18° Capitolo

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Mi chiedevo perchè certi momenti non potessero essere eterni; eterni per la loro unicità, bellezza e perfezione..perchè certi momenti sono capaci di cancellare in un istante ogni singola sofferenza, ogni singolo brutto ricordo. 

Beh quello che stavo vivendo era proprio un momento del genere e solo dopo pochi attimi mi resi conto che Louis in se era il mio "certi momenti".

Quanto lo amavo, quanto volevo ringraziarlo, quanto volevo trascorrere il resto della mia vita tra le sue braccia..

"Vuoi stare tutta la notte qui?"

"Certo" mi sarebbe piaciuto rispondere ma dissi solo "no" con una piccola risata.

"Ci sentiamo allora". E mentre mi avvicinavo per salutarlo con un ultimo bacio mi prese il viso tra le mani e me ne diede uno sulla fronte lasciandomi di sasso.

Una bacio sulla fronte? Cosa? Non capivo davvero.

Cosa stava a signifare? Perchè? Perchè tutte quelle parole d'amore e poi quel gesto così effimero e semplice?

Quella notte capitò di nuovo.

Respiro affannoso, disorientamento e claustrofobia si fecero sentire come non mai mischiandosi e travolgendomi in un uragano di dolore. Mi alzai di corsa dal letto e raggiunsi il bagno. Mi gettai dell'acqua in faccia ma fui sopraffatta da un giramento di testa senza precedenti: sentivo come se l'intero pianeta stesse facendo il suo moto di rotazione ad una velocità impossibile e cercai così di reggermi da qualche parte ma lo stordimento mi fece un brutto scherzo dato che misi la mia mano su di una mensola che mi cadde addosso e scagliò su di me un' enorme bottiglia di detersivo che mi fece svenire.

"Sua figlia ha problemi ben più gravi di un semplice disturbo evitante di personalità signor. White, cerchi di accettarlo".

Mi svegliai al suono di queste parole, a cui lì per lì non diedi molto peso.

Ero stanca, terribilmente stanca e senza un briciolo di forza, neanche la forza di aprire gli occhi. 

Non ricordavo nulla. Cosa mi era successo? Dove mi trovavo? Iniziavo a sentire una punta di panico e decisi di sfruttare tutta la mia volontà in quel momento per aprire gli occhi. 

Ero evidentemente in una sala d'ospedale.

"Diana! Diana!"

Mia madre si avvicinò a me e mi strinse la mano piangendo.

"Piccola mia, finalmente". Non ebbi il tempo di formulare una parola, una domanda che ricaddi in un sonno profondo.

"Diana sai, stavo leggendo delle frasi di Dante su Internet e non so perchè mi sono soffermato su questa "L'amor che move il sole e l'altre stelle". E' l'ultimo verso dell'intera Divina Commedia e mi sono reso conto all'istante quanto fosse semplice e perfetta allo stesso tempo. L'amore è tutto ciò che ci rende ciò che siamo, l'amore è ciò che ci dà al mattino la forza di alzarci, l'amore è l'unica cosa capace di sconfiggere guerre, distanza e dolore, l'amore è quel sentimento che mi ha reso vivo come non mai, che mi ha fatto capire davvero quante cose meravigliose il mondo ci riservi se hai una persona che ami e quella persona sei tu Diana. E so che sono stato stronzo, coglione e vigliacco e so che c'è voluto Dante a farmi capire questo ma io ti amo per davvero e non voglio per alcun motivo lasciarti andare e ti prego fai anche tu altrettanto, non lasc.."

Si fermò ed iniziò a piangere mentre mi stringeva sempre più forte la mano.

"Non lasciarmi, non lasciarmi, non lasciarmi anche tu".

Quanto avrei voluto rispondergli "Louis non lo farò mai, mai, mai neanche se un esercito di uomini con fucili carichi puntati sulla mia testa mi abbligassero a farlo perchè anch'io ti amo davvero" ma mi mancava ancora la forza per farlo e solo un lacrima uscì dal mio occhio destro.

Per un'intera settimana ero stata tra la veglia e il sonno. 

Per un'intera settimana non avevo dato segni di coscienza ma una mattina aprii di scatto gli occhi e dissi "Louis".

Lui non c'era, non c'era nessuno in verità, ero sola in quella stanza che ormai puzzava di lacrime e tormenti. Mi guardai intorno dalla mia posizione stesa e alla mia destra vidi un enorme vaso di fiori con un biglietto che purtroppo non riuscivo a leggere. Rimasi immobile ad osservare il soffitto e mi domandavo dove fosse Louis, cosa stesse facendo e se alla fine avesse rinunciato e fosse stato lui a lasciarmi. All'improvviso con un viso cupo e corroso dalle lacrime entrò mia madre che non appena mi vide con il volto girato verso di lei e gli occhi aperti si fiondò per un'ennesima volta verso di me.

"Diana, Diana ti prego ti prego ti prego, stavolta non riaddormentarti resta con me".

"No, mamma, penso che non lo farò".

Mi guardò con un sorriso mai visto prima e mi baciò calorosamente dappertutto.

Dopo un paio di ore finalmente ebbi la forza di mettermi seduta.

"Signorina White ha subito una bella botta che le ha procurato un trauma cranico". 

Un dottore dal bell'aspetto si rivolse a me confessandomi tutto ciò che mi era successo.

"Ricordi cosa ti è successo quella notte?"

"Beh..ricordo che all'improvviso mi è girata la testa e..una bottiglia di detersivo mi è caduta addosso".

"Mhm..ti è capito altre volte questo giramento di testa improvviso?"

"Si, ma non spesso. Solo quel giorno mi è capitato due volte".

"Come sospettavo. Lei soffre di "sindrome vertiginosa" ma non è nulla di grave, semplicemente è tutto causato da stress e forti emozioni dato che sappiamo bene che lei è piuttosto fragile dal punto di vista psicologico. Quindi, mi raccomando, si riguardi. Le faremo un altro paio di controlli e poi può tornarsene a casa".

"Va bene, grazie".

Forse aveva ragione Julie: cosa sono oltre ad essere una malata? Nient'altro.

"E' permesso?"

"Louis.."

Si affacciò alla porta con un altro maestoso mazzo di fiori ed un enorme sorriso sul viso.

"Questa volta si sono invertiti i ruoli a quanto pare". Disse, cercando di sdramatizzare la situazione.

"Louis.."

"Dimmi Diana".

"Mi vuoi sposare?"

He was magneticOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz