3.Lo scudo della fedeltà (Missione 1)

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In mezzo al bosco, il vento fece rabbrividire la Naiade che si strinse di più nel mantello. Aveva dovuto rinunciare al collo di pelliccia o sarebbe stata la preda ideale per i briganti che popolavano quelle terre. Qualche ciocca castana le solleticò il viso e lei sciolse lo chignon, per coprirsi ancora di più dal freddo.

Mentre guardava il falò scoppiettare, ripensò a quando aveva abbandonato il castello. Era stato un ordine della ninfa del lago, sua protettrice e guida, e non aveva avuto modo di rifiutarsi. Doveva imparare dal suo stesso popolo, una prova prima di poter riottenere il suo ruolo.

Alimentò un'ultima volta il fuoco e si appisolò vicino a Leonard, lo stallone che, ormai da qualche anno, era la sua magnifica cavalcatura. Le notti all'addiaccio erano rigide, ma da bambina si era abituata a passarle con abiti molto meno pesanti. Si accorse di quanto fosse cambiata rispetto alla mocciosa che guardava, con timorosa ammirazione, l'addestramento dei cavalieri.

La radura sembrava tranquilla e stranamente libera da briganti e tagliagole. Gli unici rumori erano causati dallo zampettare dei piccoli animali che si aggiravano attorno a lei, come se la natura stessa le cantasse la ninnananna. Il tepore delle fiamme e il respiro di Leonard la cullavano.

Si addormentò.

Cadde.

Senza mai toccare il fondo, sempre più giù, in un baratro oscuro.

Lo spadone era scomparso. Non poteva urlare o parlare, le avevano tolto l'uso della parola. Ma chi? E come faceva a saperlo? Infine, li vide avvicinarsi. Dal basso la guardavano: due occhi rossi come il sangue.

Il suo destino.

Un rumore la svegliò di soprassalto, spaventando anche Leonard. La mano scattò immediatamente su Cali, ma aspettò a sguainarlo; osservò i dintorni circospetta, con i sensi in allerta e cercando di calmare il battito del cuore. Dopo quasi un minuto capì che, chiunque si fosse avvicinato, era già scappato via. Forse era stato solo un animale selvatico. Si tranquillizzò, ma non abbastanza per rimettersi a dormire. Non era ancora l'alba, ma il pensiero che entro sei ore avrebbe raggiunto un piccolo villaggio la convinse a riprendere subito il viaggio.

Spense le ultime braci che ancora resistevano accese, ma qualcosa attirò la sua attenzione. Urtò con il piede un piccolo pezzo di carta, si abbassò per raccoglierlo. Il foglio era piegato in tre e tenuto chiuso da un sigillo che rappresentava una croce romana e un occhio di rettile. La Naiade non riusciva a ricondurre quel simbolo a nessuna delle araldiche che conosceva, non sembrava lo stemma di una casata di quei luoghi.

Ruppe la ceralacca e aprì la pergamena:

"Naiade,
Siete convocata al palazzo del Signore di Karga per questioni della massima urgenza. Siete pregata di recarvi prima possibile a Karga dove riceverete dettagli sul problema e sui pagamenti.
"

Karga? Non conosceva nessun luogo con quel nome, inoltre chi aveva osato considerarla alla stregua di un mercenario qualsiasi? Concluse che chiunque le avesse portato la lettera si stava prendendo gioco di lei. Mise l'invito nella tasca del mantello e salì in groppa a Leonard, decisa a raggiungere un letto comodo e un pasto caldo, ignorando quello stupido scherzo.

Proseguì il suo cammino fino al piccolo villaggio adagiato sulle rive del lago. Cercò l'insegna di una taverna e ne trovò una semi cancellata, ma che appariva più che decorosa. Scese da cavallo e lo legò fuori, di fianco ad altri già presenti.Accarezzò dolcemente il manto di Leonard, rassicurandolo che sarebbe tornata presto e aprì la porta della taverna. Nello stesso istante si sentì risucchiare.Tentò di resistere, ma fu inutile e tutto attorno a sé si modificò.    

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Seconda revisione: 25/08/2018

Prima Revisione: 25/11/2017

Flashforward ~ Arco 1: Le battaglie per la RosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora