DICIASSETTE (PRIMA PARTE)

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Quando si aspetta qualche avvenimento che si desidera fortemente, il tempo sembra fare quasi un dispetto a tutta questa impazienza e felicità, e appare come se trascorresse più lentamente. Al contrario, quando si spera che un avvenimento non del tutto gradito tardi ad arrivare, il tempo anche qui gioca a fare il simpatico e scorre più in fretta proprio quando si vorrebbe che andasse più lento.
Quel venerdì che separava Luke dall'incontro con Michael non era trascorso né troppo velocemente né troppo lentamente, però il diciassettenne lo aveva vissuto come una grande frustrazione. Da una parte aspettava con ansia che fosse sabato pomeriggio, dall'altra desiderava che quel giorno non arrivasse mai e lo temeva quasi come i condannati sul patibolo.
Era sempre il solito punto. A Luke piaceva Michael Clifford, e non poco, però era sbagliato. Era peccato amare una persona delle stesso sesso, oltre al portare ad essere poi vittima di malelingue, pregiudizi, sguardi e commenti acidi.
L'idea lo spaventava a morte.
Continuava a ripetersi che magari era solo qualcosa di passeggero, una cosiddetta incertezza adolescenziale. Magari tra qualche anno, ripensandoci, ci avrebbe riso su.
E se, invece, si fosse trasformata in amore?
Basta, aveva bisogno di una distrazione, anche se era mezzanotte e mezza e stavano praticamente dormendo tutti in casa Morgan.
Luke, così, si alzò dal letto, rabbrividendo un po' per il freddo, e piano piano, facendo attenzione, scese le scale.
Al piano di sotto regnava il buio più totale.
Procedette per il breve corridoio tastando le pareti, poi finalmente trovò la porta della cucina e la aprì. Aveva proprio voglia di bere un bicchiere d'acqua.
Non appena mise piede nella stanza, però, si accorse di non essere l'unico ad avere avuto la stessa idea; infatti, gli parve di vedere una sagoma seduta su uno degli sgabelli intorno al tavolo, illuminata dalla fioca luce del display di un cellulare.
Luke sussultò leggermente, mentre l'altra persona soffocò un urlo, e l'iPhone che teneva in mano le scivolò, cadendo a schermo in su sul tavolo.
L'australiano trovò l'interruttore ed accese la luce.
<Lorenza...Ciao.>
<Oh, Lukey, sei soltanto tu! Per un attimo ho temuto che fossi un ladro> esclamò Lorenza, tirando un sospiro di sollievo.
<Che ci fai qui a quest'ora?>
<Non riuscivo a dormire. Anche tu, a quanto vedo.>
Il diciassettenne annuì.
Lorenza era sua amica, però, sinceramente, in quel momento era l'ultima persona di casa Morgan che avrebbe voluto incontrare. Il motivo era abbastanza chiaro.
Intanto gettò distrattamente un occhio sul tavolo e il suo sguardo si soffermò sull'iPhone bianco dell'italiana. Era ancora acceso, e sullo schermo si poteva notare benissimo una foto nitida ritraente una ragazza forse poco più piccola di Lorenza, sdraiata a pancia in giù su un letto, e un ragazzo di circa un paio di anni più grande di lei, mentre la abbracciava da dietro.
La ragazza - che, secondo Luke, aveva un po' troppo trucco sugli occhi, e il naso schiacciato - sorrideva all'obiettivo con un'espressione soddisfatta, come a voler dire "guardate, questo é il mio ragazzo. E non me lo tocca nessuna"; lui, invece, - che aveva, tra l'altro, due occhi color cioccolato grandi ed intriganti -, aveva uno sguardo così innamorato, dolce, ed era tenero anche il fatto che sfiorasse amorevolmente la guancia di lei con il suo naso.
Lorenza, non appena se ne reso conto, arrossì violentemente, per la seconda volta da quando Luke era in Inghilterra, poi afferrò velocemente il suo iPhone e chiuse le immagini. Abbozzò infine un sorrisetto imbarazzato verso Luke, il quale ricambiò un po' confuso.
Chi erano quei due ragazzi? Perché Lorenza aveva reagito così? E, soprattutto, perché stava guardando quella foto prima del suo arrivo?
Non voleva indagare ficcando il naso negli affari altrui, però.
Si avvicinò quindi verso il lavello. Si era creata un po' di tensione tra di loro, bisognava smorzarla in qualche modo.
<Vuoi qualcosa da bere?> le chiese allora Luke, riempiendosi un bicchiere d'acqua.
Lorenza si voltò verso di lui, e questa volta gli sorrise sfoderando il suo solito sorriso amichevole. <No, grazie, sto bene così.> Poi guardò un attimo l'orologio appeso alla parete. Segnava la mezzanotte e trentacinque minuti. <Senti, Lukey, ti andrebbe di tenermi compagnia per una mezz'oretta?>
Lui si irrigidì un istante. Ritrovarsi da solo con lei per una mezz'ora, con la possibilità che lei gli facesse qualche domanda riguardo alla sua particolare simpatia per Michael Clifford, sempre se aveva intuito qualcosa di vero?
Voleva dirle "sì, eccome", ma qualcosa lo bloccava.
Lorenza ridacchiò. <Non ho alcuna intenzione di portarti in camera mia e saltarti addosso, lo giuro su mia mamma. Volevo solo chiacchierare un po' con te aspettando che Morfeo ci prendesse tra le sue braccia, però se preferisci salire su in camera tua.>
Luke scosse la testa. <Non ho sonno, tranquilla. E comunque non avevo pensato male di te.> Perché tutti fraintendevano che lui li vedesse come dei maniaci? Che genere di espressione faceva per indurli a fare quella deduzione?
<Sì, lo so, Lukey, però é sempre meglio precisare> ridacchiò ancora la ragazza. <Bene, allora seguimi. Ti condurrò nel mio rifugio.> Con un balzo scese dallo sgabello e si incamminò verso la sua stanza. Questa volta indossava un pigiama a forma di mucca, pezzato nero e bianco, e la finta coda sul di dietro le ondeggiava leggermente mentre camminava.
L'australiano scosse la testa sorridendo, poi la seguì. Cosa mai sarebbe potuto succedere? Magari Lorenza voleva soltanto parlare del più e del meno, senza fare domande troppe personali.
Entrarono uno dietro l'altra dentro alla piccola stanza degli ospiti adibita a camera di Lorenza. L'italiana accese la luce e subito si sentì un "pff" provenire da chissà dove.
<Cos'è stato?> chiese Luke, guardandosi intorno.
<Ah, non é niente. É solo il deodorante per ambienti che si trova sopra all'armadio. Scatta tutte le volte che si accende l'interruttore> spiegò Lorenza. <Lisa é proprio una fanatica del pulito. Così come il signor Boone lo é del giardinaggio. Farebbero una bella coppia, quei due.>
<Già, lo credo anche io.>
Lorenza si accomodò sul suo letto e si abbracciò le gambe. Aveva proprio due piedini fatati sotto le calze nere, solo che non si notavano mai dentro a quegli anfibi poco femminili che indossava sempre.
Luke, invece, si sedette sul letto di fronte a quello dell'italiana. Vagò lo sguardo un po' dappertutto, soprattutto sui poster che coprivano le pareti.
<Non ti spaventi mai quando ti svegli e ti trovi davanti i loro visi?> le domandò, curioso.
<Certo che no. Non potrei mai spaventarmi davanti a loro, anzi, tutte le mattine mi aiutano a modo loro a svegliarmi con il sorriso. Esageratamente in trance, ma con il sorriso.> A quel punto ridacchiò un attimo. <Ti confesso una cosa, però: certe volte, quando devo cambiarmi, vado a farlo in un angolino laggiù, vicino alla porta. Può essere un tantino imbarazzante ritrovarsi in mutande davanti a quelle cinque incantevoli paia di occhi che ti guardano per finta.>
L'australiano scoppiò a ridere divertito, insieme alla sua amica.
Un paio di minuti dopo Lorenza divenne seria, si mise a sedere come un'indiana e guardò bene in faccia il suo coinquilino.
<Lukey, posso farti un domanda, forse un po' personale? Se non vuoi puoi anche non rispondere.>
Luke si terrorizzò un po'. Cosa gli avrebbe chiesto ora? <Sì, va bene> le concesse lo stesso, però.
Lorenza cercò le parole giuste con cui chiederglielo. <Dunque, non vorrei essere molto diretta, e scortese, ma... Ti piace Michael Clifford?>
Panico.
Ecco, lo sapeva. Lorenza aveva veramente intuito qualcosa, e ci aveva persino azzeccato.
Cavolo, aveva fiuto la ragazza.
Il ragazzo posò lo sguardo decisamente in imbarazzo sul piumone beige del letto, e pensò di buttarla sul non aver capito appieno la sua domanda, sperando che lei non insistesse.
<Michael? Bé... É simpatico... Anche a voi piace, no?>
<Sì, ma io non intendevo in quel senso. Ecco... Lui ti piace in quell'altro senso, come a me può piacere un ragazzo?>
Di colpo il cuore di Luke prese a battere all'impazzata dalla paura, così forte che temette che gli potesse scoppiare nel petto, mentre tutto ad un tratto l'aria divenne un po' troppo satura lì dentro, e il suo viso assumeva tutte le tonalità possibili di rosso, dal rosso vermiglio, passando al rosso pomodoro fino ad arrivare al rosso pompeiano, tanto che in quel momento doveva avere le guance della stessa tonalità della maglietta che indossava Liam Payne nel poster sopra alla sua testa.
<Io...no...cioè...non é così...> cercò di formulare disperatamente una frase, ma la voce gli tremava troppo.
Lorenza gli sorrise rassicurante. <Ehi, non devi agitarti. Non c'è nessun problema, io non ho niente in contrario verso gli omosessuali. Guardami, sono una sfegata Larry shipper.>
<Io non sono omosessuale, Lorenza!> urlò quasi con orrore.
Lei a quel punto lo guardò un po' confusa.
<Non sono gay, però Michael mi piace, e anche tanto.>
<Uhm... Non sei omosessuale, però lui ti piace, e anche tanto> ripeté l'italiana, pensierosa.
Luke annuì. <Io... Non lo so. Ho una così tale confusione in testa.>
<Vuoi parlarne? A volte fa bene sfogarsi con qualcuno. Ti prometto che le tue parole non usciranno da questa stanza.>
Lui alzò lo sguardo verso di lei. Lorenza gli stava sorridendo amichevolmente e rassicurante, e i suoi occhi trasparivano fiducia e lo incitavano a parlare senza avere alcun timore.
Fece allora un bel respiro profondo, prima di iniziare a raccontare.
<Ho visto Michael per la prima volta quando sono arrivato qui in Inghilterra, lo stesso giorno. Lui era davanti a casa sua, appoggiato alla portiera della sua jeep, e stava fumando una sigaretta. É stato un attimo, uno sguardo veloce, però non appena ho incrociato i suoi occhi così verdi ho sentito subito uno strano brivido lungo la schiena, il cuore ha iniziato a battermi forte e ho pensato che lui fosse il ragazzo più bello che avessi mai incontrato. Poi, l'ho visto abbozzare un sorriso nella mia direzione, ma io ho abbassato timidamente gli occhi e ho continuato a seguire Lisa.
<Dopo ho conosciuto voi, e ho continuato a farlo anche quella sera stessa e durante quella settimana, però, non so spiegarlo nemmeno io il perché, ma continuavo sempre a pensare a quel ragazzo che avevo visto davanti a casa Morgan, ai suoi occhi verdi, a quanto fosse bello, e al perché mi battesse forte il cuore quando lo facevo. Fino a quando una sera, quando stavo ritornando dalla St Edmund's dopo essere andato a ritirare la mia uniforme scolastica, non l'ho incontrato di persona. É stato un momento bellissimo, anche quello breve ma intenso. Ricordo che ci siamo guardati negli occhi per un attimo che a me é sembrato un'eternità, e in quell'occasione lui mi ha detto di chiamarsi Michael, ma io non sono riuscito a dirgli in tempo che mi chiamavo Luke, perché mentre stavo per farlo sei arrivata tu.
<Nei giorni seguenti a quel nostro piccolo incontro continuavo a fantasticare su come sarebbe stato avergli detto il mio nome, e desideravo di incontrarlo di nuovo o anche solo vederlo passare in strada. Ricordi che una mattina vi ho chiesto anche cosa sapevate su di lui? Bé, ero curioso di avere qualche informazione in più sul suo conto, iniziare a conoscerlo un po'. Poi quel venerdì abbiamo fatto quel tour in centro, e quando ti ho accompagnato al Warman's Music il mio desiderio si é avverato, perché lì ho incontrato di nuovo Michael, e gli ho detto finalmente che mi chiamavo Luke. Non sai come ero felice perché lui mi aveva detto che gli aveva fatto piacere rivedermi e che sperava di incontrarmi di nuovo molto presto.
<Questo é successo più o meno due settimane dopo, davanti al supermercato della piazza qui a Sturry. Io stavo aspettando voi, mentre lui stava uscendo proprio dal supermarket. Abbiamo scambiato poche parole, però in quell'occasione lui mi ha detto che sarebbe stato disponibile per aiutarmi con delle ripetizioni, se ne avessi avuto bisogno, e mi ha lasciato il suo numero di telefono. Ero così felice, proprio come una ragazzina alle prese con la prima cotta adolescenziale, tanto che gli ho chiesto persino l'amicizia su Facebook, e quando lui l'ha accettata ero ancora più contento di prima.
<In seguito sono arrivate le mie difficoltà con la filosofia, e Lisa, non appena lo ha saputo, mi ha suggerito subito di farmi aiutare da Michael. Io non volevo accettare, perché questo avrebbe voluto dire passare un pomeriggio intero con lui, nella stessa stanza, a pochi centimetri di distanza. Non sapevo se avrei potuto resistere a tutto ciò. Dall'altro lato, però, non volevo nemmeno deludere Lisa; sembrava così contenta di sapere che Michael avrebbe potuto aiutarmi, così alla fine ho accettato, e ho chiamato Michael per quelle ripetizioni, come tu già sai. Così facendo ora mi ritrovo nel limbo: da una parte muoio dalla voglia che sia subito domani pomeriggio, soltanto per vederlo, dall'altra vorrei che non arrivasse mai.
<Sinceramente non lo so nemmeno io cosa mi stia succedendo. É sbagliato, Lorenza. Non può piacermi un ragazzo come me. Pensa a tutti i commenti che fanno le persone sugli omosessuali, a tutti i pregiudizi, alle emarginazioni. E poi é un peccato mortale. Per non parlare di come reagirebbero i miei genitori se dovessero mai scoprire una cosa del genere. Penso che non la prenderebbero molto bene.>
Luke stava parlando come un fiume in piena, tutto quello che aveva dentro lo stava facendo uscire come mai aveva fatto. Lorenza lo ascoltava attenta, senza fare commenti né interventi.
<Sei sicuro che non faresti gli stessi pensieri magari anche su un altro ragazzo?> gli domandò poi quando finì il suo sfogo.
<Sì, di questo ne sono sicuro> rispose subito il diciassettenne. <Prendiamo Ashton o Calum, per esempio. Quando li vedo non mi viene da pensare che abbiano dei begli occhi, o un incarnato stupendo, o che vorrei sentire le loro mani sul mio viso. Con Michael, invece, succede questo, sin dal primo momento in cui l'ho visto.>
Le uniche volte in cui Luke aveva provato delle sensazioni vagamente simili erano state quando si era preso una cotta in seconda media e una in prima superiore, tutte e due le volte però per una ragazza. La prima volta lei lo aveva soltanto usato per avvicinarsi a suo fratello Jack, che, tra l'altro, oltre ad essere ben più grande di lei, era già fidanzato, e l'aveva gentilmente respinta, invece la seconda volta Luke aveva sentito la ragazza che gli piaceva mentre parlava con una sua amica, e le confidava che "si, é carino, però é così secchione. Io amo i giocatori di football o i ragazzi che fanno surf"; lui si era sentito così offeso e si era persino chiesto se forse fosse stato di cambiare le sue abitudini per piacere a qualche ragazza oppure no.
Lorenza annuì, continuando a riflettere su qualcosa.
Perché stava così zitta? Perché quando doveva parlare non parlava?
Luke stava odiando tutto quel silenzio.
<Lo ripeto, non so proprio cosa mi stia succedendo.> Il giovane iniziava a sentire pizzicare gli occhi e le lacrime pronte ad uscire. <Perché mi sta accadendo tutto questo? Perché proprio a me?>
Lorenza si alzò dal suo letto e si sedette accanto a lui. <No, Lukey, non piangere, dai> lo tranquillizzò, accarezzandogli gentilmente il braccio destro. <Ti va se ti racconto una storia?>
A quelle parole, l'australiano non sapeva se mandarla a quel paese o se guardarla come se fosse scema. Lui le stava parlando di una situazione delicata, e lei se ne usciva con il raccontagli una favoletta come ai bambini?
<Non credo che mi tirerò su di morale ascoltando una storia> le rispose poi, asciugandosi una timida lacrima che gli aveva bagnato la guancia.
<Non é una semplice storiella, fidati> insistette la ragazza.
Luke, d'altronde, cos'altro poteva fare se non ascoltare quello che Lorenza aveva da narrare? Poi, sotto sotto, si era anche incuriosito un po'.
Alla fine cedette. <Va bene, dimmi tutto. Ti ascolto.>
Lorenza sorrise, poi si sistemò meglio seduta e si schiarì la voce.
A quel punto iniziò a raccontare.
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SPAZIO AUTRICE
Ciao, people!!! Come state? Io benone, ho appena scoperto di aver preso 9 nella verifica di filosofia!!! NOVE!!!!!!!!! Non so nemmeno io come ho fatto ahah Michael deve aver pensato a me mentre la facevo ahah #MAGRAZIEMICHAEL in tendenza 2016 su Twitter lol.
Vabbé, facciamo i seri. Guardate che grande sorpresa che vi ho fatto!!! Ho aggiornato con due giorni di anticipo!!!! Avevo già il capitolo pronto da ieri, e a grande richiesta ho deciso di pubblicarlo oggi.
Allora, qui vediamo il nostro caro Luke un tantino agitato per le famose ripetizioni con Michael. Volendo sgranchirsi un po' e magari distrarsi un attimo scende giù in cucina dove trova Lorenza, che stava guardando una foto sul suo telefono... Chi saranno quei due ragazzi?? Perché Lorenza stava osservando una loro foto e ha reagito in quel modo? Uhm, qui Lorenza Rossi nasconde un segreto ahah Lo scopriremo molto presto chi saranno i due ragazzi, però, e anche il perché della sua reazione.
Poi, scopriamo che Lorenza aveva veramente sospettato qualcosa, e ci aveva persino azzeccato. Luke, poverino, inizialmente é preso dal panico, ma poi si confida con la nostra italiana. Che storia vorrà raccontargli ora Lorenza? Vi anticipo già che questo lo scopriremo nei prossimi due capitoli, che non saranno dei capitoli veri e propri. Sarà più una storia a parte, quella che appunto Lorenza racconta a Luke. Mi é venuta un po' troppo lunga, forse, quindi ho pensato di dividerla in due capitoli. Spero che non vi annoi, e che vi piaccia lo stesso. L'ho dedicata alla mia migliore amica, il perché di come mi é venuta in mente questa breve storia però ve lo spiegherò alla fine del prossimo capitolo. Vi prego solo di avere un attimo di pazienza, vi giuro che poi ritorneranno i Muke, e continuerà la storia ahah.
Bene, ora tolgo il disturbo lol Se il capitolo vi piace, vi prego, mettete votini e commentate. É molto importante per me sapere che la storia vi piace e cosa ne pensate. Vi ringrazio ancora tanto per le letture, perché ho raggiunto 2.3K di visualizzazioni, e anche per i voti. Questa volta riuscite a farmi arrivare il capitolo a 15 voti e a 60 visualizzazioni in una settimana?
Se ce la fate passo dalle vostre storie, voto e commento, se non le seguo ancora ahah Promesso!
Ciao, people! A presto! ❤️

Solo Per Te (Muke)Where stories live. Discover now