La peggior rivale

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Erano le sei. Scott se n'era andato da circa un'ora.
Mamma si era bevuta la storia che lui mi fosse venuto a trovare. Ci aveva preparato una cioccolata calda, l'abbiamo bevuta in salotto tutti e tre insieme. Furono due ore estremamente imbarazzanti. Mamma gli raccontò di tutto e di più, addirittura di quand'ero piccola e altre cose che io appositamente avevo evitato. Ormai Scott sapeva tutto di me. Io di lui ancora nulla.

Quando finalmente mi buttai sul letto, squillò il cellulare. - Ciao Jess! - era Steve - Allora? Superata la cena di ieri?
- Diciamo.
- Novità?
- Sono uscita con un ragazzo -, mormorai, come se non avessi il coraggio di dirlo ad alta voce.
- Wow! Che evento! Come si chiama?
- Scott.
- E com'è questo Scott?
- Strano...
- Strano? Ti ha fatto qualcosa? Devo spaccargli la faccia?
- No, Steve per carità! Abbiamo solo bevuto qualcosa e poi mi ha riaccompagnato a casa.
- Okay -, disse, ma non mi sembrava molto convinto. - Beh sarebbe ora che ti trovassi un ragazzo. Sei una bella ragazza, è strano che tu sia ancora single. Ma stai attenta ci sono tanti di quei pervertiti in giro.
- Sono ancora single, appunto, perché non sono così bella. -, ribattei stizzita. Scrivere un tesoro, mi elogiava in continuazione, a volte fino a mettermi in imbarazzo.
- Invece si che lo sei. Davvero non ti sei accorta di quanti ti sbavano dietro? È per quello che Virginia ti detesta, si sente in competizione.
- Ma smettila!
- Ah, cocciuta che non sei altro! -, seguì un momento di silenzio in cui sapevo che stava tramando qualcosa e, infatti, infine domandò: - Mi faresti un piacere? Potresti parlare con Vanessa?
- Ancora quella? Non la conosco.
- Ti prego, fai qualcosa. Non riesco a levarmela dalla testa! - Steve in "modalità innamorato" faceva troppo ridere
- Va bene. Ci proverò. Ma non iniziare a girarti un film mentale!

***

Domenica mattina mi svegliai presto. Avevo costantemente Scott tra i miei pensieri, i suoi modi di fare, quell'atteggiamento sicuro e strafottente. Dovevo togliermelo dalla testa.
Infilai un paio di pantaloni della tuta neri, una canottiera e una felpa, allacciai le scarpe da ginnastica. Uscii di casa e andai a correre. Mi concentrai solamente sul rumore che i miei piedi creavano battendo sull'asfalto e per un po' riuscii a dimenticarmi di lui.

Tornai a casa per le dieci circa e andai a farmi una doccia. L'acqua bollente copriva ogni centimetro del mio corpo. Mi stavo rilassando e decisi che non sarei uscita molto presto, ma fui distratta dalla fastidiosa suoneria del mio cellulare che avevo lasciato sopra il lavandino.
Fui costretta ad uscire dalla doccia, mi infilai l'accappatoio e afferrai l'apparecchio elettronico.
- Ciao Steve -, risposi leggermente scocciata.
- Che hai? -, chiese subito.
- Hai interrotto una fantastica doccia.
- Oh, come ho potuto? Potrai mai perdonarmi? -, disse con fare teatrale, mi strappò una risata. Come potevo avere un amico così fantastico?
- Ti va di uscire oggi pomeriggio?
- Giro in centro? -, proposi.
- Passo a prenderti alle tre e mezza.
- Okay. Ciao, a dopo.
- A dopo!

***

Alle quattro eravamo in centro. Camminando davanti alle vetrine gli parlavo del mio incontro con Scott. Steve sembrava divertito dal mio racconto e mi canzonava di tanto in tanto.
Era un pomeriggio tranquillo fino a quando non incontrammo lei: Virginia. Era davanti ad un negozio di intimo insieme alla sua schiera di oche. Credevamo che non ci avessero visto quando le sentimmo gridare, o forse sarebbe più appropriato "starnazzare".
- Steve! Steve! Hey! - Ci stavano correndo - sì, proprio correndo - incontro.
- Ciao Stefanuccio, come stai? -, iniziò subito Virginia gettandosi al collo del mio amico. Sbuffai e alzai gli occhi al cielo.
Steve non ricambiò l'abbraccio. - Ciao ragazze. Stiamo andando di fretta, quindi scusate, ma noi ce ne andiamo -, rispose freddo. Ci stavamo già voltando quando lei squittì - Aspetta!  Volevo un consiglio -, cinguettò rigirandosi una ciocca bionda tra le dita. - Pensavo di prendere quel reggiseno esposto in vetrina. Ti piace?
Steve sospirò scocciato.
A quel punto intervenni io. - Ma ti sembrano cose da chiedere ad un ragazzo? Soprattutto ad uno che non ti vorrebbe mai vedere in déshabillé.
Si rivolse alle sue amiche. - Ragazze, avete sentito? È invidiosa perché non si può permettere un reggiseno così costoso.
Non iniziare! -, la avvisò Steve.
Lo ignorò e proseguì imperterrita: - Mio padre mi da soldi per andare a fare shopping. Perché tu non li chiedi al tuo? -, la sua bocca s'inclinò in un ghigno - An giusto. Non puoi. È morto.
Quella cattiveria gratuita sputata fuori senza pensarci un secondo, mi colpì nel profondo che dovetti sforzarmi per trattenere le lacrime.
- Andiamo via Jess. -, disse Steve lanciando un'occhiata furiosa a Virginia. Nell'espressione di lei intravedi del rimorso, sapeva che ciò che aveva detto era davvero esagerato questa volta. Qualcosa di buono ce lo doveva avere pure Virginia, no?
Svoltato l'angolo, scoppiai a piangere. Steve mi avvolse in un abbraccio.
- Non permettere che ti ferisca -, sussurrò affondando il viso nei miei capelli.
- Cosa le ho fatto? Perchè mi odia?
- Perché è invidiosa. Tu sei superiore a lei. In tutto, piccola. Non sa più in che modo colpirti.
Mi asciugai il viso con la manica della felpa.
- Andiamo a casa mia. -, propose - Lì almeno non c'è pericolo di incontrare quell'insoddisfatta cronica della vita.

~•~

Spazio autrice

Ciao a tutti,
Spero che la storia vi piaccia. Vi prego di commentare per farmi sapere cosa ne pensate. ❤

Intanto godiamoci la bellissima Sasha Pieterse nei panni dell'antipatica Virginia.

Intanto godiamoci la bellissima Sasha Pieterse nei panni dell'antipatica Virginia

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Un saluto,


Esmeralda

GUARDIAN - il mio angelo custodeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora