Ricordi perduti

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Cinque ore.
Non avevo mangiato, il mio stomaco era sottosopra. Cosa sarebbe successo quella sera?
Magari non doveva succedere niente, infondo avevamo ricominciato a vederci da poco tempo.
Avevo bisogno di tranquillizarmi: una doccia sarebbe stata l'ideale. Così lasciai che l'acqua cadesse dolcemente sul mio corpo rilassando i miei nervi.

Quattro ore.
Mi stavo lisciando la mia chioma ribelle con la piastra che mi aveva lasciato Vane. Problema capelli: risolto.

Due ore.
Era da un'ora che frugavo tra i cassetti e l'armadio della mia camera in cerca di qualcosa di decente da indossare. La mia stanza era un disastro, c'erano vestiti sparsi ovunque. Dovevo risistemare tutto e mandare giù qualcosa, visto che era dalle sette di mattina che non toccavo cibo.

20. 30
Mancava solo mezz'ora, ma ero già pronta. Panico.
Continuavo a passeggiare avanti e indietro per la stanza come una matta. Ritoccai per l'ultima volta il trucco e poi ammirai il mio look tutt'altro che originale: leggins e maglietta. Mi ero scervellata nel trovare qualcosa di meglio, ma se gli piacevo veramente gli sarei andata bene anche così. O almeno ci speravo.

21.00
Puntuale come un orologio svizzero. Balzai in piedi al suono del campanello. Infilai la giacca ed uscii di casa con il cuore che scoppiava nel petto. Il vialetto sembrava lungo chilometri, non finiva più e fu un'impresa attraversarlo con le gambe tremanti. Ora solo pochi metri ci dividevano.
Sorrise e quel sorriso fermò tutto intorno a me, i nervi si calmarono, il battito rallentò e le gambe smisero di tremare. Quel sorriso, ormai familiare, avrebbe sistemato qualsiasi cosa.
- Allora principessa, pronta per il terzo appuntamento?
- E tu? – ribattei sicura di me. Alzò le sopracciglia, socchiuse gli occhi e sorrise maliziosamente: quell'espressione era il ritratto della perfezione.
Rispose con la sua voce profonda e così suadente - Prontissimo.

***

- Che ti va di fare? – chiese mentre mi aiutava a togliere la giacca.

– Non saprei. Dovrebbero fare qualcosa alla TV sta sera, ho visto la pubblicità. Potremmo vedere un film oppure...
- Sì, direi che un film sarebbe l'ideale – mi bloccò prontamente.
Luci spente, abbracciati sul divano, magari sotto una coperta. Da cosa nasce cosa...
Sicuramente fu questa l'immagine che gli passò per la mente e lo avevo proposto io.
Mi sedetti sul divano, Scott accese il televisore e spense le luci. A quel punto il mio battito iniziò ad accelerare. Si sedette affianco a me, esitò un momento, poi passò un braccio dietro la mia schiena. Mi irrigidii, il cuore mi batteva sempre più forte. Lui avvertì la mia agitazione. - Posso?
Sgranai gli occhi, mi aveva davvero chiesto il permesso per abbracciarmi?
Era ovvio che potesse stringermi tra le sue braccia. Annuii, non riuscii a pronunciare nemmeno una parola.
Non ricordo che film stessimo guardando, in realtà era l'ultimo dei miei pensieri. Immaginavo solo che da un momento all'altro lui si girasse ed iniziasse a baciarmi. Ma il tempo scorreva e non accadeva nulla. Ad un tratto partì una musica romantica e i due protagonisti nello schermo iniziarono a baciarsi. Percepii Scott voltarsi e guardarmi. Alzai lo sguardo in cerca del suo.
Stava per succedere.
Il suo braccio mi strinse più forte e l'altro lo protese verso di me. Mi passò una mano tra i capelli. Il mio cuore riprese a martellare nel petto, più forte ancora e sempre di più, pensavo che potesse scoppiare da un momento all'altro. Lo stomaco fece una capriola e un brivido mi pervase completamente.
Si avvicinò.
Mancava pochissimo.
Solo un soffio d'aria divideva le nostre bocche.
Non era il caso di baciarlo quella sera, mi aveva fatto stare così male. Se per lui era solo un gioco? Non se lo meritava, non mi meritava. Eppure la voglia era così forte. Se si trattava solo di attrazione fisica e nulla di più? Non potevo baciarlo, non lo avrei baciato.

GUARDIAN - il mio angelo custodeWhere stories live. Discover now