4° Capitolo

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"Grandioso! Ti aspetto davanti allo studio veterinario alle 20, va bene?"

"Si si, è perfetto."

"Ok, ciao."

"Ciao."

Riagganciai.

Per un attimo mi sentii persa..e se sarebbe stato tutto uno sbaglio? Non avrei dovuto accettare quell' invito, sarebbe andato tutto sicuramente storto. Tutta quell'energia che mi aveva aiutato a chiamare Liam e ad aderire alla sua proposta era improvvisamente svanita. 

"Treno diretto per Londra, in arrivo sul binario 9"

L'annuncio dell'arrivo del mio treno, mi fece tornare alla realtà.

Ci salii e mi sedetti ad uno dei miei soliti posti. Pensierosa guardai fuori dal finestrino alla ricerca di una qualche idea, ma niente, ormai era troppo tardi, non potevo disdire più niente.

Tornai a casa e in fretta mi infilai nel letto. Ero stanca, terribilmente stanca. 

Ed ecco che l'incubo di ogni notte, si presentò. 

Io, mano nella mano con mio fratello Antony. Una passeggiata lungo il lungomare e quel proiettile che dal nulla lo colpisce dritto al cuore. 

Mi svegliai, urlando con il viso bagnato di lacrime.

E pensare che quello, un tempo non è stato altro che l'orribile realtà. Se solo non fossi stata così testarda a uscire quel giorno, se solo non fossi stata così capricciosa da farmi portare in quel posto da lui, a quest'ora lui starebbe ancora al mio fianco, vivo e sorridente come non mai. Tutta colpa mia. Da quel giorno la mia vita cambiò. Dopotutto una bambina di sei anni aveva visto morire davanti ai suoi occhi il suo fratellone. Quel fratello a cui voleva bene più di ogni altra persona al mondo, quel fratello che quando lei non riusciva a dormire, le si metteva accanto e le raccontava le storie più buffe. Quel fratello che non sarebbe più tornato. La mia mente dopo quel giorno, non ragionò più. Vivevo come in un mondo parallelo, dove esistevo solo io, ed è da qui che ebbe inizio quel mio disturbo. Erano passati ben quindici anni da quel giorno, ma quel ricordo nella mia mente era sempre vivido, sembrava non volesse scomparire.

Decisi di alzarmi e di andare in cucina per prendere un bicchiere d'acqua. 

Mi poggiai su una sedia e posai il mio sguardo su un muro. Lì, era ancora appeso la foto del giorno del suo diploma. Sorridente come sempre e con quella divisa che gli stava a perfezione. Chissà cosa avrebbe voluto lui che io facessi. Dovevo cercare di voltare pagina alla mia vita o continuare a rimurginare il passato? Pogiai, completamente la testa sul tavolo, mettendomi le mani sui capelli. Iniziai a schiaffeggiarmi "TUTTA COLPA MIA" ripetevo, piangendo come una disperata. Quel gesto, fu così incontrollato.

"Ehi ehi, tesoro, calmati."

Date le mie urla, avevo fatto svegliare mia madre, che aveva deciso di venire a vedere cosa stessi facendo. Mi poggiò delicatamente una mano sulla schiena, massaggiandola. Alzai il viso e continuai a fissare quella foto. In contemporanea mia madre, alzò gli occhi nella stessa direzione dei miei.

"Diana, lui non vorrebbe che tu stia così."

Mi mise due dita sotto il mento, volgendo il mio viso verso di lei. Il mio viso era pieno di lacrime e lei con il polpastrello cercò di asciugarle. In seguito mi abbracciò ed io non potei fare altro che ricambiare, stringendola più forte che potevo. 

He was magneticOù les histoires vivent. Découvrez maintenant