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Francesco non disse una parola per un pezzo del tragitto, neanche quando Diego gli fece notare, cercando la sua simpatia, delle ragazze che correvano. Francesco notò come le tette di una ragazza rimbalzavano peggio di una palla da basket; riuscì però a far fermare il taxi.

«D'accordo, facciamo pace!» disse inserendo un CD nel lettore. Partì un grande rumore di batterie per poi aggiungersi di chitarre e poi sentire che, in pochi secondi, era partito il duetto in auto di Francesco e Diego. Presero a destra imboccando Civic Center Drive per poi girare a sinistra e prendere West 3rd Street.

«Hai un'auto?» gli chiese Diego non appena furono a tutta dritta per quella strada. «No, ho la patente ma non l'auto» rispose Francesco guardando dal finestrino. «Sei hai bisogno di un autista...» disse sorridendo, Francesco ne sembrò felice finché capì che stava ridendo. «Dovresti prenderti un'auto, dimmi quando, che ti accompagnerò a noleggiarti la tua prima auto americana» disse Diego stavolta seriamente. Francesco lo ringraziò e gli chiese se la sua auto d'epoca l'avesse noleggiata o no, gli rispose che l'auto alla quale era particolarmente affezionato era sempre stata sua. Lo sentì perfino dire che era di famiglia. Svoltarono a sinistra e presero S Gilmore ln.

«Guarda lì, siamo quasi arrivati» gli disse Diego.

«Dove siamo?» si guardò attorno dal finestrino mentre rallentavano.

«Siamo vicini a Hollywood... ma non a Hollywood» disse ridendo mentre controllava il parcheggio.

Francesco notò che non si stavano fermando nel parcheggio, andarono più avanti fino a girare e posteggiare dietro un grande edificio.

«Perché stai posteggiando qui?» gli chiese Francesco scendendo. Diego gli disse che i prezzi dei parcheggi erano abbastanza esagerati. «Non voglio mica pagare quei morti di fame!» si mise a ridere mentre cominciarono ad andare verso la strada del Grove. Era quasi tutta pedonale, Francesco si aspettava tanta gente ma ne vide pochissima passare. «Credevo che fosse più affollata...» disse Francesco guardandosi attorno, girando tutto l'edificio vide scritto sopra essi "Nordstrom". Era un grande negozio di scarpe, uno dei tanti che si potevano trovare al Grove di Los Angeles.

«Devi comprarti delle scarpe?» fece cenno con gli occhi a Diego per fargli notare il negozio.

«No, vendono scarpe che fanno cagare perfino le lumache!» disse Diego in tono liberatorio e si avviò nel centro del Grove insieme a Francesco che era stupito dalla grandezza e bellezza del posto. Più avanzavano, più Francesco vide il centro commerciale riempirsi. Oltre i tanti negozi, c'erano delle bancarelle con delle specialità californiane di Los Angeles, tanti ristoranti in loco.

«Un cinema?!» disse in tutto entusiasmo Francesco quando entrarono nel cuore del Grove.

«Sì, aperto dalla mattina alla sera!» gli disse sorridendo Diego. Arrivarono alla piazza centrale che era occupata da una bellissima fontana danzante, Diego gli spiegò che si attiva a ogni ora, con l'inconfondibile gioco di musiche e colori.

«Prima di andare a comprare delle cose per questa sera, voglio mostrarti qualcosa» gli disse Diego facendo cenno di seguirlo; lo portò davanti una statua di bronzo che raffigurava due angeli che si alzavano in volo. «Questo che vedi è il celebre The Spirit of Los Angeles, il simbolo della città. Gli angeli che si mettono in volo è una metafora» disse ammirando anche lui la statua di bronzo. «Metafora del realizzarsi di un sogno» aggiunse Francesco guardando attentamente i due angeli raffigurati. «Pensavi che non sapessi nulla? Io amo la California, Diego!» rispose Francesco quando con lo sguardo sembrò sorpreso. Andarono in un negozio di abbigliamento, sembrava che Diego conoscesse la commessa. Entrarono e Diego gridò ai quattro venti: «Eileen, ciao bellezza!» riferendosi a una ragazza dai capelli rossi e mossi che si stava avvicinando a loro.

Passion Cursed Where stories live. Discover now