvicinarsi ad un guardrail e rifarsi la fiancata sinistra.
Appena scampato il pericolo, il ragazzo tirò un sospiro di sollievo e si concentrò di nuovo e soltanto sulla giuda.
"Basta, Michael. Basta!" si ordinò mentalmente. "Smettila di pensare al tuo nuovo vicino di casa. Non sai nemmeno come si chiama, e ti ritrovi a ricordare i suoi occhi e la sua aria da bambino. Piantala, non lo pensare mai più."
Si ripeté queste ultime parole quasi come un mantra, finché finalmente raggiunse St George's Street pochi minuti dopo aver parcheggiato l'auto.
Taylor lo stava aspettando seduta ad un tavolino davanti ad un bar. Michael riuscì a scorgere la sua figura anche se era di spalle, avrebbe riconosciuto quei lunghi capelli castani anche a metri di distanza.
<Eccomi. Ho fatto più in fretta che ho potuto> le disse una volta che si fu avvicinato.
<Ciao, amore. Tranquillo, sei in perfetto orario.>
Michael fece per sedersi all'altro apice del tavolino, quando Taylor si schiarì la voce.
<Non dimentichi qualcosa?> gli chiese poi, sbattendo gli occhioni da gatta. A quel punto il ragazzo le sorrise e le diede un veloce bacio facendo schioccare le labbra, ed infine le si sedette di fronte.
<Allora, cosa succede di così importante, tesoro?> le domandò poi lui.
Nel frattempo ordinarono entrambi un caffè.
<Innanzitutto, volevo nuovamente scusarmi con te per l'altro pomeriggio. Ho esagerato, ho pensato solo con la mia testa e ho dato per scontato che tu fossi d'accordo con me.>
<Amore, me l'hai già detto> la tranquillizzò Michael. <É tutto a posto, non ti preoccupare. Poi la colpa é anche un po' mia, non avrei dovuto arrabbiarmi così tanto.>
Taylor lo zittì scrollando la testa. <Tu hai fatto quello che avrei fatto anche io al tuo posto se mi avrebbero proposto una scelta del genere. In effetti i fiori rosa sono troppo sdolcinati e più adatti per un battesimo, meglio dei fiori bianchi. Li ho esclusi dalla selezione.>
Michael pensò a quei fiori, e a quanto fosse dispiaciuto a Taylor, visto che era il suo colore preferito, mentre con un'altra parte più egoista del suo cervello stava gioendo per la notizia.
Da inguaribile romantico come era, le prese la mano destra che teneva appoggiata sopra al tavolo, e gliela strinse forte. <Sono sicuro che riusciremo ad abbellire i centrotavola con degli splendidi motivi floreali, e non solo quelli. Quando saremo sposati poi, ti regalerò tutti i fiori rosa di questo mondo, tutti i giorni.>
Taylor scoppiò a ridere. <Quanto sei adorabile quando fai il romantico> gli confessò, per poi sporgersi verso le sue labbra e stampargli un bel bacio. <Ah, quando andrò a scegliere l'abito da sposa voglio che tu mi accompagni. Devi assolutamente dirmi quale vestito mi sta meglio addosso, perché deve essere a tutti i costi la sposa più bella che si sia mai vista.>
Michael scosse la testa. Certe volte Taylor era proprio vanitosa, fin troppo quasi. <Spiacente, tesoro, ma non credo che verrò a vedere il tuo vestito. Porta male che lo sposo veda l'abito della sposa prima delle nozze.>
La sua fidanzata sbuffò. <Andiamo, non fare così il precisino.>
<Non faccio il preciso. Credo semplicemente in questi detti della tradizione.>
<Se é per questo allora bisognerebbe avere rapporti molto intimi solo dopo il matrimonio, ma mi sembra che noi due abbiamo già dormito insieme, nello stesso letto.>
Il ventitreenne alzò gli occhi al cielo. <No, tesoro, veramente. Il vestito lo scegli tu per i fatti tuoi. Ti fai accompagnare da tua mamma, o dalle tue amiche, ma da me no. E non farmi la faccia da cucciolo, perché con me non funziona.>
<Va bene, hai vinto tu> si arrese lei! alla fine, visto che la tecnica di impietosirlo con un'espressione dolce non aveva funzionato.
<L'argomento importante di cui volevi parlarmi era questo?> le chiese dopo Michael,x bevendo un sorso del suo caffè.
Taylor sussultò leggermente, poi si sedette meglio sulla sedia, appoggiando entrambe le mani sui braccioli della sedia e scavallando le gambe, come chi ha bisogno di stabilità.
Il biondo si rese conto che era parecchio nervosa. <Amore, c'è qualcosa che non va? É successo qualche inconveniente con l'organizzazione delle nozze?>
La ragazza scosse la testa, e stette con gli occhi fissi verso il basso. Probabilmente stava pensando al modo migliore con cui comunicargli la notizia, ma nel frattempo Michael, vedendo che continuava a non proferir parola, iniziò a preoccuparsi, esattamente come aveva fatto qualche ora prima.
"Forse Taylor non vuole sposarsi per il momento, o magari sono io quello con cui non vuole più sposarsi. E se avesse conosciuto un altro? Oppure... No, non può essere possibile. Però... E se avesse scoperto di essere incinta?"
Michael sentì un brivido di paura percorrergli tutta la schiena. Lui amava i bambini, però era ancora troppo presto per averne, aveva solo ventitré anni. Be', sua mamma aveva la sua stessa età quando lo aveva partorito, ma lui quasi non si sentiva pronto per il suo immanente matrimonio, figuriamoci per diventare padre.
<Taylor, mi stai facendo preoccupare. Di cosa si tratta?> la incitò poi a parlare, quando trovò il coraggio per ricevere quella notizia. Non avrebbe resistito ancora molto senza saperla.
<Nom riguarda più di tanto il matrimonio, però riguarda me, ed é una faccenda un po' delicata.>
<Santo Cielo, Taylor. É così brutta?> Il battito cardiaco di Michael accelerò di colpo e anche lui dovette appoggiare i piedi a terra per raggiungere stabilità. Ormai vedeva già il test di gravidanza di Taylor davanti agli occhi.
Lei scrollò la testa. <Non é brutta. É molto bella, invece. Ma non so come la prenderai.>
<Nemmeno io so come reagirò, ma so solo che se non mi dirai questa cosa inizierò a spazientirmi> l'avvertì Michael, e a quel punto lei si decise a sputare il rospo.
<Dunque... Tu sai che il mio sogno é quello di diventare una stimata pediatra. Sai anche che subito dopo la laurea ho provato più di una volta ad entrare nella clinica privata in cui lavorava il dottor Rogers, il mio professore dell'università. Lui ha parlato molto bene di me agli altri dottori e in direzione, persino a me in persona mi hanno fatto i complimenti per la mia bravura e mi hanno detto che ho delle ottime abilità in campo medico, però non sono ancora abbastanza. Mi manca l'esperienza, e per fare parte di quella clinica non serve solo una laurea e la raccomandazione di un professore.>
<Quindi?> le chiese Michael, piuttosto confuso.
<Mi hanno garantito che avrò una scrivania tutta mia lì dentro molto presto, però prima dovrò frequentare un corso di sperimentazione. Solo allora potrò accedervi.>
<Ti hanno dato la loro parola che dopo quel corso inizierai a lavorare nella clinica? Sicura?>
<Al cento per cento. Posso starne certa.>
<Be', ma allora questa é una bella notizia, tesoro> le sorrise Michael, felice per lei. <Dopo che ci saremo sposati, seguirai quel corso per il periodo di tempo prestabilito e necessario, e così potrai svolgere finalmente il lavoro dei tuoi sogni, e ricevere i tuoi pazienti in uno studio della struttura in cui hai sempre desiderato lavorare.>
Taylor sorrise amaramente scrollando la testa. <Tutto questo é esatto, però é quel corso il problema.> La ragazza guardò in faccia il suo futuro sposo, e quando colse la sua espressione confusa continuò. <Quello che mi hanno proposto e che mi aiuterebbe ad entrare nello studio é in Francia, a Parigi. Io pensavo che, per quando ci saremmo sposati, avrei già ottenuto quel lavoro, e che almeno sarei già stata sistemata nell'ambito lavorativo. Se voglio iniziare a lavorare per loro al più presto dovrò incominciare a seguirlo tra due settimane.>
Per poco Michael non si sentì svenire, esattamente come avrebbe fatto se Taylor gli avesse detto che era incinta. Tra due settimane?! Con tutto quello che c'era ancora da organizzare per il matrimonio?!
<Quanto...quanto dovrai soggiornare lì> le chiese quando riuscì a riprendersi un po' dalla notizia.
<Sei mesi.>
Il ragazzo spalancò gli occhi. <Mi spieghi chi si occuperà dei preparativi per le nozze, con tutto quello che manca ancora? Ti prego, dimmi che non hai deciso di partire proprio adesso.>
Taylor a quelle parole si limitò a guardarlo dispiaciuta, sospirando, mentre Michael non sapeva proprio come reagire in quel momento.
<Quando avresti intenzione di partire?> pronunciò infine, senza guardarla negli occhi.
<Se tutto va bene, pensavo verso giovedì. In questo modo arriverò a Parigi una settimana prima di iniziare il corso, e potrò sistemarmi con calma.> Notando che il suo ragazzo sembrava abbastanza shockato, gli prese la mano ed intrecciò le dita affusolate di lui alle sue. <Michael, amore. Lo so che non te l'aspettavi, nemmeno io avrei mai pensato di dover fare una scelta de genere prima del mio matrimonio, se questo ti consola un po'. Mi rendo persino conto che ho deciso tutto senza avertene parlato prima ma, tesoro, capiscimi. É il mio futuro.>
<Anche io sono il tuo futuro, mi sembra> sbottò Michael. <Vuoi lasciarmi sulle spalle tutto il peso dei preparativi per il nostro matrimonio?>
<Li seguirò anche io. Ti aiuterò da un altro stato, ma lo farò. Non sono così stronza da rifilarti tutto il lavoro che c'è dietro, e poi, Michael, io non vado in Francia per divertirmi.>
<Lo so, Taylor, lo so. É solo che non sono i sei mesi prima delle nostre nozze. Io non sono mai stato così a lungo senza vederti.>
In parte era vero, con metà del suo cuore Michael sentiva veramente quello che le aveva detto, ma con l'altra metà non sapeva bene se lo stesse facendo per amore o per provare a convincerla di farle cambiare idea per non dover sopportare la scelta delle bomboniere e tutto il resto da solo.
<Ma ci vedremo, tesoro> gli sorrise lei dolcemente. <C'è Skype, la webcam... Sì, ci parleremo attraverso lo schermo di un computer, ma poi avremo tutta la vita per vederci e vivere insieme, se Dio lo vorrà.>
A Michael quelle parole fecero molta tenerezza. C'erano i momenti in cui loro litigavano e quindi iniziavano i suoi dubbi sul loro rapporto, ma c'erano anche momenti come quest'ultimo in cui sentiva di volerle un bene immenso, pur domandandosi sempre sul fatto se fosse lei la ragazza giusta oppure no.
A quel punto le sorrise dolcemente e le diede un bacio amorevole sul dorso della mano che era intrecciata alla sua.
<Tranquilla, tesoro. Vai e realizza il tuo sogno> le disse infine, con molta sincerità, cercando di non far trasparire quel po' di irritazione che prima o poi sarebbe venuta fuori.
Sarebbero stati i sei mesi più lunghi della sua vita, però era contento per lei. Lei sapeva cosa voleva dalla vita.
<Solo una cosa, Michael> terminò lei, dopo essersi accertata che lui la guardasse bene negli occhi. <Non avercela con me, ti prego.>
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SPAZIO AUTRICE
E MARTINA CE L'HA FATTA!!! ANDRÒ A VERONA, IL 13 MAGGIO, E VEDRÒ I 5SOS DAL VIVO!! E IL 5 MARZO VEDRÒ HALSEY!! SONO COSÌ CONTENTA CHE PIANGO, URLO E RIDO ALLO STESSO TEMPO AHAHA
Hello, people! Scusatemi per l'enorme ritardo, ma questa settimana mi sono tolta un sacco di verifiche ed interrogazioni e ora spero di essere più libera e tutta per voi ahah (vabbé non proprio tutta, una parte lol)
Scusatemi anche per lo sclero ad inizio spazio autrice ma sono troppo contenta, vedrò in concerto una delle mie cantanti preferite e soprattutto la mia band preferita, per la prima volta!! Devo soltanto ringraziare la donna più importante della mia vita, mia mamma, che stamattina ha fatto tutto il possibile perché io potessi andare al concerto. Devo ringraziarla anche per tantissime altre cose più importanti di un concerto, ma per questo di sicuro. ❤️
Vabbe, tornando alla mia storia. In questo capitolo ritroviamo il nostro caro Michael, sempre confuso sul suo matrimonio (anche tua mamma se ne accorge, sveglia!! ahah) e sempre a pensare al suo caro Occhi di Ghiaccio (avanti, dillo che ti piace, eh?!) E poi, per la gioia di PunckRockLife, ecco che fa la sua prima apparizione la futura sposa di Michael, Taylor, che, un po' da str***a, decide di partire per sei mesi prima del matrimonio. Questa scusa servirà a Michael e a Luke per intrecciare qualche legame, secondo voi? (PunckRockLife, fammi sentire le tue imprecazioni verso Taylor nei commenti ahah)
Cosa succederà nel prossimo episodio?? Oh, succederà qualcosa di mooooolto bello e attesissimo da chi segue la mia storia lol Non vedo l'ora di farvelo leggere! (Se faccio così già adesso, cosa farò quando i Muke si baceranno per la prima volta, o più avanti quando... No no basta, se no faccio spoiler ahahah)
Va bene, ora vi lascio. Torno ad ascoltare per la milionesima volta SGFG (che, per la cronaca, é bellissimo!). Fatemi sapere se lo avete già ascoltato, cosa ne pensate, e se andrete al concerto dei ragazzi.
Se la storia vi piace, mettete votini e fatemelo sapere nei commenti.
Goodbye, people! ❤️

Solo Per Te (Muke)Where stories live. Discover now