QUINDICI

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"Michael Clifford ha accettato la tua richiesta di amicizia. Scrivi sul diario di Michael."

La notifica risaliva ad un'ora prima, più o meno. Per sessanta minuti buoni Luke aveva sorriso come un ebete, riletto quel messaggio fino allo sfinimento, e aveva sentito persino i fuochi d'artificio esplodere nella sua testa, talmente era felice.
Il giorno prima, cioè cinque giorni dopo l'incontro con Michael davanti al supermercato, si era fatto coraggio e gli aveva finalmente inviato la richiesta di amicizia. Un giorno lo avrebbe anche chiamato, visto che era lui quello ad avere il suo numero di cellulare.
Per tutta la giornata, però, non gli era arrivata nessuna sua risposta, e Luke aveva iniziato un po' a perdere le speranze, ma poi l'indomani, cioè quel giorno, era tornato a casa dopo una giornata di scuola da dimenticare, e quando aveva trovato la sua conferma tutta la rabbia di quella mattina si era un po' affievolita.
Quella mattina il prof Stanley lo aveva interrogato di filosofia.
Lui aveva studiato e si sentiva pronto per un'eventuale interrogazione, anche ne aveva sentito sì e no due in croce per farsi un'idea di quello che chiedeva il prof, e magari non pensava che lo avrebbe chiamato subito. Invece, il caro signor Stanley aveva scelto proprio Luke, e come se non bastasse gli aveva fatto delle domande incomprensibili, che non stavano né in cielo né in terra, e su argomenti che non aveva nemmeno spiegato. Alla fine gli aveva regalato una D solo perché alcune cose le sapeva, però gli aveva raccomandato di essere più sicuro, e inoltre aveva aggiunto un "vedremo come andrà la verifica".
"Più sicuro?!" A Luke era venuto un così tale nervoso. Okay, lui era sempre stato un inguaribile insicuro, però, se c'era una cosa in cui aveva sempre mostrato sicurezza - una delle poche -, quella era quando doveva svolgere una verifica o un'interrogazione.
Per forza, lui sì che si faceva un mazzo a studiare, per il suo buon dovere di studente e per la  sua voglia di imparare, non come certi che copiavano o si facevano suggerire e i professori non li vedevano mai, come se avessero gli occhi foderati di prosciutto.
Ora doveva arrivare quell'inglesino dagli occhiali a forma di oblò, con le sue domande da stronzo, e doveva insegnargli come comportarsi durante le interrogazioni?
<Non te la prendere, Lukey. Non lasciarti condizionare dal giudizio di una singola persona, specialmente se ha dei problemi> lo aveva confortato Lorenza.
Lei aveva detto che se ne intendeva di comportamenti del genere. All'esame di terza media l'avevano ammessa con un nove pieno, ma poi alla fine di tutto si era ritrovata con un nove camuffato da otto, solo perché nella prova di francese, per l'emozione aveva sbagliato a scrivere la parola "livre", e perché quella brava donna della prof di matematica le aveva dato sette, mentre durante tutto l'anno scolastico le aveva dato sempre nove. Probabilmente avrà pensato che lei aveva copiato per tutto l'anno in tutte le verifiche, chi lo sapeva. L'importante era premiare i paraculati, poi chi si era fatto il cosiddetto culo per tre anni pazienza, tutto era decretato da quelle cinque o sei prove. Fortuna che ora Lorenza si trovava abbastanza bene al liceo, lì sì che le riconoscevano il suo impegno.
<Mi ricorda tanto il mio prof di filosofia in Italia> aveva, inoltre, aggiunto la ragazza! riferendosi al professor Stanley. <Chissà perché tutti quelli che insegnano filosofia sono uomini, e per di più strani. Bisogna avere una mente contorta per amare quella roba.>
Luke condivideva appieno il pensiero dell'italiana. Era arabo schietto, quella materia, per lui.
Ora il prof Stanley aveva spiegato Platone al suo solito metodo di insegnamento del cavolo, e lui ovviamente non aveva capito un acca, o soltanto pochissimo. Tra meno di due settimane, poi, aveva segnato una verifica scritta, e con questo voto più quello di interrogazione sarebbe stato a posto per quel trimestre, prima di Natale non avrebbe valutato su altro.
Luke si sentiva nel panico. Aveva una misera D e doveva prendere almeno una B per avere una più decente C alla fine del primo trimestre. Non ce l'avrebbe mai fatta.
Per il momento decise di non pensarci e di distrarsi anche un po' dai pensieri su Michael Clifford.
Prima o poi, però, avrebbe dovuto pensare a quello a cui sarebbe andato incontro se la sua cotta sarebbe diventata sempre più grande, e se fosse stato ricambiato.
Erano le 17.45, tra mezz'ora sarebbe stata ora di mettersi a tavola.
Luke scese al piano di sotto, dove erano tutti gli altri.
Che freddo che faceva quella sera. D'altronde, l'estate era finita da sì e no tre giorni, e tra poco sarebbe stato già ottobre. Luke, Lorenza ed Ashton si erano già muniti di felpe ed indumenti pesanti per stare in casa, invece Calum e Lisa continuavano a girare in maniche corte. Anzi, Luke poteva giurare di aver visto, in un giorno di pioggia, una ragazza in pantaloncini corti; lui non vedeva l'ora di ritornare a casa per ripararsi al caldo, e quella passeggiava tranquillamente con le gambe scoperte, come se l'estate e l'autunno in Inghilterra fossero la stessa cosa.
Era anche per questo, però, se Luke amava l'Inghilterra, con il suo clima senza stagioni e i suoi abitanti.
L'australiano si strinse meglio nella sua felpa blu ed entrò in cucina.
Calum ed Ashton erano seduti agli apici del tavolinetto; il primo stava messaggiando con la sorella, mentre il secondo stava coccolando per bene Harry, che a sua volta faceva beatamente le fusa sulle sue gambe.
Lorenza, invece, stava insegnando a Lisa come preparare delle semplici frittelle di zucchine.<Allora, Lisa, ora che abbiamo strizzato per bene le nostre zucchine, dobbiamo aggiungerle alla pastella con un pizzico di sale.>
La donna la guardò un attimo confusa, poi capì con una frazione di secondi di ritardo. <Ho capito. Quindi ora devo strizzare le zucchine.>
<No, Lisa, l'ho già fatto io poco fa. Adesso devi prendere le rondelle e le metti nella pastella fatta con farina e un'uovo> ripeté la ragazza, cercando di mantenere la calma. Aveva un po' di farina sulla faccia, e anche sulla felpa con la scritta "Okay? Okay". Un'altra fan di "Colpa Delle Stelle".
Lisa annuì ubbidiente, e fece ciò che l'italiana le aveva detto di fare.
<Perfetto, così. Ora giriamo un po' il tutto, e per finire iniziamo a friggere le nostre frittelle.> Lorenza prese un po' di quel miscuglio di pastella e zucchine con il cucchiaio e fece sei piccole montagnette nella padella colma di olio.
Lisa osservò meravigliata tutto quello sfrigolare. <Ohh, sembra una musica, e come si colorano per bene!>
Lorenza annuì consapevole, poi tese una forchetta alla padrona di casa. <Ecco, ora prova tu a controllare la frittura. Devi girarle quando vedi che diventano belle dorate su un lato, e le tiri fuori quando lo sono su entrambi i lati.>
Lisa la guardò come se fosse pazza. <Io?! Sei sicura, Luruenza?>
<Certo. Dai, che é semplice. Non ti preoccupare se si cuociono un po' troppo, é la prima volta che le cucini.>
A quel punto Lisa impugnò la forchetta e si mise a fissare attentamente la padella, come se temesse che le frittelle potessero mettere le gambe e saltare fuori da un momento all'altro.
Lorenza si appoggiò con la schiena al mobile della cucina, e raccolse i capelli in una coda di cavallo alta. <Visto che insegnante chef, Lukey?> scherzò, rivolgendosi a Luke.
<Bravissima, degna di Master Chef!> la prese in giro Calum, distogliendo lo sguardo dal cellulare.
Lei gli lanciò un'occhiataccia. <Non ho chiesto il tuo parere, scozzese.>
Il ragazzo alzò le braccia al cielo, sorridendo sotto i baffi.
Luke ridacchiò. <Dove hai imparato tutte queste ricette?>
<Guardando mia mamma mentre le cucina, che a sua volta, la maggior parte, gliele ha insegnate mia nonna. Lei sì che é una grande cuoca.> Nel frattempo controllò i passaggi di Lisa dietro ai fornelli, e quando la donna si voltò verso di lei come per sapere il suo giudizio, alzò entrambi i pollici in segno di approvazione.
<Tu, Luke, invece? Sei ancora arrabbiato con il tuo professore di filosofia?> chiese poi Ashton all'australiano.
Luke scrollò la testa. <Decisamente meno di prima. Solo che ho fatto due calcoli e, diciamo che ho poco più di quattordici giorni per studiare e soprattutto capire Platone, per prendere almeno una B nella verifica. Credo che sarà una battaglia lunga e difficile, però.>
<Ti servirebbero delle ripetizioni> suggerì Calum.
<Sì, ma dove? E con chi?>
<Mi piacerebbe aiutarti, Lukey, ma ho completamente rimosso dalla testa quello che ho studiato l'anno scorso in Italia, veramente> gli disse Lorenza. <Mi piace così tanto quella materia, che ho scelto di seguire un corso anche qui a Canterbury, pensa.>
<Io non l'ho mai studiata negli Stati Uniti, non saprei nemmeno da che parte girarmi> parlò Ashton a sua volta.
<Nemmeno io, so solo che studi il pensiero di filosofi antichi, e basta> concluse Calum.
Luke annuì leggermente. L'idea di Calum non era male. Non ce l'avrebbe mai fatta a capire tutta quella roba da solo, ma dove avrebbe potuto trovare una persona che gli avrebbe spiegato meglio del prof l'amore platonico e il resto?
In quel momento Lisa fece uno scatto e si voltò subito verso il diciassettenne. <Quale é la materia in cui hai difficoltà?> gli chiese.
<Filosofia> rispose Luke.
<So io allora chi può darti delle ripetizioni: Michael Clifford, il figlio di Karen, la vicina di casa.>
Il cuore di Luke iniziò a battere all'impazzata, come del solito succedeva tutte le volte che sentiva nominare il nome di Michael, ma questa volta batté ancora di più, perché si immaginò il ragazzo dagli occhi verdi intento a spiegargli la filosofia platonica.
"Michael?! Stiamo scherzando, vero?!"
<Michael Clifford ha studiato filosofia?> chiese Calum, sbalordito.
<É laureato in filosofia> precisò Lisa con enfasi, come se fosse quasi lei la madre del ragazzo e quindi orgogliosa di lui.
Calum sgranò ancora di più gli occhi. <Accidenti! Deve essergli piaciuta così tanto quella materia, però, se ora lavora al Warman's Music.>
La donna non fece caso alla battuta del ragazzo, e continuò a rivolgersi a Luke. <É un bravo ragazzo, gentile, e disponibile. Sua mamma mi parla sempre molto bene di lui. Forse, però, non lo conosci.>
<Tutt'altro, é quasi diventato suo amico> si intromise sempre lo scozzese. <L'altra volta in negozio erano lì che parlavano allegramente. Anche noi ci siamo presentati, allora.>
<Era solo venuto a chiedermi se avevo bisogno di una mano, da bravo commesso. A quel punto ci siamo detti solo poche parole> si difese l'australiano. Poi, guardò un attimo distrattamente verso Lorenza.
Eccolo di nuovo, il suo sguardo da Sherlock Holmes.
Appoggiata al ripiano della cucina, le braccia incrociate al seno, la ragazza lo stava scrutando attentamente, come se fosse decisa a scavare nella sua mente o nella sua interiorità per capire qualcosa che lui nascondeva.
A Luke metteva soggezione quello sguardo, e paura.
Lisa, intanto, batté le mani contenta. <Ma é stupendo, allora, visto che lo consoci già! Ti darà ripetizioni di sicuro, se glielo chiedi.>
<Ripensandoci, forse non é tutto così complicato. Se mi ci metto con impegno, riuscirò a capire qualcosa> cercò di deviare l'idea il diciassettenne.
"Non potrei mai resistere alla presenza di Michael Clifford a pochi centimetri da me, mentre mi spiega la lezione, e vederlo gesticolare con le sue mani dalle dita affusolate e così morbide." Chissà come sarebbe stato sentirle sulla propria pelle, sul proprio viso. Vederlo parlare muovendo quelle labbra così rosa, e anche qui chissà come sarebbe stato assaggiarle, sfiorandole con le proprie. "Oh, accidenti, se faccio già questi pensieri..."
<Perché? Qual'é il problema se gli hai già parlato?> gli domandò sempre Lisa, con un velo di delusione negli occhi.
"Perché mi piace. E tanto."
<Perché non vorrei disturbare.>
<Oh, Luke, che tenero ragazzo che sei. Sono più che certa, però, che non lo disturberai affatto, e ti assicuro al cento per cento che non ti dirà di no. Fidati.>
L'australiano annuì e ricambiò timidamente il sorriso che gli rivolse la donna.
<Ah, ti do il suo numero di telefono> esclamò ancora quest'ultima. Lasciò un attimo a Lorenza il controllo della padella, così guardò un secondo nella rubrica e trascrisse il numero di Michael su un foglietto.
Luke, ovviamente, non le disse che lo sapeva già.
<Ecco fatto. Quando vuoi uno di questi giorni puoi fargli una chiamata. O preferisci che glielo anticipi già io a sua mamma?>
Luke scosse la testa. <Glielo chiederò io. Comunque, sei veramente sicura che non gli darò disturbo? Magari deve lavorare tutti i pomeriggi. Penso che sia tutti i pomeriggi in negozio. Io, invece, sono a scuola, e torno per le cinque.>
Stava cercando disperatamente una scusa per evitare tutto, anche a costo di mentire, perché infatti sapeva perfettamente l'orario di lavoro di Michael. Glielo aveva detto lui in persona.
Lisa lo guardò con le mani sui fianchi. <Hai sentito quello che ti ho detto prima, signorino? Ti aiuterà volentieri, stai tranquillo. E poi non lavora tutti i pomeriggi. Forza, chiediglielo.>
Luke non sembrava ancora del tutto convinto.
<Se non lo fai tu, lo farò io per te. E guarda che io faccio ciò che dico.>
Il ragazzo, a quel punto, le sorrise sincero.
Lisa sembrava così contenta all'idea che Michael lo aiutasse con quelle ripetizioni, così come lo era perché aveva scoperto che si erano già rivolti la parola.
Gli dispiaceva dirle di no, anche se si sarebbe trattato di trascorrere un paio di ore con Michael Clifford.
<Va bene, lo farò> le disse Luke, alla fine.
Lisa a momenti lo abbracciò per la gioia. <Bravo il mio ragazzo!> Poi ritornò dietro ai fornelli.
Calum andò un secondo al bagno, Ashton, invece, si offrì per apparecchiare la tavola, e scomparì in salotto.
In cucina rimasero solo Luke e Lorenza insieme a Lisa.
Lorenza faceva finta di niente ora, ma Luke si aspettava che prima o poi avrebbe detto o fatto qualcosa, per fargli capire che forse aveva capito la sua simpatia per il loro vicino di casa.
Aspettava anche il momento in cui si sarebbe sentito pronto per chiamare Michael.
Oh, accidenti. E ora come sarebbe andata a finire?
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SPAZIO AUTRICE
Salut, people! Comment ça va? Moi très bien.
Ultimamente ho passato la maggior parte del tempo a fare i compiti che i prof ci hanno assegnato per le vacanze (dovevo trovare un po' di tempo per farli prima o poi lol), però sono riuscita a trovare come sempre il tempo anche per dedicarvi il capitolo settimanale della mia storia.
Sono arrivata a 2K di letture!! Che bello, sono contentissima! Grazie infinitamente, people, perché é soltanto merito vostro se sono arrivata già qui. Quando ho iniziato a pubblicare la storia pensavo che non l'avrebbe letta nessuno, o solo in pochi, invece piano piano mi sto ricredendo. Vi voglio un mondo di bene, e vi chiedo di continuare a seguirmi e a leggere le sciocchezze che pensa la mia mente e che io scrivo ahah.
Detto ciò, passiamo ora un attimo come al solito al capitolo. Luke, poverino, lo vediamo alle prese con la filosofia, che non sembra proprio amare come materia (tesoro, sono d'accordo con te. Mi dispiace filosofia, ma io e te non saremo mai amiche. Lo ripeterò finché non smetterò di studiarti, scusami). Calum gli propone di seguire delle ripetizioni, e in effetti l'idea é ottima, e a Lisa viene subito in mente di chiederlo a Michael, visto che lui é laureato proprio in questa materia (coincidenze? No, non credo). Anche questa idea non sarebbe male, Lisa, c'è solo un piccolo problema: a Luke PIACE Michael!
E ora, come andrà a finire? Luke chiamerà Michael per queste ripetizioni? E Michael seguirà la scommessa dei suoi amici, oppure no, ma succederà lo stesso un caos?
Ancora un attimo di pazienza, lo scoprirete molto presto, e soprattutto continuando a leggere.
Ora vi lascio, perché, purtroppo ho altro da fare (sad life lol). Spero che non ci siano errori, perché l'ho riletto piuttosto di fretta.
Se il capitolo vi piace, vi prego, non dimenticate di mettere votini e commentare. É molto importante per me sapere che la storia vi piace e cosa ne pensate. Riuscite a farmi il capitolo almeno a 12 voti e 50 visualizzazioni in una settimana? Se ce la fate, vi faccio un piccolo anticipo in chat ahah
Va bene, me ne vado.
Au revoir, people! A presto! ❤️
P.s.: sono riuscita a fare uno spazio autrice abbastanza corto. Evvai!

Solo Per Te (Muke)Where stories live. Discover now