14° Capitolo

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Quando andavo a scuola la pratica non era mai stato il mio forte, ma nella teoria ero senza dubbio la migliore. 

In quell'occasione capii che questa mia caratteristica sarebbe stata per sempre una parte di me.

Ero la migliore nel dare consigli, nel parlare, ma quando dovevo agire avevo delle difficoltà.

Sapevo benissimo cosa dire a Louis, dovevo solo trovare il coraggio e il modo di farlo.

Era lì, a pochi metri da me. 

Aveva gli occhi scavati di chi non dorme da giorni e le labbra bluastre di chi rimane troppo tempo in luoghi umidi come quello in cui ci trovavamo.

I capelli erano lunghi, raccolti da una fascia molto probabilmente per cercare di coprire in qualche modo il loro aspetto fradicio.

Era seduto ad un tavolo con una mano sulla fronte e l'altra a mantenere un bicchiere contenente uno strano cocktail. Inutile dire che il suo aspetto era a dir poco spaventoso, mi chiedo ancora come sia riuscita a riconoscerlo.

Mi avvicinai lentamente e presi posto sulla sedia esattamente al suo fianco.

Non gli rivolsi la parola fu lui a farlo non appena si girò verso la mia direzione.

"Chi non muore si rivede."

Disse, con un sorriso alquanto schizofrenico sul volto mentre portava alla bocca un altro sorso di quella bibita.

"Non potrei dire la stessa cosa di te."

Mi guardò in faccia un secondo per poi distogliere lo sguardo in un'altra direzione.

Passarono secondi di silenzio, un silenzio che avrebbe rischiato di farmi esplodere in un urlo.

"Allora..come te la passi?"

"Bene, come puoi vedere."

Rispose, alzando quel maledetto bicchiere.

"Non si direbbe dal tuo aspetto, però."

"Ah..ho cambiato look, tutto qui. Urban Style lo definirei."

"Se ti riferisci al look dei barboni che si trovano per le strade, allora hai perfettamente ragione."

Osò una risata sotto i baffi in silenzio.

"Ora è meglio che te ne vai."

Questa volta osai io una risata.

"Dopo tutta la fatica che ho fatto per trovarti non mi azzardo neanche a pensarci."

"Perchè sei diventata così testarda? La Diana che conoscevo io era una bambola di porcella, fragile e immobile e ora eccoti qui, più forte di un carro armato. Mi chiedo se questa trasformazione sia colpa mia."

"Molto probabilmente si. E non puoi certo lasciarla a metà, la tua era una promessa.."

Le parole mi morirono in gola. 

Non capisco il perchè, ma sentivo che mancava poco e mi sarei messa a piangere.

"Già."

Fu la sola parola che pronunciò. 

Scattai dalla sedia con la gola più ardente del fuoco.

"Tu non sei diverso."

"Cosa?"

"Sei identico a tutti gli altri. Pensare che io..mi vergogno anche solo a dirlo ora. Sei uno stronzo e lo ammetto mi fai schifo!"

Mi prese un braccio con una forza indescrivibile e mi trascinò verso di lui.

He was magneticWhere stories live. Discover now