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La sveglia tuonò dal cellulare di Francesco. Con un enorme sbadiglio si alzò a sedere sul suo nuovo letto.

Lunedì era arrivato e con esso il suo primo giorno di università. Pensò alle migliaia di persone che avrebbe conosciuto non appena varcato l'edificio principale scolastico, il Royal Hall. Stette più di dieci minuti a scegliere cosa mettere per quel suo primo giorno, Diego dormiva ancora e sembrò fregarsene di andare a lezione, quando Francesco gli urlò nella sua stanza che era in ritardo. Si ricordò di andare prima in segreteria, avevano tutti i libri di testo che gli servivano e gli orari di ogni lezione che avrebbe frequentato. 

«Signor Sylvan, firmi questa ricevuta e lasci i libri che non le servono oggi. Faremo in modo di farglieli avere nel suo armadietto.» La segretaria era una donna di cinquant’anni, con dei capelli sottili a formare una chioma bionda e con diverse rughe sul viso. Dopo che ebbe firmato, entrò finalmente nel vero e proprio edificio scolastico. Vide ragazzi e ragazze andare in giro sia in coppia che soli abbracciando in braccio libri e quaderni da usare in quell’ora. Francesco ancora non sapeva in che classe andare, aveva scelto un corso linguistico di altissimo livello. Nei fogli presi dalla segreteria vide però, ingenuamente, la classe in cui avrebbe dovuto presentarsi cinque minuti prima. Se non fosse stato per i cartelli, Francesco era sicuro di perdersi definitamente. Passò la 1H del corso di matematica, poi la 1G del corso di Inglese che avrebbe frequentato dal giorno dopo, come aveva letto nel foglietto degli orari prestabiliti. Arrivò nella 1F, il corso di letteratura al quale aveva chiesto di essere iscritto. Si sentivano ragazzi che parlavano fra loro e una voce che sembrò essere la professoressa di quella giornata. L’ansia gli cominciò a salire, si sentì sudare e per un momento pensò di non entrarci, ma con un grande respiro avanzò di soppiatto senza neanche chiedere il permesso. Tutti si girarono verso di lui e partì un silenzio tombale, tutti tacevano all'improvviso. 

«Mhmm» disse tossendo piano la donna robusta con dei capelli a caschetto rosso scuri che fissava Francesco dai suoi occhiali quadrati. Capì subito che era l'insegnate del suo corso. 

«Lei è?» gli chiese la professoressa fissandolo, mentre lui continuava a guardare tanti occhi puntati su di lui come piccoli riflettori. 

«Mi scusi il disturbo» le disse Francesco trovando di nuovo le parole. «Sono Francesco Sylvan, sono nuovo...» si presentò guardando la faccia paffuta della professoressa. 

«Certamente...» gli rispose guardando il registro di classe «io sono la sua insegnante di letteratura, la professoressa Atkins.» Accennando a malapena un sorriso aggiunse: «“Si accomodi.» Lo invitò a sedersi a uno dei banchi vuoti della classe, seguito da tanti sguardi e risatine intimidatorie. 

«In questo corso si discuterà e parlerà di molti romanzi. Spero che si trovi bene e che i nostri studenti siano buoni compagni di classe!» disse riferendosi a lui e poi a tutta la classe. Si sedette al primo banco che trovò libero, per uno strano motivo pensò che fosse libero di proposito. La professoressa Atkins riprese a parlare riportando tutti gli occhi verso di lei, Francesco fece un respiro di sollievo ma che durò poco. 

«Signor Sylvan, lei conosce After?»  gli chiese la professoressa, e in un batter d'occhio di nuovo tutta la classe lo fissava. 

Cercò di non farci caso e rispose con calma: «Sì, è il romanzo scritto da Anna Todd.» La professoressa fu lieta che Francesco conoscesse quel romanzo, non poteva essere altrimenti dopo che con la sua ex si era dovuto leggere tutti e cinque i libri della stessa autrice. 

«Sì, esatto. È stata una nostra allieva per un periodo di tempo. Ce ne può parlare?» chiese ancora. Francesco non poté non risponderle ma fu preceduto da una ragazza in fondo alla classe. «Parla di Tessa Young che si innamora perdutamente di un teppista di nome Hardin.» Francesco si girò per vedere chi fosse la ragazza che aveva risposto, lei lo guardò e gli fece un sorriso; ricambiando, urtato, si rigirò verso la cattedra. Finita la lezione, Francesco non vedeva l'ora di mettersi qualcosa fra i denti. Uscendo dall'aula, però, quasi si scontrò con la ragazza che lo aveva interrotto alla domanda che gli aveva posto la professoressa. Aveva lunghi capelli castani che le scendevano lungo la schiena, teneva fra le braccia dei libri e con un sorriso stampato sul viso lo salutò. Francesco pensò che si volesse scusare per averlo interrotto, ma invece si presentò senza nemmeno una scusa. 

Passion Cursed Where stories live. Discover now