CAPITOLO 11- IL MORSO

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Mentre passeggio per una Woodsrose deserta, una infinita serie di domande affollano la mia mente. L'unica cosa certa è che questo sarà il mio ultimo giorno da umana.

Davvero non so se sono incosciente o solo stupida.

Se il mio è coraggio o semplice rincoglionimento. So solo che comincio ad avere paura, tanta paura.

Anche se sono solo le tre del pomeriggio e anche se in estate la luna sorge tardissimo, gli ultimi lupi si stanno dirigendo ad Amber Peak.

Le procedure di ingresso sono veloci, ma un po' di fila si forma sempre. I varchi vengono chiusi tre ore prima del tramonto in modo da controllare che tutti siano presenti. All'ingresso uno scanner oculare identifica il lupo e aggiorna il database in tempo reale. In tal modo si riesce capire se qualcuno manca all'appello, si ha il tempo di rintracciarlo di emettere un avviso di allerta per la popolazione.

Jake era piuttosto nervoso, si tratta del suo primo plenilunio da Alpha, se lo ricorderà per sempre. Almeno le ore passate da umano. Dopo la trasformazione sono solo lupi non hanno coscienza umana, si riconoscono fra loro ma al mattino non ricordano cosa hanno fatto in forma animale.

Arrivo a casa, chiudo il cancello dietro di me e do energia alla recinzione. Quando zio Harry venne a vivere qui, Seth pretese che la sua casa fosse dotata di una recinzione elettrificata a 6000 volts, in modo da garantirne la sicurezza durante le notti di luna piena. Una scarica simile metterebbe ko qualsiasi lupo fosse indebitamente fuori l'area riservata, anche se si trattasse di un grosso Alpha.

Mangiucchio qualcosa da sola. Lo zio è chiuso in camera sua come ogni plenilunio. E' buio, in lontananza si sentono gli ululati, non mi hanno mai disturbata ma oggi mi inquietano. Tra un mese sarò anche io ad Amber Peak.

Forse.

Alle prime luci dell'alba esco e vado a casa mia. Non ho dormito per nulla o quasi. Ha piovuto per quasi tutto il tempo, i lupi devono essersi inzuppati di brutto. In giro non c'è ancora nessuno, i varchi devono essere ancora chiusi.

Ho deciso di andare a piedi, devo smaltire la tensione. Mentre vado le prime auto cominciano ad arrivare. Le strade iniziano a popolarsi di persone tutte vestite uguali. pantaloni e maglie in tessuto grezzo, sono gli abiti che si trovano nei distributori all'interno del recinto. ognuno torna a casa, presto il sobborgo riprenderà la sua vita quotidiana.

Quando arrivo, l'auto di Jake è parcheggiata nel vialetto.

- Buongiorno- Gli dico timidamente

Mi viene incontro e mi bacia, è tutto sporco di erba e sangue. I suoi lunghi capelli sono pieni di fango secco e ha della terra sotto le unghie delle mani.

Il tutto accompagnato da uno strano odore di selvatico, non esattamente piacevole.

-Vado a farmi una doccia-

prende la confezione del caffè in polvere e si avvia in bagno.

Quando torna è un essere umano e profuma di caffè.

-Dalla quantità di sangue che ti portavi addosso, stanotte avete fatto caccia grossa-

- Direi  di si, c'erano parecchie carcasse in giro, vieni qui. -  Mi stringe forte,

-Ho paura.- Gli dico vigliaccamente,

-Anche io e tanta. Puoi tirarti indietro, non ti obbligherei mai, io...-

-Ho deciso, facciamolo!-


Mi solleva e mi mette seduta sul tavolo della cucina. Gli accarezzo il viso e i capelli ancora bagnati, incapace di trattenere le lacrime che mi rigano le guance. Le sue mani sui miei fianchi tremano. Ha gli occhi lucidi e lo sguardo cupo.

È così bello...

Mentre mi bacia il pensiero di non aver parlato un'ultima volta con mio zio mi tormenta. Starà impazzendo ora, ne sono certa. Probabilmente non lo vedrò mai più e sono terrorizzata da come potrebbe reagire. Neanche i miei genitori sanno nulla.

Non sono riuscita a dire addio a nessuno di loro.

Apro le palpebre e non è il mio Jake che sto stringendo fra le braccia. I suoi occhi non sono più di un meraviglioso verde intenso, sono rossi. Le sue dita terminano in grossi artigli appuntiti. Con forzata delicatezza sposta i miei capelli di lato, sento le unghie graffiare appena la gola e incidere un breve solco lungo la linea della mandibola.

Un brivido violento scivola lungo la mia schiena ma nessun dolore, non ancora.

Mi lascia un ultimo bacio sulla guancia.

-Ti amo-  

Sussurra. La sua voce è un fremito lieve contro la mia pelle.

Infine affonda i denti nella mia carne.

Il dolore esplode lancinante, così forte che non riesco a emettere alcun suono, mi spezza il respiro e mi lascia inerme, incapace di fare altro se non arrendermi.

È così che tutto inizia. Con il morso.



NOTA

Il deo-caffè

Il caffè ha un notevole potere deodorante, se cospargete di caffè bagnato un qualcosa che ha un cattivo odore, questo scompare lasciando spazio al profumo della nostra amata bevanda. Io usavo sempre il caffè per togliere l'odore del latte quando mia figlia aveva i rigurgiti, ma se volete usarlo sappiate che può macchiare!!

UN LUPO TUTTO MIO in revisioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora