39.Karga (02) ~ Nuovo obiettivo

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«Ragazze...» la voce di Toruk le raggiunse, cupa e mesta, priva della solita strafottenza.

«Che aria da funerale, dragone», lo prese in giro Pandora.

«Sì, sì... sentite, eccovele.» Solo allora si resero conto che trasportava due scatole in mano.

«I pugnali sono per Beatrix, la katar è per Pandora. Sono incantati, quelli da lancio sono ritornanti e uno di loro ha un potere tipo le mie lame, ti apparirà in mano magicamente quando ne avrai bisogno; il pugnale da mischia, invece, è infuocato. Kalad'ur ha detto che ti sarebbe piaciuto.»

Appena le ragazze afferrarono le scatole, Toruk se ne andò.

«Ha proprio la coda fra le gambe», puntualizzò Pandora.

In camera aprirono i doni e li osservarono attentamente. Erano di buona fattura, delle armi di qualità. I pugnali di Beatrix erano ricurvi, per facilitare all'incantesimo di legarsi con il metallo e seghettati in più punti. La katar aveva una decorazione fiammeggiante sulla lama e si illuminarono appena l'ebbe presa in mano. «Wow!» esclamò Pandora. «Quanto non fa per me quest'arma? Sai quanto costano degli incantamenti simili? Almeno si sono fatti perdonare!»

«Già...» Beatrix si tolse l'equipaggiamento, lo appoggiò sul comodino e si sdraiò sul letto, in attesa della Naiade. Avrebbe voluto solo perdersi in un sonno senza sogni, ma, dopo l'avventura di quel giorno, forse avrebbe dovuto prima recuperare qualche droga per dormire.

Pandora decise di lasciarla stare. Non sapeva come avrebbe reagito lei se qualcuno le avesse ricordato con tale brutalità il proprio passato. Ciò che era stato, non doveva più riguardarle. Quasi tutte le persone che riguardavano quel maledetto giorno di sei anni prima erano morte, l'unica ancora in vita era la ragione che aveva spinto la sua amica a dedicarsi anima e corpo a Falkedorf. Esattamente dieci minuti dopo, qualcuno bussò alla porta.

«Precisa come un orologio meccanico... entra pure», disse Beatrix rialzandosi dal letto.

La porta si aprì e la Naiade ne varcò la soglia. Si era preparata un discorso, ma davanti a loro due si rese conto che non avrebbe funzionato. Decise di parlare in modo schietto ed esponendo i suoi dubbi.

«Voi, esattamente, chi siete? Il vostro modo di combattere, di ragionare... non nego che mi turba parecchio.»

Pandora rise. A differenza dell'amica, era rimasta seduta sul letto. Non disse nulla, aspettando che fosse Beatrix a parlare.

«E anche se fosse? Ti ricordo che sei stata tu che, all'improvviso, mi hai prestato giuramento davanti senza informarsi prima su chi siamo.»

Beatrix sentì qualcosa sedersi sul suo letto, alle sue spalle. Prima ancora di voltarsi, un profumo nostalgico l'avvolse. Le ricordava la notte, il silenzio, la tranquillità e i sogni. Un profumo che si sprigionava durante le ore più buie, quando la luce della luna era in grado di far impallidire quella delle altre stelle, quando i canti delle ninnenanne si acquietavano, quando solo i gufi e le civette ancora svegli osservavano con aria indagatrice coloro che si attardavano in un reame che non gli apparteneva. Il profumo dei nocturna, i fiori che crescevano con estrema facilità nei giardini di casa sua, era all'improvviso calato nella stanza, viaggiando attraverso gli anni e i ricordi. Vide Kalad'ur sorridere, comodamente seduto sul suo letto, e la sua mente divagò. Per un rapido momento avrebbe voluto davvero essere da sola con lui, ma cercò di cancellare quel pensiero immediatamente. Che si ricordasse, non si era mai presa una sbandata per nessuno, doveva farlo proprio con qualcuno che leggeva la mente. "La mia solita fortuna", pensò.

«Questa non me la perdo. Seguirla dal vivo è decisamente meglio che da piccola ombra nascosta.» Bastava la sua sola voce a svegliare sentimenti che non sapeva neanche di poter provare. In parte ringraziò la Naiade e in parte si rammaricò che l'unico modo che aveva di stargli vicino era una stupida scenetta che si sarebbe conclusa con una sfuriata.

«Dunque?» La Naiade ormai si era abituata alla presenza costante di Kalad'ur. Non avrebbe in ogni caso potuto evitare che venisse a scoprire di quella discussione, tanto valeva ignorarlo come se fosse un soprammobile.

«Dunque, cosa?» Beatrix iniziava a perdere la pazienza. Cosa voleva che le dicesse? Karga era alleata di Falkedorf, i generali sapevano chi avevano ingaggiato. L'accusa velata era rimasta nell'aria e la cosa la infastidiva, essere giudicata senza che quella regina senza corona sapesse della sua storia era un atteggiamento che denotava superficialità. Non era una sorpresa il fatto che fosse stata spodestata. La risata di Pandora la distrasse dai suoi pensieri.

«Posso? Ti prego, posso? Tanto è legata dal suo stupido patto di fedeltà.»

«Ma... le regole...» Pandora la guardava l'unico occhio visibile brillante, come un bambino davanti a una torta. «Oh, e va bene.»

"Che brava sorellina, cedi davanti ai suoi occhioni dolci?"

"Non sono capace di dirle di no..."

Kalad'ur si alzò dal letto e si appoggiò alla parete, mentre Beatrix si sedette. Era proprio davanti a lei e iniziò a spogliarlo con gli occhi. Più lo aveva davanti, più lo desiderava. Sentì a mala pena i discorsi di Pandora e la Naiade.

«Allora, Falkedorf, la gilda a un paio d'ore da qui, è alleata di Karga, quindi loro sanno chi siamo. Siamo addestrate ai sotterfugi, all'uso dei veleni, alla tortura e all'omicidio. Siamo assassini, ci pagano per uccidere la gente.»

Quelle parole innescarono qualcosa nella mente di Beatrix, ma non capì cosa. La sua attenzione tornò sulla guerriera. Cosa c'era di così strano nella vicinanza delle due cittadine?

«Assassine?» A quanto pare la Naiade non si aspettava quello. Chissà che si era immaginata. «Perché mi avrebbero fatta legare a un'assassina? Perché i generali di Karga si fidano di voi?» Eccolo il problema: Neckter.

«Spiegami una cosa, Naiade.» Beatrix trovava irritante tutta quella ingenuità. «Tu ci fai la paternale, ci dici che non siamo degne di fiducia quando già dello stesso Neckter noi, che dovremmo almeno conoscere i nostri vicini, non sappiamo nulla...»

"Vuoi saperla qualcosa su di lui?"

«...di chi sia, di dove sia arrivato...»

"Sai quando è stata fondata Karga?"

«... e che quindi il buon difensore del popolo potrebbe essere stato in passato il più crudele degli uomini!» Beatrix fece fatica a terminare il discorso con le frasi di Kalad'ur che le ronzavano in testa.

"Di cosa state parlando? Che c'entra il quando?" Kalad'ur rise.

«D'accordo, allora. Se la pensate così, allora credo sia ovvia la ragione per cui sono stata convocata qua. Non esiste che debba seguire una Signora senza pietà o morale e non fare nulla. Giuro che troverò un modo di farvi redimere, di farvi tornare sulla retta via, perché sono sicura che ci sia del buono in voi. Ora, scusatemi.» La Naiade uscì dalla stanza, richiudendo la porta dietro di sé. I tre rimasti rimasero in silenzio a fissare il posto lasciato vuoto dalla ragazza.

«Questa sta male, non ho altre spiegazioni», constatò divertita Pandora. «Più male di noi, intendo.»

«Che ci provi pure, se le piacciono le cause perse.»

"Quando?" chiese infine. Della Naiade e dei suoi stupidi propositi non le importava nulla. In realtà voleva solo sentire parlare di nuovo Kalad'ur, che era ancora in stanza.

"Sei anni fa."

***

La beta qua si è messa a ridere. Cosa ne pensate di quello che sta cercando di fare la Naiade?

Flashforward ~ Arco 1: Le battaglie per la RosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora