9.

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Il giorno dopo e il giorno dopo ancora, Piper non gli rivolse la parola. Tranne quando a una domanda della professoressa su After ci fu una piccola discussione.

«Se Hardin non lasciasse a una festa Tessa da sola, si comporterebbe davvero da gentiluomo e non da bastardo» disse in tono Piper, che quel giorno aveva i capelli a trecce appoggiate sulle spalle.

«Forse perché aveva abbastanza da farepiù con Steph che con Tessa, in fondo conosce più lei che Tessa stessa» controbatté Francesco. La professoressa in quel preciso instante stava per intromettersi ma non prima che Piper dicesse una frase che fece sentire di merda Francesco. «Almeno Tessa se esce con Hardin resta con lui al posto di lasciarlo solo e andarsi a fare i ragazzi fidanzati» disse.

«Adesso basta, signorina Miller» disse infine la professoressa. Francesco la fissò per un attimo.

«Signor Sylvan, spero per lei che abbia letto il capitolo...» disse guardandolo da dietro i suoi occhiali rettangolari. Sapeva di averlo fatto ma non ricordava nemmeno una minima cosa di ciò che, appunto, aveva letto. A fine lezione, pensò di andare a scusarsi ma venne fermato da Paige che entrò nello stesso preciso momento in cui lui stava per andare da Piper. Gli chiese se potessero parlare, accettò e andarono in un'altra classe vuota. Una volta entrati, Paige chiuse la porta e appoggiò il sedere alla cattedra. «Volevo chiederti scusa per il falò» gli disse ma non finì ancora di parlare e la lasciò proseguire. «Scusa se ti ho messo in un casino del genere, scusa se sono sempre un disastro e ti metto a fondo con me» gli continuò a dire. Era dispiaciuta, si vedeva, e Francesco non sapeva davvero che dire di fronte a quegli occhi azzurri che lo fissavano.

«Io...» prese finalmente iniziativa e cominciò a risponderle, cercando di non sbagliare troppo «non penso che tu sia un disastro.» Le disse, cercando le giuste parole da poterle riferire. «Puoi anche mandarmi a fondo nei tuoi disastri, ma sarai sempre il disastro più bello per me» le disse infine. Voleva continuare ma Paige lo zittì chiudendogli la bocca con il dito appoggiato alle labbra. «Non dire altro... Non voglio che pensi che io sia un bel disastro, combino sempre danni e non posso mai essere davvero amata se non per...» iniziò a gesticolare come nel presentare il suo corpo, aveva una maglietta scollata che faceva vedere appieno il suo seno fino a scendere giù con degli skinny aderenti. «il mio corpo.» Francesco cercò di non notare la verità sulle sue parole, era bellissima e anche il suo corpo era invidiabile ma sapeva e pensava che dentro di lei era più che bellissima. «Adesso devo andare. Ci si vede» gli disse, dandogli un bacio sulla guancia e uscendo dall'aula. Poco dopo fece lo stesso anche lui, non ritornò in classe sapendo che ormai non c'era più nessuno e nemmeno Piper ad aspettarlo.

Devo assolutamente fare qualcosa si disse.Iniziò a correre verso i dormitori dove abitava Piper sperando di trovarla là. Fece un grosso respiro e salì le scale non sapendo minimamente in che stanza alloggiasse la ragazza. Dovrò bussare porta a porta si disse per cercare di autoconvincersi. Senza ripensamenti iniziò a portare la mano sulla porta ma si fermò quando Piper lo chiamò, era dietro di lui, perplessa.

«Cosa stai... facendo?»

«Ti stavo cercando» le disse non più convinto come due secondi prima.

«Non alloggio lì...» roteò gli occhi e gli fece segnale di seguirla, non parlò e si sentì molto a disagio. La stanza di Piper era molto in ordine. aveva anche lei un portatile insieme a una chiavetta a pinguino. Gli chiese di sedersi, voleva sapere il perché la cercasse

«Volevo chiederti scusa per l'altra volta, sono stato...» le disse gesticolando a più non posso.

«Una testa di cazzo, sì, lo so» completò lei la frase guardandolo poco, concentrata a toccarsi i capelli facendo girare le sue ciocche fra le dita.

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