1° capitolo

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Finalmente dopo un'intera vita passata a studiare, potevo finalmente fare sul serio e iniziare a lavorare. Dopo molte ricerche ero riuscita a trovare un lavoro come segretaria, nello studio di un veterinario, nel paesino di Canterbury.

Il rumore assordante del treno sulle rotai inziò a sentirsi: gente che urlava, fischi di capotreni, messaggi provenienti dagli altoparlanti. La stazione era viva, piena di gente esaurita, concentrata solo ed unicamente sul proprio lavoro. Per arrivare allo studio ero costretta a prendere il treno ogni mattina. Ed ecco che il mio era arrivato, ci salii sopra e mi sedetti su uno di quei posti vicini al finestrino. Presi le cuffiette dalla mia borsa e le infilai nel mio cellulare, mettendo sulla riproduzione casuale, sperando che nessuno notasse la mia presenza. Quella mattina, però, successe qualcosa di inpensabile. Nei posti vicino al mio mio, due ragazzi avevano preso a litigare, successivamente ad alzarsi in piedi e in seguito a sferrarsi pugni a vicenda.

Ormai i due grondavano di sangue e due donne erano andate a chiamare il capotreno per cercare di fermarli. Qualcuno cercava di separarli, ma i due ragazzi erano così furiosi tra di loro, che l'adrenalina aveva preso posto fisso nei loro corpi e gli aveva donato una forza sovraumana. Sapevo che lì, non ero al sicuro, poichè troppo vicina a quel "combattimento" e cercai molto silenziosamente di spostarmi in un posto un pò più sicuro.

"Attenta!" le urla di un ragazzo mi fecero sobbalzare e voltarmi nella sua direzione. Ma il suo "attenta" era arrivato troppo tardi alle mie orecchie: un pugno mi colpì in pieno volto facendomi perdere i sensi e crollare nel buio totale.

"Signorina, signorina si svegli!"

Sentivo delle parole non chiare e dopo un pò riuscì ad aprire gli occhi, da prima scorgendo una luce abbagliante e poi due occhi color oceano vicinissimi al mio volto. Sobbalzai, cercando di rimettermi in piedi, ma la testa mi faceva un male assurdo e fui costretta a rimanere nalla posizione in cui mi trovavo. Mi toccai la fronte e sentii un' enorme pretuberanza, dolorosissima.

"Ha ricevuto una bella botta, sa?"

"Mhm.."

"Forza, l'aiuto a sedersi."

Il ragazzo mi prese una mano e molto delicatamente mi tirò su.

"Va meglio?"

Non risposi a nessuna delle sue seguenti domande, mi limitavo ad annuire verso il pavimento.

Bene, avevo fatto tardi il mio primo giorno di lavoro, mi avrebbero sicuramente licenziato. Quello sconosciuto era così gentile con me, volevo presentarmi ma mi bloccai, cercando di mettermi in piedi e allontanarmi il più possibile da lui. Il ragazzo mi prese un braccio facendomi girare nella sua direzione.

"Comunque piacere io sono Louis...Louis Tomlinson."

Rimasi lì, impietrita per qualche secondo, fin quando qualcosa non distrasse il ragazzo, permettendomi di scappare. Quello sconosciuto mi aveva aiutato, dovevo ringraziarlo e invece ero scappata via, come un'emerita stupida.

He was magneticWhere stories live. Discover now