16° Capitolo

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Mi chiedo perchè mi comportavo così.

Urlare come un'ossessa sotto la pioggia e per di più nel bel mezzo di una strada trafficata. 

Mi chiedo come abbiano fatto donne come Elisabetta I o Cleopatra ad essere indipendenti senza il bisogno della "dolce metà" che le supportasse.

Ad essere forti e sempre a testa alta, a raggiungere i propri obiettivi senza alcun timore. Me lo chiedo perchè io non mi sentivo in grado di riuscirci.

Avevo un disperato bisogno della "dolce metà", avevo bisogno di LUI.

La sua corsa era interminabile e il mio fiato iniziava a dare segni di abbandono, così urlai "Louis!" con quanta più voce avessi in corpo in quel momento. 

Mi accasciai, mi arresi.

La pioggia continuava a battere forte sul terreno quasi a voler impersonificare il mio stato d'animo caratterizzato esclusivamente da rabbia e paura. 

Era tutto così difficile e il mio corpo continuva a non avere forze, bloccato da quelle mille domande che affollavano la mia mente.

Sola, senza Louis, di nuovo.

Passarono ore prima di riuscire ad alzarmi e prendere un bus per ritornare a casa. 

Mi gettai su una sedia in cucina, osservando disperatamente fuori dalla finestra. Non sapevo cosa fare. Non sapevo cosa pensare.

Decisi così di mettermi a letto e provare a dormire in qualche modo.

Mi svegliai con la convinzione di iniziare una nuova vita; mi serviva per iniziare un nuovo lavoro. Scesi in città e presentai il mio curriculum a quante più agenzie possibili. Gli eventi della sera prima però non mi avevano abbandonata, erano sempre lì immobili e immutati. 

Continuai a camminare fin quando non mi fermai davanti ad un particolare negozio: un negozio di tatuaggi. Poco prima era appena uscito un ragazzo con tatuato sul braccio destro un enorme rosa colorata e la sbandierava fiero. 

Qualcosa di a dir poco assurdo stavo per fare, ne ero sicura, sicura come 

del fatto che fosse la cosa migliore da fare in quel momento.

I tatuaggi danno forza, speranza e ricordi.

Simboleggiano libertà e voglia di vivere senza alcun timore.

Sono indelebili quasi per rendere eterno quel simbolo che un tempo significava il tutto. 

Vi entrai e mi guardi attorno. L'ambiente era buio e abbastanza tetro, le mura erano decorate con tantissimi tatuaggi per mostrare le doti dell'artista.

"Bella, hai bisogno di aiuto?"

Un signore enorme con stile punk anni 80 si rivolse a me.

"Vorrei farmi un tatuaggio".

"Sei venuta nel posto giusto! Prego, entra in quella sala. Dici a Matt cosa vuoi e ti accontenterà, stanne certa" Disse, facendo un occhiolino di rassicurazione.

Per la prima volta in vita mia non provavo un cenno di paura ma solo ferma convizione.

Matt era di fronte a me con in mano quello strano arnese, alzò lo sguardo e mi fece un sorriso.

"Ciao, siediti".

Mi fece accomodare su di un lettino.

"Allora cosa vorresti?"

"Qualcosa che simboleggi forza, libertà ed indipendenza".

"Wow, bei temi. Qualcosa di elaborato o semplice?"

"Semplice."

"Ottimo! Proporrei delle rondini".

"Rondini?"

"Si, le rondini sono molto più forti di quello che sembrano sai? Resistono a situazione climatiche pazzesce e affrontano viaggi oltrepassando interi continenti. Poi costruiscono tutte da sole nidi grandi e robusti e sono in grado di proteggere i loro i piccoli".

"Oh si, non avevo mai guardato le rondini da questo punto di vista".

"Perchè ti sei fermata sempre e solo sul loro aspetto..ecco una serie di rondini, quali preferisci?"

La scelta era davvero difficile, erano tutte a dir poco fantastiche ma alla fine optai per tre rondini stilizzate.

"Queste".

"Semplici e piene di significato, scelta eccellente! Dove le vorresti?". Mi sorrise un' ennesima volta.

"Sotto il polso."

"Ok, solo 15 minuti e avrai il tuo bellissimo tatuaggio."

Non appena iniziò a disinfettarmi la zona del polso, iniziai a tremare. 

Era una situazione nuova e avevo la terribile paura che potesse accadermi qualcosa.

"Ehi, calmati, dobbiamo ancora iniziare" ed iniziò a ridere.

"Si, scusa".

"No, non scusarti, è normale."

Iniziò il suo lavoro e per mia grande sorpresa fu molto meno doloroso di quello che mi aspettassi.

"Ecco, finito!"

Iniziai a guardarlo. Era davvero bello.

Mi sentii improvvisamente più sicura di me.

"Funziona".

"Cosa?"

"Mi sento più forte". Dissi a Matt, il quale si mostrò soddisfatto.

"Mi fa piacere. Devi tenere la plastica per due giorni e se vedi qualche rossore non esitare a venire qui".

"Va bene, grazie mille".

"Figurati".

Mi allontanai verso l'uscita di quella stanza per pagare.

80£, poteva andarmi peggio.

"Scusa!"

All'improvviso Matt uscì dal negozio, attirando la mia attenzione. Si avvicinò frettolosamente lasciandomi di stucco.

"Un'ultima cosa..non so il tuo nome".

"oh..Diana, Diana White".

"Diana, wow! Ehm..sei libera domani sera?"

LOUIS, LOUIS, LOUIS

"Si".

"Perfetto! Alle 20 vieni pure qui, ti porterò in un posto bellissimo".

"Grandioso".

"Si! Ora devo proprio tornare a lavoro, altrimenti chi lo sente a George..a domani".

Mi lasciò un bacio sulla guancia e scappò via.

Mi sentivo elettrizzata, viva, straordinariamente e inverosimilmente folle.

He was magneticKde žijí příběhy. Začni objevovat