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Fanny prese per la maglietta Francesco e lo spinse dentro il bagno, lo fece sbattere sul muro e gli cominciò a baciare le labbra delicatamente.

«Anche io però...» le piagnucolò Jenny che prese il posto di Fanny e lo continuò a baciare lei mentre Francesco le lasciava fare senza capire un granché. Fanny fece spostare Jenny di lato, così che aveva una buona visuale per poterselo baciare tutte e due. Francesco sentì due sapori completamente diversi: quello di Jenny sapeva di Martini mentre quello di Fanny che già aveva potuto conoscere sapeva di menta. Le loro lingue erano calde, appiccicose e piene di saliva che si univa a entrambi. Muovevano bene le lingue in rullo, Francesco sentì un leggero formicolio di eccitazione così prese Jenny,  minuta, dai fianchi e la fece appoggiare sul lavandino mentre gli baciava il collo. Francesco sembrava aver preso movimento, ma con due ragazze come Jenny e Fanny non era per niente facile. Fanny lo girò a sé e gli levò la maglietta mentre dietro di loro Jenny fece lo stesso. Fanny e Francesco continuarono a baciarsi finché si fermò.

«Non è meglio in camera da letto?» gli chiese toccandogli sensualmente il petto. In quel preciso istante però vide Paige che stava correndo verso il corridoio, accorgendosi che la porta era rimasta aperta a bella vista. D’un tratto tutta l’eccitazione svanì. «Scusate ma devo andare, torno subito!» disse Francesco di corsa lasciandosi i lamenti delle due dal bagno. Vide di sfuggita Paige che stava raggiungendo la porta dell'appartamento, le urlò dietro ma con la musica ad alto volume le urla si disperdevano. La seguì senza perderla di vista fino a uscire proprio dal dormitorio, la prese per un braccio che costrinse lei a fermarsi. «Cosa diavolo vuoi?» gli chiese molto nervosamente, e in un secondo Francesco sembrava non aver capito ciò che gli aveva detto.»

«Ti cercavo...» disse in tutta sincerità ma non sembrava averlo salvato da Paige che controbatté. 

«Mi cercavi con la lingua conficcata nella bocca di quelle ragazze?» gli chiese dandogli le spalle. Francesco non poteva darle torto, se l'era cercata. Ma lei non era nessuno per poter dirgli chi baciarsi o no, nemmeno si conoscevano. 

«Sembravi così... Così diverso dalla banda di Diego» disse ritraendosi le spalle, delusa e stanca. 

«Adesso scusami ma devo scappare, ciao» Francesco non riuscì a dirle nulla, la vide andarsene tutta sola per il campus pensando che poteva accompagnarla nel suo dormitorio, ma pensava che non fosse il caso di complicare già le cose, non ci poteva essere solo lei a Los Angeles. Tornò dentro, attraversò a fatica il salone e andò dritto al bagno sperando che le ragazze ci fossero ancora. Infatti c'erano, ma con un altro ragazzo stretto nelle loro strette grinfie. «E pensare che stavo per fare la stessa fine io…» commentò a bassa voce mentre tornava nel salone. Si prese altri due bicchieri di vodka di gusti diversi. La festa finì alle quattro del mattino, Francesco era esausto e se ne andò a dormire prima che la festa finisse. L'indomani volle ritornare al mercato, per sentirsi un po' più allegro e attivo del dovuto, e non sembrava neanche il caso di restare a letto, anche se la  sera precedente era più storto che dritto e aveva dormito pure con un occhio aperto. Voleva andare al mercato non per comprare qualcosa ma per rincontrare Paige. Sembrava che quella ragazza le si fosse infilata nella sua mente, da quella sera in cui lei se ne era andata non riusciva altro che pensare a come sarebbe stato se si fosse comportato diversamente da come si era comportato quella sera. Andò nel corridoio, vide sdraiato sul divano Diego con in testa un bicchiere come se fosse un cappello. A Francesco non gli sembrò il caso di svegliarlo ma doveva trovare Paige, non poteva giudicarlo senza neanche prima averlo conosciuto. 

«Che stai facendo?» gli chiese Diego intontito mentre Francesco gli stava prendendo le chiavi dell'auto.

«Sto prendendo in prestito la tua auto per andare a cercare al mercato Paige...» Pensò che, dicendogli la verità, gli avrebbe permesso di usare la sua auto. Diego si mise a ridere e si alzò lentamente mettendosi seduto sul divano 

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