Capitolo 29 Epilogo

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Sono trascorsi due anni da quel frenetico capodanno e adesso posso dire di riconoscermi allo specchio.
Ho ritrovato la mia immagine riscoprendo di non averla mai perduta in realtà.
L'avevo solo persa di vista ed ora eccomi qui, in piedi più che mai.
Eccomi qui, mentre il vento freddo mi accarezza la pelle.
Eccomi qui con il cielo sopra la testa.
Eccomi qui, nel posto in cui ti rendi conto di respirare ancora perché il tuo fiato fa rumore.
Eccomi qui, dove riesci a sentire il battito del cuore e sai di esistere.
Eccomi qui, dove regna la ragione della vita.
Eccomi qui, dove capisci l'inestimabile valore del tempo sprecato.
Eccomi qui, dove tutto prende all'improvviso un senso.
Eccomi qui, dove non vedevo Stephy da due lunghi anni.
Eccomi qui, dove adesso, invece di allora, splende il sole.
Eccomi qui, nel silenzio assordante di questo luogo pieno di pace a dargli il mio saluto e a dirgli come prosegue adesso la mia via.
Sono trascorsi ventiquattro instancabili mesi da quei momenti senza sosta, che mi hanno dato una scossa a quell'esistenza fatta di monotonia e malinconia.
Sono passati più di settecento giorni e cento nuove esperienze da allora, e adesso, sento finalmente di aver trovato un equilibrio con me stessa e con il mondo.
Stavolta però non è precario.
Stavolta ragione e sentimento non mi uccidono.
Stavolta nessuno dei due ha perso, perché stavolta ho vinto io.
Ha vinto quello che volevo io ed io volevo sorridere.
Volevo continuare libera senza catene a tenermi ancorata al passato.

Adesso cammino, vado avanti e
arrivo ai piedi della sua lapide. Ricambio il sui sorriso immobile impresso nella fotografia.
Mi inginocchio e accarezzo le lettere incise nel marmo freddo e liscio, come liscio ora è il mio percorso.
Sfioro il suo nome e mi pare di sentire il suo cuore battere sotto le mie dita, ma forse è solo il mio che si agita a quest'incontro tanto atteso.
Sento il mio universo connettersi al suo in un confine invisibile e sento che lei c'è.
Sento che lei può ascoltarmi e sento che sa.
Lei sa perché lei ha sempre saputo tutto da lassù.

"Ciao Stephy. Mi sei mancata tanto sai?
Credo che non troverò mai un'altra amica come te nemmeno se girassi il mondo intero, scrutando ogni centimetro delle città.
Nemmeno perlustrando ogni mattonella dei marciapiedi.
In questi tanti giorni senza te sono successe miriadi di cose, ma credo che tu abbia già visto tutto nascosta in un angolo remoto dei miei occhi.
Avrai sentito tutto il bene e tutto il male attraverso i miei respiri o prendendomi nel sonno la mano"
Mi interrompo e la immagino in camera sua, sul suo letto perennemente disfatto a limarsi le unghie.
Tossisco piano per schiarire la voce e riprendo a parlarle.

"Ti ho vista spesso mentre mi osservavi da lontano.
Ho intravisto il tuo riflesso negli specchi di casa mia.
Ho sentito l'eco dei tuoi passi.
Ho percepito la tua ombra la sera seduta sul comodino accanto alla lampada blu, quella che mi hai regalato tu.
Mi guardavi senza parlare in attesa di qualcosa e solo dopo ho capito cosa stavi aspettando da me.
Una risposta.
Un mio segnale.
Un mio saluto quando mi sarei decisa a mantenere la parola data in quella notte fredda e troppo buia.
Te la ricordi la promessa che mi hai rubato lì, distesa sull'asfalto?
Erano le undici e cinquantasette secondi.
E chi se lo scorda più quel dettaglio!
E chi se li scorda più i tuoi occhi e la tua flebile voce che mi parlava scandendo piano le parole che ti tremavano sulla bocca.
Certe cose non si possono mai dimenticare.
Restano e ti segnano.
Si scrivono da sole.
Ti cambiano e ti fanno capire.
Mi hai fatto promettere che sarei stata felice e ci ho provato veramente Stephy.
Con tutte le mie forze, ti giuro che ho tentato in ogni modo durante la tua assenza.
Non piango più.
Non mi graffio.
Non odio.
Non strillo.
Non muoio.
No. Non faccio niente di simile.
Non bagno il mio cuscino.
Dopo tanto tempo è riuscito ad asciugarsi, sai? Con fatica ma adesso non è più umido sotto il mio viso.
Te l'avevo promesso solo perché mi avevi costretta a farlo.
Te l'avevo promesso solo perché te lo dovevo.
Perché non volevo che ti sforzassi a parlare.
Perché volevo accontentarti e non volevo che ti arrendessi.
Ecco io fatto sta che te l'ho promesso che ci avrei almeno provato a vivere, e oggi, sono venuta qui per dirti che ho mantenuto la parola.
Con mia grande sorpresa ci sono riuscita.
L'ho fatto per me.
Per te.
Per vivere e non sprecare le giornate come questa"

Save me (#Wattys2016)Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon