Sorpresa perfetta

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Il mattino seguente, nonostante fossi andata a letto tardi, mi alzai prima del solito e di buon umore. Chiarire con Scott era stato come se mi avessero tolto un peso di dosso. Indossai un paio di jeans, e una ex felpa di Steve sopra una maglia bianca e la giacca Salutai mamma che era ancora a letto ed uscii di casa diretta alla fermata. L'autobus arrivò dopo qualche minuto, trovai posto a sedere. Mi accomodai sul sedile, tirai fuori dalla tasca cellulare e cuffiette decisa ad ascoltare la musica.
Mi persi trai pensieri e i ricordi della serata precedente e quando dagli auricolari uscì All of me ripensai alla magnifica festa di Halloween, quando avevamo ballato stretti l'uno all'altra. Nonostante avessi sofferto tanto ero felice che fosse tornato nella mia vita, o forse ero solo stupida.

Quando mancava poco alla fermata vicino alla scuola, riposi il telefono e gli auricolari nella tasca e mi alzai. Notai che in fondo all'autobus, seduto in ultima fila c'era ancora quel tizio, lo stesso del giorno precedente. Questa volta non indossava gli occhiali, quindi ne ero sicura: mi stava fissando.
Aveva gli occhi azzurri. Freddi, agghiaccianti. Mi sentivo fortemente a disagio sotto a quello sguardo glaciale.
Non riuscivo a staccare i miei occhi dai suoi. Volevo vedere se avesse distolto lo sguardo, ma non lo fece. Continuava a guardare me, con quell'espressione impassibile e indecifrabile sul volto.
Finalmente le porte si aprirono e scesi dall'autobus.
- Ciao Jess - Alzai gli occhi e mi ritrovai di fronte a Vanessa. Mi stava aspettando alla fermata. - Hey tesoro, sembra che tu abbia visto un fantasma. Tutto okay?
- Sì è tutto a posto - risposi cercando di essere convincente. Ero ancora sconvolta: che diavolo voleva quell'uomo, perché mi stava guardando? Era la seconda volta che mi ritrovavo in quella situazione. La sensazione di angoscia non mi abbandonò nemmeno quando iniziai a raccontare alla mia amica della sera precedente mentre ci incamminavamo verso l'entrata della scuola.
- Ciao bellissime! - esclamò Steve comparendo alle nostre spalle.
- Ciao amore - Vane gli gettò le braccia al collo e gli diede un bacio appassionato.
- Quanto siete dolci! - commentai io.
- Bella felpa - disse con tono ironicamente il mio amico prima di salutarmi con un bacio sulla fronte.
La campanella suonò, entrammo e salimmo le scale tutti insieme, poi salutammo Vane e ci dirigemmo verso la nostra classe.
Raccontai a Steve della mia serata con Scott, mi disse che Vane gliene aveva parlato, però non era del tutto d'accordo sul fatto che avevamo ricominciato a vederci, aveva ancora dei dubbi su di lui, era ancora diffidente nei suoi confronti.
- Mi raccomando, non voglio che tu stia ancora male per uno così. Se ti fa soffrire giuro che gli spacco la faccia.

All'udire quelle parole qualcosa scattò nella mia mente. Fu come avere una visione.

Steve, i suoi occhi non erano i soliti di quel meraviglioso marrone scuro, erano neri, scuri come la pece. Teneva Scott bloccato al muro mentre gli sferrava un pugno strappandogli via il piercing.
Il labbro sfregiato.
La bocca piena di sangue.

- Ho detto qualcosa che non va? Jessica, ti senti bene? - la voce dolce del mio amico mi riportò alla realtà e subito quell'orrendo pensiero svanì
- Scusa, mi sono distratta. Stavamo dicendo?
- Sei sbiancata tutto d'un tratto, c'è qualcosa che devi dirmi? C'entra con Scott? Perché se è lui, giuro che...
- No, davvero, è tutto a posto - lo interruppi prima che potesse finire la frase, non volevo ripensare a quella scena, sembrava così reale, quasi come se fosse... un ricordo.

***

Suonò l'ultima campanella. Mi scaraventai fuori dalla classe, corsi giù per le scale sperando che lui fosse fuori da scuola ad aspettarmi appoggiato al suo bolide blu. Avevo appena oltrepassato il cancello. Guardai a destra, a sinistra, di fronte a me: nessuna moto. Mi appoggiai al muro, lasciai cadere a terra lo zaino e rimasi ad aspettare Vanessa e Steve uscissero. Era impossibile che Scott fosse venuto a prendermi, ma io comunque come ci avevo sperato.
- Ciao, principessa! - mi voltai di scatto e la prima cosa che vidi fu il suo sorriso bianco splendente, il piercing nero che accentuava la sua aria da cattivo ragazzo. Alzai lo sguardo fino ad incrociare il suo.
- Ciao, co-sa ci fai qui? - balbettai imbarazzata. Non potevo crederci, era davvero lì.
- Sorpresa! - Aprì le braccia con un gesto teatrale e poi le avvolse attorno al mio minuto e fragile corpo rispetto al suo. Mi abbandonai a quell'abbraccio. Mi sentii sicura e protetta.
- Okay, direi che ora potete anche staccarvi.
- Steve! - lo rimproverò Vane.
Mi voltai e scoppiai a ridere.
- Ciao Vanessa - salutò Scott, esitò per qualche istante - Ciao Stefano.
Vane sorrise, Steve rispose con un cenno quasi impercettibile del capo.
- Amore, mi accompagneresti a casa? - chiese la mia amica
- Mi posso fidare a lasciarti da sola con lui? - Il mio amico era esageratamente serio.
- Non preoccuparti - rispose educatamente Scott al mio posto, mi passò un braccio dietro la schiena e mi attirò a se.
- Vai tranquillo Steve, ci sentiamo più tardi.
- D'accordo. Fatti sentire appena torni a casa, se non lo fai mi arrabbio. - si avvicinò e Scott si allontanò di qualche passo per lasciarci un momento di intimità. Mi diede un bacio sulla guancia e mi disse a bassa voce - Qualsiasi problema ci sia, chiama.

***

- Va bene, tesoro. Comportati bene - mi raccomandò mamma.
- Grazie, ci vediamo più tardi. Ciao - riattaccai.
- Allora, che si fa? - mi chiese Scott porgendomi il casco.
- Non lo so, non sapevo nemmeno che venissi.
- Salta su! - montai in sella, qualche secondo e partimmo.
Visto che la mia scuola si trova in centro, parcheggiammo poche vie più in là e ci fermammo in città.
Insistetti per mangiare in un fast-food, anche se ci tengo alla linea non riesco mai a dire di no al cibo spazzatura. Controvoglia mangiò anche lui ed alla fine gli piacque.
- Dovrò correre dieci chilometri in più per smaltire tutti questi grassi - si lamentò ironicamente, mentre uscivamo.
- Ma dai! Non esagerare! Sei perfetto, cosa vuoi che ti facciano un paio di calorie in più - oh mio Dio! Cosa avevo appena detto! - Nel senso... volevo dire... hai un bel fisico - il sangue affluiva velocemente fino alle mie guance - Non fraintendere...
Sorrise dolcemente, dovevo proprio fargli pena - Come sei tenera.
Sentivo il mio viso andare a fuoco.
- Non devi essere imbarazzata. Sono felice di piacerti.
Ora stavo bruciando completamente.
- Tu sei perfetta, principessa.
- Grazie - mormorai mentre le mie guance erano sempre più in fiamme.
Camminavamo fianco a fianco per le vie del centro, le nostre mani si sfiorarono una, due, tre... volte. Quanto sarebbe stato bello se avesse afferrato la mia. Io e lui, mano nella mano per le strade della città, come una vera coppia. Stavo facendo lo stesso errore ancora una volta. E se poi fosse sparito di nuovo?
- Ci sei? - mi chiese perplesso - A cosa stavi pensando?
- Nulla.
La sua morbida mano afferrò la mia e una splendida sensazione mi avvolse. Si sedette sugli scalini di una chiesa, mi prese dalla vita e mi fece sedere in braccio a lui. Il mio cuore batteva a mille, non potevo credere di essere seduta sulle sue gambe. Mi accarezzò dolcemente il viso e sorrise. Quel sorriso, il suo sorriso, che mi uccideva ogni volta.
- Non succederà più - capii subito a cosa si stava riferendo e lo lasciai parlare - Non ho intenzione di farti soffrire ancora e se me lo permetterai, farò in modo che nessun'altro ti possa mai far soffrire.
Cosa intendeva dire con quel " se me lo permetterai" ? Cos'era questa, una sorta di dichiarazione? Mi stava chiedendo di avere una relazione seria? O era solo una delle sue tante strategie di conquista?
- Spero solo che tu sia sincero - incrociai il suo sguardo in cerca di una conferma. Mi accarezzò dolcemente la guancia.
- Lo sono. Davvero.
Lo era. Ci credevo. Davvero.

***

- Sono già le sei - dissi scocciata.
- È ora che ti riaccompagni a casa?
- Sì, sarebbe meglio.
Sbuffò - Non puoi venire da me?
- Devo studiare - spiegai.
- Puoi studiare a casa mia - propose.
- Siamo stati insieme tutto il pomeriggio...
- Ti sei annoiata?
- No, assolutamente.
- Allora perché non vuoi venire da me?
- Non è che non voglio, è solo che devo studiare e non ho i libri con me.
- Ti prego.
- Senti, sono stata benissimo oggi, però il dovere mi chiama.
- In camera mia dovrei avere dei libri di quando andavo a scuola, potresti studiare con quelli. Più o meno gli argomenti sono gli stessi.
In camera sua. Ecco dove voleva arrivare. Iniziai a sentirmi a disagio. - Scott, non è il caso. Ci vediamo un'altra volta.

Un'ora dopo eravamo nel parcheggio di casa mia. Gli porsi il casco, lo appoggiò sulla selle della moto. Come la sera precedente, mi attirò a se ed appoggiò la sua fronte alla mia.
- Oggi era un' appuntamento - affermò a bassa voce.
- Può essere - dissi con lo stesso tono.
- Il terzo - aggiunse.
- E cosa succede al terzo appuntamento?
- Di solito c'è i bacio -, disse sorridendo in quel suo modo così terribilmente sexy.
Mi accarezzò le labbra con le sue meravigliose, morbide dita affusolate.
Sorrisi. - Ma questo non è il nostro terzo appuntamento. Il primo non conta, visto che sono finita all'ospedale.
Buttò indietro la testa e rise - Sei tremenda.
Gli diedi un bacio sulla guancia e mi staccai da quel suo abbraccio - Ciao Scott! - mi allontanai ridendo.

GUARDIAN - il mio angelo custodeWhere stories live. Discover now