11.L'attacco (01)

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«Dunque è quello? Sembra più un fortino, possibile l'abbiano costruito in una notte?» chiese la Naiade osservando le mura di legno che circondavano il vero e proprio accampamento. Dentro, più o meno al centro, si intravedeva una torre.

«Magia, signorina se-mi-tocchi-mi-rompo. Non hai ancora imparato?» rispose Darkbolt.

La donna ridusse gli occhi a due fessure, irritata, ma non rispose all'offesa. Non ne valeva la pena.

Le due esploratrici osservavano la parete e in particolare il piccolo edificio che si intravedeva oltre i pali. «Come procediamo? Ricognizione?» chiese Pandora.

Toruk ridacchiò. «No, è inutile. Non puoi sapere chi c'è dentro la torre e non abbiamo altro modo che andare giù d'attacco, o mi sbaglio? Tattica sfondamento e via, o avete paura?»

«No», Beatrix prese una bottiglietta dallo zaino e ne bevve il contenuto. «Mal che vada vi lasciamo a morire e noi andiamo via.»

Toruk guardò Pandora, che stava frugando nella borsa. «Sta scherzando, vero?»

La ragazza sollevò un sopracciglio e gli sorrise. «Tu che dici?»

Il generale le osservò sollevarsi in aria sinuose e in attesa di ordini. «Ho capito, porto io la biondina aldilà della palizzata, preparatevi all'attacco.»

Dalla schiena di Darkbolt e Toruk si aprirono due ali squamose e si alzarono in volo. Superarono la cinta e atterrarono dall'altra parte, dove ad attenderli c'erano una decina di troll. Erano tozzi, grossi e alti circa tre metri. La pelle verde scuro, quasi grigia, li aiutava a mimetizzarsi nella natura selvaggia e le grosse braccia sembravano create apposta per stritolare la loro preda. La Naiade li conosceva solo come gli orridi predatori che popolavano le leggende e, per un momento, rimase sconvolta alla loro vista, ma si riprese subito e si scagliò sul più vicino. Lo colpì con la spada sul braccio per poi concentrarsi sulle gambe. L'essere crollò a terra, mentre lei gli infliggeva il colpo di grazia alla testa.

Toccato terra, Toruk nascose le ali e dal nulla evocò due spade, una per mano, con cui si avventò su uno degli avversari. La lama dorata emanò delle scariche elettriche, mentre quella azzurra, quasi trasparente, condensò qualche goccia d'acqua, creando una scia di brina nell'aria. Si preparò a colpire di nuovo, quando sentì due frecce sfiorargli il viso e piantarsi nel petto della sua preda. Si voltò. Pandora incoccò altre due frecce nell'arco mentre Beatrix mirava a quello in lotta con Darkbolt, a cui il mezzo drago aveva quasi staccato un braccio.

I restanti sette nemici, ripresisi dallo shock iniziale, caricarono gli intrusi. Il gruppo si preparò a ricevere l'attacco, quando una parte della palizzata esplose, spargendo pezzi di legno ovunque. Dal polverone alzatosi, uscirono due figure molto diverse tra loro: un ragazzo robusto e dai capelli argentei che impugnava uno spadone grande quasi quanto lui, e uno biondo, mingherlino e dal vestiario appariscente.

Blitz sollevò un dito e urlò: «Arrendetevi immediatamente o la potente maledizione del terribile dio Bar-bisa vi trasformerà... trasformerà...» agitò il dito nell'aria, perdendo enfasi e ripetendo l'ultima parola diverse volte. Infine gridò: «in piante grasse!»

Le bestie si fermarono e tutti si chiesero per un attimo se quell'affermazione non avesse davvero sortito l'effetto sperato. All'improvviso, un troll riprese a correre. Non avevano neanche capito cosa avesse detto, erano solo stati attirati dall'esplosione.

Kramer bloccò l'avanzata del mostro con un rapido colpo di spada, mandandolo a terra con facilità. Ne rimanevano sei da abbattere.

Pandora mise via l'arco e sfoderò un pugnale. Si voltò verso l'amica e sorrise. «Coprimi» e corse verso l'essere alle prese con Toruk. Attaccò senza particolare forza, ma lacerando uno dei legamenti dei muscoli. L'urlo bestiale venne troncato dalla lama del generale che gli diede il colpo di grazia.

Blitz aiutava Kramer con la balestra, mentre la Naiade riprese ad attaccare assieme a Darkbolt. In poco tempo, i mostri si accasciarono uno dopo l'altro.

Pandora, in preda ancora all'euforia della battaglia, leccò la lama insanguinata del pugnale, assaporandone il sapore metallico. La Naiade distolse lo sguardo, non le era chiaro se quella ragazza fosse pazza o semplicemente strana.

«Voi siete i ritardatari?» urlò Darkbolt in direzione dei nuovi arrivati.

Il biondino fece un inchino con gesti molto ampi, come se fosse su un palcoscenico, disegnando con la mano un grosso cerchio attorno a sé, fino a portarla quasi sulla schiena. «Blitz Molniya, il guerriero dell'amore pronto a servirvi.»

«Ok, le presentazioni a dopo. Andiamo avanti, inizio già ad annoiarmi», interruppe Pandora.

«Mm... quanto siamo cattivi. C'è sempre tempo per una presentazione! Come vi chiamo altrimenti?»

«Darkbolt, Toruk, Naiade, Pandora e Beatrix», rispose in fretta Beatrix indicando con il dito gli interessati. «E ora andiamo avanti», concluse girandosi per arrivare alla torre.

«Che caratterino...» sussurrò Blitz.

La torre era rettangolare, alta forse tre piani, diroccata in alto e rattoppata con qualche asse di legno: sembrava un vecchio rudere rimesso a nuovo. La circondava un piccolo fossato quasi senz'acqua e profondo poco più di un metro. Era sovrastato da un piccolo ponticello in legno, rotto in più punti. Le tre ragazze furono le prime ad avanzare e si diressero verso l'argine, evitando la passerella che appariva poco sicura.

Pandora alzò un braccio per fermare la Naiade: «Aspetta. Potrebbe esserci...» ma non fece in tempo a finire che Beatrix entrò nel fossato per raggiungere l'ingresso, «...una trappola».

Un rumore simile a quello di un sasso che cade in acqua concluse la sua frase. Corse verso il bordo. Una massa verde e trasparente si elevò nel punto esatto in cui era caduta Beatix. La melma prese la forma di un cubo la cui altezza superava quella di Pandora. All'interno galleggiavano diversi resti umanoidi e armi ormai logore. In quel marasma di oggetti, Beatrix tentava di uscire, ma ogni suo tentativo falliva. Cercava degli appigli, ma l'essere sembrava adattarsi ai suoi movimenti. Toruk, Darkbolt e Kramer estrassero le armi, pronti a colpirlo.

«Fermi! Così rischiate di prendere lei!» urlò Blitz.

«E allora che facciamo? Quanto tempo abbiamo?» chiese Pandora agitata.

«Finché non muore soffocata, prima dobbiamo levarla fuori da lì!»

«Ci penso io», disse la Naiade e si tolse il fodero dalla cintura. Lo fece entrare nel cubo per farlo afferrare da Beatrix e tirò finché la ragazza non fu in salvo. I guerrieri si scagliarono sul cubo che si accasciò a terra con tutti gli oggetti che aveva inglobato, come se fosse sempre stata una semplice pozza d'acqua.

«Ma si può sapere che ti passa per la testa a volte? E sì che dovresti saperle certe cose!» Pandora aiutò l'amica a liberarsi di alcuni pezzi di melma rimastele addosso. «Devi imparare cosa sia l'autoconservazione!»

«A quest'età temo sia fatica sprecata», rispose la ragazza rialzandosi da terra, «e poi ho la mia personale guida a vegliare su di me.»

«Sì, ma rischio di non esserci sempre...» sussurrò Pandora a se stessa, mentre Beatrix si voltava verso la Naiade.

«Grazie.» Beatrix fece un leggero inchino davanti alla guerriera.

«P-prego»,rispose titubante e sorpresa che le avesse rivolto la parola. Per fortuna in quel mondo c'era qualcuno che conosceva le buone maniere.


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Prima revisione: 25/18/2018

Prima revisione: 26/11/2017    

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