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Scesero dall'appartamento verso un parcheggio, durante il tragitto Francesco chiese a Diego alcune cose che potessero aiutare a conoscerlo e ad andare d'accordo, ma lui gli continuava a rispondergli: «Fatti i cazzi tuoi e tutto andrà bene.» Erano le 16 e Francesco non faceva che pensare a quante volte guardava l'orario dal suo cellulare in Europa dove era solo l'una di notte, invece a Los Angeles stava splendendo il sole e in quel momento ne poteva che esserne testimone dal vivo. Arrivarono al parcheggio, dopo tre auto arrivarono alla presunta auto di Diego. «Ti presento la mia baby» gli disse aprendo lo sportello e facendo cenno a Francesco di entrare. L'auto di Diego era d'epoca, poteva essere ancora di moda alla fine degli anni Novanta, però a lui piaceva un botto. Dentro era molto in ordine, il cruscotto non era rivestito di plastica ma di pelle, era morbido al tatto e dietro, nei posti dei passeggeri, c'erano solo tre sedute coperte da un sacco di vestiti sparpagliati. «Rubi e ti scordi di portare i vestiti nell'appartamento?» gli chiese Francesco cercando di essere divertente. Diego accese il motore dell'auto e, mentre faceva retromarcia, gli disse in tono di finta preoccupazione cogliendo il suo fallito modo di essere simpatico: «Oh, spero che non siano qua perché sei ricercato.»

«Da quando è che stai qui?» gli disse Francesco non appena furono fuori dall'area del campus.

«Sono qua da ormai un anno e otto mesi. Sei siciliano?» gli chiese mentre si fermava a un semaforo, le strade era pulite, la gente sembrava allegra e molto in ritardo.

«Sì, tu invece sei del Nord?»

«Può darsi di sì e può darsi di no» Francesco sospirò e gli venne un'idea per riprendere così la conversazione.

«Oh davvero? Quindi posso dire che la polenta fa schifo al cazzo!» gli disse, quando Diego si fermò di scatto si mise a ridere e lui ricambiò cominciando a dargli sberle e ridendo a sua volta. «Mi hai beccato!» disse rimettendosi a guidare verso il mercato. «Io comunque la detesto, la polenta» guardò la strada, svoltò dopo pochi metri difronte una decina di persone che passavano di fretta e furia. «Non pensi che sia troppo tardi per il mercato?» gli chiese perplesso Francesco. Si fermarono a posteggiare accanto ad alcune auto.

«Qui è molto diverso, questo mercato è approvato e vendono cose non troppo costose ma di buon valore» gli rispose Diego spegnendo il motore e uscendo; fece lo stesso Francesco che chiuse lo sportello un po' troppo forte. «Dannazione!» gli urlò «controllati» si voltò di furia e lo guardò male per poi avvicinarsi allo sportello e controllare che non ci fosse nessun graffio. «Stai esagerando» disse Francesco- Lui non gli diede retta e finì di scrutarla per bene prima di andare verso il mercato. Era molto più affollato da come l'aveva visto dalla macchina, vendevano un po' di tutto, perfino crostate appena sfornate e preparate in diretta, un buon odore usciva da quel piccolo forno cui stava attendendo una robusta donna con una strana acconciatura a nido per uccelli. Alcuni piccioni girovagavano cercando qualcosa da mangiare mentre dei bambini americani e afroamericani giocavano a pallone, come previsto il pallone a un certo punto finì dritto sul vaso di un signore anziano con gli occhiali e magrolino. Diego stava fissando una ragazza che tagliava un tipo di pesce che non conosceva, ma la ragazza era molto sexy. Forse aveva capito i gusti che aveva Diego e, se gli piacevano le ragazze che sanno lavorare e guadagnarsi da vivere, aveva un buon gusto. Sentì Diego dire che avrebbe voluto essere al posto di quel pesce che la donna stava sbattendo; Francesco si mise a ridere immaginando Diego tirato e sbattuto violentemente mentre lui godeva, ma alla sola vista di lui che era in procinto di avere un'intima soddisfazione cambiò subito pensiero. Si avvicinò di fronte a una bancarella di padelle, c'era un uomo sui trent'anni che spiegava la potenzialità della padella che vendeva. «Scommetto che sarebbe ottima da provarla sulla sua testa» commentò Diego cercando di farsi sentire solo da Francesco sovrastando la confusione. Si girò di scatto e in un millimetro di secondo inciampò su una ragazza. Riuscì a non cadere e afferrò con un braccio la ragazza prima che potesse trovarla a terra. Aveva una maglietta bianca scollata, gli occhi celesti come il colore dell'oceano di prima mattina, erano molto limpidi e intensi che quasi si accecò mentre incrociava gli occhi di lei con i suoi lunghi capelli biondi.

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