8° Capitolo

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Appena rientrai a casa mi gettai sul letto, osservando il soffitto. Non riuscivo a capire il motivo del comportamento così egoista e cattivo di Julie. Era la mia presenza che la infastidiva? Probabile. Potevo essere una persona orribile con cui condividere i propri spazi e lo ammettevo. Non avrei certo voluto litigare (anche perchè non ne sarei stata capace) ma semplicemente chiarire la situazione. 

"Treno per Canterbury in arrivo sul binario 10."

La frenetica giornata di lavoro ebbe inizio con le parole dell'altoparlante nella stazione. Ormai la mia vita era scanditi da quei rigorosi ritmi e l'unica cosa che potessi fare era quella di abituarmici. 

"Diana!"

Riconobbi quella voce in un istante: era Louis.

Mi girai immediatamente verso di lui e gli rivolsi un piccolo sorriso.

"Ti ho tenuto un posto libero."

Mi indicò una poltrona di fronte a se e mi ci accomodai.

"Allora come stai?"

Era così bello, così pieno di vita, così felice. Il solo stare nelle sue vicinanze avrebbe reso gioioso chiunque. Gli occhi gli brillavano e quel sorriso a trentadue denti lo rendeva qualcosa di speciale. Dalla mia posizione, potevo osservare ogni suo minimo particolare.

"Tutto bene" risposi.

"Mi fa piacere. Oggi torno a lavorare nell'officina di mio nonno e ammetto che mi annoia un pò." Disse scostandosi i capelli dagli occhi.

Improvvisamente si alzò e si tolse la giacca. Rimasi con gli occhi sbarrati a quella vista. Il braccio destro era ricoperto da tanti e piccoli tatuaggi, che lo faceva sembrare un foglio scarabbocchiato. 

"Ho qualcosa che non va?"

"No no..hai molti tatuaggi."

"Oh..si si. Beh, sono la rappresentazione sulla pelle di tutta la mia vita."

E mentre ne parlava, li osservava uno ad uno, scorrendoli con il dito. Sul viso gli spuntò un sorriso.

"Sono molto belli."

"Grazie."

Ne notai un altro, poco dopo, sul petto. Era la scritta "it is what it is". Non avrei voluto sbagliarmi, ma ero sicura che fosse il titolo di una canzone. Lo osservai per un pò. Era stato inciso con una scrittura che può essere definita raffinata e le iniziali di ogni singola parole avevano forme arricciate, disposte in modo da formare una riga curva. Aveva qualcosa di particolare ed ero sicura, che per lui, assumeva un significato davvero importante.

"Un giorno ti svelerò i segreti dei miei tatuaggi."

Aveva notato che li stavo osservando con interesse e da molto tempo e avevo ritenuto giusto fare questa puntualizzazione. Arrossii di colpo. Forse ero stata un pò troppo invadente con tutti quegli sguardi e non volevo di certo dargli quest'impressione. Decisi, così, di annuire e di voltarmi verso il finestrino.

"Hai qualcosa da fare dopo aver finito di lavorare?"

Quella domanda mi prese alla sprovvista poichè nel lasso di tempo precedente ero annegata in un pozzo di pensieri tutti miei, estraniandomi dalla realtà. Era una cosa che mi capitava spesso e la maggior parte delle volte non riuscivo a controllarla.

"Ehm..cosa?"

"Ti ho chiesto se hai qualcosa da fare dopo il lavoro."

"No, niente."

"Bene, perchè voglio portarti in un posto speciale. Ti ricordi ancora della promessa che ti ho fatto, vero?"

"Certo che la ricordo."

He was magneticWhere stories live. Discover now