24.

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«Ho rovinato tutto», aveva spiegato a Brooklyn che tranquillamente ascoltava tutto. «Però sei una testa di cazzo», aggiunse la sua migliore amica. «Non ricordarmelo, potevo di certo migliorare la situazione se solo fossi riuscito a trattenermi.» Erano seduti a un tavolo, nella caffetteria dove Francesco passava del tempo con Brooklyn che in quel minuto era riuscita ad avere una pausa.

Le fece leggere la lettera che aveva scritto e poi stampato, non disse niente e sembrava quasi un critico di fama mondiale.

«Beh... sembra carina, provi davvero questo per Piper?», gli chiese restituendo la lettera mentre Francesco guardava attentamente la tazza di tè gentilmente offerta da lei. Mescolò e alzando il viso verso di lei disse che provava molto di più di quanto scritto.

«Se davvero ami questa ragazza, perché tradirla con uno sterco? E scusami, io da lesbica posso dirti che Chloe non è paragonabile a Piper. Madonna, Francesco, sei un coglione!», quasi si spazientì ma riprese la calma. Francesco non poteva non darle ragione ma voleva il suo aiuto, chi può capire meglio di altri una ragazza se non proprio una ragazza? E lì, Brooklyn si mise a ridere, sembrava davvero divertita.

«Non è perché sono una ragazza che allora posso capirle tutte, santiddio svegliati. Voi ragazzi pensate sempre con quel coso che magari non vi depilate chissà da quanto. Ascolta: io devo tornare al lavoro, ma se vuoi riconquistare Piper devi essere sincero, e poi una lettera è più romantica se scritta a mano.» E dicendo ciò salutò il suo migliore amico lasciandolo nei suoi problemi in compagnia di una tazza di tè.

Tornando all'appartamento incontrò Kathryn, stava seduta su una panchina con la faccia appoggiata alle ginocchia. Chiese se tutto andasse bene, lei si alzò, aveva gli occhi pieni di lacrime e ripensò a Piper, quante volte per colpa sua aveva pianto e quante volte aveva promesso che non l'avrebbe mai fatta piangere. Essere bugiardi era un conto, ma dire una cosa, quando magari qualcuno ci crede e poi non viene rispettata tale promessa, in quel caso non era un problema di Piper ma di Francesco.

«Mi è successa una cosa bella» disse a Francesco spiegò il motivo del perché piangesse. «Non si devi per forza piangere per le cose brutte. Ti svelo un segreto, sai di essere davvero felice quando piangi di gioia per qualcosa che non pensavi mai di avere», sorrise nel dirlo. «E cosa hai avuto tu?», le chiese per poi aggiungere «se posso, ovviamente.» Lei lo guardò sempre con quello sguardo trasognante e gli diede un bacio sulla guancia prima di alzarsi e andare via. Ma prima di allontanarsi del tutto, si girò.

«Molti di noi fanno spesso scelte sbagliate andando in posti che nemmeno dovremmo seguire, però non tutto è finito se si riesce a trovare la via d'uscita e magari si inizia a fare scelte giuste. Però sbrigati, le strade cambiano direzione spesso ma sei sempre tu a scegliere. Che strada prenderai?» e lasciandogli quel quesito andò via ascoltando i rumori di una primavera già imminente.

Pensò alla domanda che Kathryn gli aveva messo in testa, restò seduto su quella panchina per un po', stando con Piper aveva imparato molte cose su se stesso e lei aveva sempre accettato ogni suo difetto, lei che di imperfezioni magari ne aveva di più di lui ma che nel complesso la rendevano perfetta.

Ogni percorso portava da Piper però ognuno aveva pochi corridoi. Alcuni senza luce, altri con troppa luce e altri ancora di un colore indefinito.

Francesco scelse quello che più ricordava la ragazza dei suoi sogni, che tempo prima credeva fosse Paige ma che nel passare del tempo aveva capito che una persona l'ami davvero quando non guardi solo il suo aspetto ma semplicemente ti fa impazzire ciò che può darti dentro. La bellezza a lungo, svanisce ma se incontri l'essere umano in questione che, oltre a dimostrarti amore, dimostra continuamente varie sfumature che mai finiranno, come una torta che al primo assaggio ti piace e al secondo te ne innamori completamente.

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