Capitolo 22

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Dieci.
Nove.
Otto.
Sette.
Sei.
Cinque.
Quattro.
Tre.
Due.
Uno.

E i fuochi scoppiarono creando incessanti giochi di colori e schizzi luminosi sulla parete blu della notte inoltrata.
Disegni nel cielo e rumori assordanti riuscivano ad accendere il buio.

"Non è bellissimo Paige?"

"Si. Molto ed è per questo che volevo venire qui"
E mi aveva abbracciata forte stringendomi nelle spalle, mentre osservavamo quello spettacolo dalla grande vetrata.
Per un attimo era sparito quel filo di cose sospese a mezz'aria e avevo messo da parte tutto quello che era successo.
Mi ero lasciata andare a quel momento di magia.
Mi trovavo lassù a guardare quelle mille luci che riscaldavano la notte fredda e mi sembrava di ritornare bambina, a quando sognavo di arrivare lì in alto per ammirare lo spettacolo di fine anno.
Avevo sospirato l'illusione del niente e appoggiando la testa sul suo petto mi ero persa nel suo respiro.
Lui mi aveva accarezzato la schiena.
Un arcobaleno notturno faceva riflesso sul suo volto e i tratti si definivano mostrando la sua bellezza scolpita come la pietra nel marmo, che leviga gli sguardi.
Una scultura definita che portava i segni del suo carattere.
Deciso e delicato.
Fuoco e ghiaccio.
Lui per me era come una febbre bollente, che sa dare un male atroce alla testa e ti manda i pensieri in subbuglio, ma ti si attacca alle ossa e ti percuote il corpo in lunghe e tortuose scie di brividi.
Poi lui era l'acqua gelida che ti da sollievo.
Era la coperta che ti scalda e che ti gela quando si scopre.

Lo avevo guardato negli occhi, toccandolo con lo sguardo, nell'inconsapevolezza che lui stava toccando me negli angoli più giusti. Quelli difficile anche solo da immaginare, ma che lui era riuscito persino a marchiare.
Aveva fissato le mie labbra e aveva deglutito senza dare tempo alle mie ginocchia di tremare. Aveva intrecciato i respiri e le mie mani sul suo petto avevano testato la sensazione che lui stava provando.
Un susseguirsi di battiti impazziti picchiettavano contro lo sterno generando una melodia, che seppur sottile, riusciva ad abbattere il caos che c'era fuori.
Che seppur sottile valicava i rumori e tutto il resto risuonava ovattato ai miei sensi.
Sarebbe potuta scoppiare una guerra ma non me ne sarei accorta.
Io riuscivo a sentire solo quel suono che si amplificava appiattendo il mondo.
Aveva preso il mio viso fra le mani e una bomba mi era esplosa dentro, facendomi capire perché mi trovavo accanto a lui, nonostante fossi arrabbiata.
Ero lì con lui perché incapace di oppormi a tanta attrazione.
Ero con lui per l'incapacità di tenerlo lontano, perché col suo sorriso mi annebbiava la vista e come una calamita mi ritrovavo ad essere trasportata nella sua gravità senza fine. Senza fondo scivolavo in qualcosa di inafferrabile.
Era contrastante ciò che sentivo. La delusione si alleviava e avevo la speranza che almeno lui non potesse ferirmi, ma poi il peso dei suoi silenzi tornava ad invadermi.
Con lui desideravo cose che prima non avevo mai pensato di voler fare e se solo io non ero io, avrei già realizzato.
Con lui riuscivo a sentirmi viva. Riuscivo a sentire il sangue scorrere nelle vene e il nodo allo stomaco saliva in gola quando lui era troppo vicino.
Sentivo quel liquido scuro pulsare più forte e riscaldarsi bruciando la pelle.
Sentivo i cosiddetti sintomi dell'amore, anche se amore era una parola ancora troppo grande e amore ti costringe a parlare chiaro anche laddove è difficile farlo.
Amore è l'insensata voglia di condividere il tutto anche laddove c'è il niente.

Aveva appoggiato la sua fronte alla mia ed io avevo chiuso gli occhi per abbandonarmi ad un qualcosa di fin troppo invitante per lasciarmelo sfuggire. Ad un vento fin troppo irruente per poterlo contrastare. Un uragano che porta via anche le cose più stabili.
Respirava aria calda sul mio naso e rubava il mio ossigeno.
Riuscivo a vedere i suoi pensieri titubanti sul da farsi e in quell'istante, per me l'atmosfera sembrò perfetta per mettere un punto fermo da cui ripartire.
Il buio spezzato dai fuochi d'artificio.
I botti esplodevano all'unisono con i nostri cuori e non esisteva altro universo, se non quello in cui ci stavamo perdendo.

Save me (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora