LORENZA (PARTE PRIMA)

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Mauro era il ragazzo di cui Lorenza si era inevitabilmente innamorata e che aveva amato segretamente per tre anni.
A fare da galeotto era stato un incontro del gruppo giovani dell'oratorio, un gruppo a cui Lorenza aveva deciso di partecipare insieme ad Elena dopo aver ricevuto la cresima e terminato il catechismo.
Era un venerdì sera di inizio ottobre, Lorenza aveva appena iniziato la terza media.
<Renza, dai, affretta il passo!> la spronò Elena, buttando prima un occhio alle sue spalle, verso la sua migliore amica, e poi uno verso il capannello di ragazzi davanti alla chiesa. 
<Più veloce di così non posso andare! Cosa vuoi che faccia, che mi metta a correre?> si difese lei. Okay, doveva ammetterlo, la colpa era soprattutto sua, perché era stata tutta il pomeriggio e persino dopo cena a finire un disegno per la lezione di arte del giorno dopo, ma era la prima volta che non arrivava puntuale ad un appuntamento, anzi, in anticipo. E poi avevano soltanto tre minuti di ritardo.
<Lo sapevo che saremmo arrivate in ritardo al primo incontro, che figura!> si lamentò ancora Elena.
Lorenza sbuffò. <Non esagerare! Non vedi che sono tutti lì fuori?>
Finalmente raggiunsero il gruppo. Individuarono Elisa, Alessia e altre tre ragazze che venivano al catechismo con loro, e si avvicinarono a loro, iniziando a chiacchierare. Il marciapiede, però, era gremito di ragazzi che avranno avuto un anno o due o anche tre più di loro, alcuni che avevano già visto per la parrocchia e altri mai visti prima nemmeno di striscio. Le ragazze stavano squadrando il loro gruppo di "matricole" da capo a piedi, i ragazzi, invece, si stavano facendo gli affari loro, scherzando e facendo gli scemi.
<Buonasera, Rossi!> si sentì salutare Lorenza in quel momento da qualcuno alle sue spalle. Si voltò. Ossignore Santissimo! Pietro Fabiani, suo compagno di classe nonché uno di quelli che la prendevano in giro con le loro battutine stupide. Si era scordata che frequentassero la stessa parrocchia.
<Fabiani, che sorpresa. Non mi aspettavo di incontrarti qui. Pensavo che questo gruppo fosse troppo serio per i tuoi interessi> gli disse lei, pungente.
Il Fabiani era sul punto di risponderle, quando si sentì improvvisamente dare una pacca amichevole sulla pacca, che lo fece voltare e dimenticare letteralmente di Lorenza.
Anche lei, a dire la verità, si dimenticò quasi di essere insieme ad Elena, di stare parlando con le altre ragazze, e persino di trovarsi davanti alla chiesa insieme ad altri ragazzi.
Tutto questo appena il suo sguardo si spostò su chi stava parlando con il suo compagno di classe. Si era voltata nella sua direzione per pura e semplice curiosità, ma poi non riuscì più a togliere gli occhi da quel ragazzo. Eppure ne aveva già visti di ragazzi, e non le era mai successa una cosa del genere prima di allora. Poi non é che riuscisse del tutto a vederlo bene; erano le 21.00 di sera, era buio e la luce del lampione più vicino illuminava poco il marciapiede, quindi non sapeva con precisione cosa l'avesse colpita così tanto in lui da non farle distogliere lo sguardo.
In quel momento si rese conto che Davide e Claudio, gli animatori, stavano chiamando il branco di adolescenti per entrare in oratorio, e che Elena si attaccò al suo braccio per starle vicina.
Una volta dentro, Lorenza poté osservare meglio il ragazzo, senza farsi notare. Lui stava amabilmente chiacchierando con il Fabiani. Non era eccessivamente alto - cioè, non era un metro e novanta ma di certo era più alto di lei di almeno quindici centimetri - ed era snello. Aveva gli occhi grandi, di un caldo color cioccolato, e i capelli castani lisci e leggermente più lunghi di quelli dei suoi coetanei, che gli cadevano sulle tempie e gli arrivavano ad inizio collo. L'abbigliamento era simile a quello degli altri maschi: T-shirt, felpa, scarpe da ginnastica Adidas o Nike di quelle alte fino alle caviglie, e jeans a vita bassa, indossati in modo da lasciare intravedere l'elastico dei boxer sul di dietro.
Ora che lo vedeva bene, la ragazza di rese conto che non era del tutto un viso sconosciuto. Lo aveva già intravisto alla veloce forse un paio di volte, l'anno scorso fuori dalla scuola media, o un lunedì pomeriggio mentre passava per l'oratorio per andare al piano di sopra, nella classe del catechismo. Forse proprio perché lo aveva visto di sfuggita, ma allora non l'aveva colpita niente di lui. Ora, invece, dovevano essere quegli occhi ad attrarla, così rassicuranti, e vivaci, di cui nessuno si sarebbe mai stancato, o quei capelli, che lo distinguevano dagli altri ragazzi, oppure persino il suo modo di vestire, il modo in cui muoveva le mani mentre parlava, il suo sorriso.
Ma perché le stava succedendo tutto questo? Perché si sentiva così... Non sapeva nemmeno come si sentiva, veramente. Sapeva solo che non aveva mai guardato un ragazzo come stava facendo in quel momento. Bé, sfogliando qualche rivista per ragazze le era passato per la mente il pensiero che quell'attore o quel cantante fossero carini, ma niente di più. Non lo aveva mai pensato di un ragazzo non visto sulla copertina di un magazine, però. Tutti i suoi compagni di classe erano sciocchi ed infantili e la prendevano in giro. Ora, invece, compariva così tutto d'un tratto questo ragazzo e le faceva battere il cuore. Era ancora piccola ed inesperta per riuscire a spiegarsi il perché di quelle sensazioni, ma avrebbe voluto scoprirlo molto presto.
Nel mentre Claudio e Simone presero la parola e Lorenza ritornò sulla realtà, fuori dai suoi pensieri. Gli animatori ringraziarono i ragazzi per essere venuti così in numerosi e spiegarono loro in generale in cosa consisteva far parte del gruppo giovanissimi dell'oratorio. A quel punto la miriade di ragazzi si sarebbe divisa: i più grandi, quelli che avevano già un anno di esperienza alle spalle, sarebbero andati con Claudio nella stanza con i giochi per i bambini, mentre il gruppo dei più piccoli di cui faceva parte anche Lorenza sarebbe rimasto lì nell'atrio dell'oratorio con Simone. Tutta questa divisione perché gli animatori avevano deciso di parlare di argomenti diversi in base all'età.
I più grandi, così, si incamminarono verso la loro stanza.
Fortunatamente per Lorenza, il Fabiani non le fece nessuna battutina delle sue, tipo "Ci si vede dopo,  Rossi. Attenta a non sfondare una sedia con quelle cosce che ti ritrovi", perché non aveva proprio voglia di rivolgergli il dito medio in un luogo in cui non era molto appropriato e ancora meno mettersi in imbarazzo già al primo incontro.
L'altro ragazzo, però, la guardò per un attimo brevissimo prima di uscire dalla porta. Lorenza, per vergogna, abbassò lo sguardo e prese una sedia, disponendola nel cerchio che gli altri stavano creando, vicino ad Elena.
Per gran parte dell'incontro cercò di concentrarsi su quello che stava dicendo Simone, ma inutilmente. Parte della sua mente era completamente persa a pensare a quel ragazzo che l'aveva stregata.

Solo Per Te (Muke)Where stories live. Discover now