3° Capitolo

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"Ehi, tu sei la ragazza che aveva ricevuto un pugno in faccia qui sul treno ieri mattina, giusto?"

Non ero riuscita nel mio intento. Mi aveva raggiunto, mettendomi delicatamente una mano sulla spalla. Non volevo assolutamente rispondere, ma di certo non potevo evitarlo.

"Si, sono io."

Mostrò un meraviglioso sorriso.

"Sono stato davvero fortunato ad averti ritrovata. Eri scappata via, così all'improvviso e non mi hai dato il tempo di chiedereti quale fosse il tuo nome..."

Abbassai il volto. Non avevo la forza in quel momento di dirgli il mio nome.

"C'è qualcosa che non va?"

Inclinò la testa, cercando di incontrare il mio sguardo. Io, semplicemente, scossi la testa, come segnale di un "no".

"Il mio nome è Diana, Diana White."

Sentii una forza straordinaria scorrermi nelle vene e in un secondo alzai il volto, incrociando i suoi occhi.

"Allora non sei muta!" Disse, ridendo.

Scossi la testa di nuovo.

Il tempismo di quel treno fu impeccabile. Proprio in quel momento era arrivato alla stazione di Canterbury, permettendomi di scappare via. Lo lasciai per seconda volta, senza neanche un cenno di saluto. Mentre scendevo e mi avviavo a passo svelto fuori da quel posto, non mi girai affatto indietro, sapevo che Louis mi stava osservando e non avrei permesso che il mio cuore si sentisse in colpa.

Quella mattina allo studio veterinario, tutto andò liscio fin quando non riapparse il nipote del dottore, quel ragazzo di nome Liam. Con il suo solito casco tra le mani e quei capelli perfettamente in ordine. Si rivolse immediatamente a Julie.

"Ciao Julie, come va?"

"Ciao Liam, tutto bene, cosa ti porta qui?"

"Ho due biglietti per il ballo che si terrà qui in paese domani sera. Mi chiedevo se ti andava di venire con me.."

"Liam, mi dispiace, domani sera ho il corso di pittura e non posso assolutamente perdermi quella lezione."

"E ora chi ci porto? Non posso andare da solo, i miei amici mi prenderebbero per un idiota. Aspetta..."

Qualcosa nella mia mente, aveva capito da subito, che quel "aspetta" non avrebbe portato niente di buono.

"Scusami, mhm..D..Di.."

Schioccò le dita più volte. Evidentemente non ricordava il mio nome e forse quel gesto sarebbe riuscito a farlo riaffiorare nella sua mente.

"Liam, si chiama Diana." Disse Julie, con un tono al quanto infastidito.

"Ah, si certo, Diana. Ti andrebbe di essere la mia accompagnatrice domani sera?"

Iniziai a tremare e le mani presero a sudare. Girai nervosamente il mio anello. Ero indecisa sulla mia risposta. Strano, piuttosto strano. Un tempo avrei subito pronunciato un secco e sincero "no", ma ora era diverso. Sentivo sentimenti contrastanti nel mio stomaco e nella mia mente. Ma cosa mi stava succedendo?

"Allora?"

Alzai lo sguardo della mia scrivania verso i suoi occhi. Strinsi le mani in pugni.

He was magneticWhere stories live. Discover now