Capitolo 44.

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Passato un giorno, un giorno di relax e macello in casa.
Derek mi ha comprato un telefono nuovo ho riavuto tutti i miei contatti anche di ciuffo viola la quale si era spaventato perché non gli rispondevo.
Sono in camera mia alle 7 di mattina a farmi un maledetto chignon con una bandana rossa.
Devo pulire casa dato che è una lordura.
Prendo secchiello, straccio, detersivo, spruzzino, panno, il moccio dallo sgabuzzino, l'aspirapolvere lo prendo dopo.
Lavo intanto la cucina con la musica, non può mai mancare.
Dopo aver finito con la cucina e averla resa bagnata, nel senso che il pavimento è bagnato e profumata passo al corridoio e la mia parte preferita arriva quando devo lavarlo perché posso correre e nel frattempo lavare il pavimento, non sono normale.
Lavato dopo 3 ore quasi mezza casa tranne la camera di Derek e ora di svegliarlo.
Entro in camera sua ed è più buia di non so cosa.
È rintanato sotto il materasso come un ghiro.
Apro le tende per far passare la luce.
Mi avvicino al suo letto e gli caccio il piumone.
Con la mano cerca il piumone, che buffo.
"Derek svegliati" dico scuotendolo, niente non si vuole svegliare.
Esco dalla stanza e vado nello sgabuzzino per prendere una bacinella.
La riempi d'acqua, ritorno in camera di Derek e gli rovescio il contenuto addosso.
"Porca puttana è gelata" dice mettendosi seduto.
Rido di gusto facendolo arrabbiare di più.
"Buon giorno dormiglione, devi pulire camera tua." Dico mettendogli in testa la bacinella.
"Fanculo Angel" dice lanciandomi la bacinella e pendendomi alla caviglia facendomi cadere.
"Ma sei scemo?!"
"No" dice alzandosi e andando in bagno.
Avevo pulito la casa uffa!
Vado in camera mia e mi cambio.

Oggi voglio farmi la tinta e voglio Rick che mi consigli

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Oggi voglio farmi la tinta e voglio Rick che mi consigli.
Prendo il telefono e lo chiamo, risponde subito.
"Ma buongiorno maschiaccia"
"Giorno ciuffo viola, hai da fare?"
"Mmm...devo andare tra venti minuti dal parrucchiere vieni con me? Passiamo almeno un giorno insieme ti prego"
"Infatti te lo stavo per dire muoviti"
"Cinque minuti e sono lì"
Riattacca.
Avverto Derek che sta pulendo camera sua e esco dal dormitorio e poi dal college.
Vedo la sua macchina e mi precipito dentro.
Gli bacio la guancia.
"Andiamo?" Domando.
"Certo".
Detto questo parte.

...

"Come ti fai i capelli tu?" Domando mentre dondolo sulla poltroncina del parrucchiere.
"Devo cacciare il viola per ritornare normale. Tu?"
"Così" dico facendogli vedere una foto sul cellulare(quella sopra).
Ho voglia di farli simili al ghiaccio.
"Belli".
Iniziamo a parlare cosa abbiamo fatto in questi giorni e a prendere in giro le altre persone che ci sono qua senza farci sentire.
Due ragazze vengono verso di noi e ci chiedono che cosa vogliamo fare, io gli mostro la foto mentre Ricky dopo che gli ha detto cosa vuole fare cerca di rimorchiarla.

...

"I tuoi capelli sono strani" dico ridendo.
"Ha ha i tuoi sembrano un corvo con la sfumatura azzurra" dice indicando i miei capelli.
"A me piacciono, poi sono color acqua non azzurri" dico accarezzandone lì e guardandomi allo specchio del parrucchiere.
Prendo il cappello e me lo metto.
"Visto ora sono solo color acqua" dico.
Sbuffa.
"Che c'è non ti piacciono?"
"No, ma mi devo abituare al ciuffo giallo ossigenato li avevo viola per 5 mesi".
Si passa una mano nei capelli.
"Ho fame Rick".
"Starbucks?"
"Starbucks".
Ci alziamo, paga Rick e usciamo.
Andiamo allo starbucks e prendiamo due caffè da portare.
"Sei una scroccona lo sai?" Dice bevendo il suo caffè.
"Chi sei?" Dico ridendo.
"Quello che ti compra tutto" dice cacciandomi il cappello e se lo mette lui.
"Hey" dico facendo il broncio.
"Questo è mio ormai" dice avvicinandosi.
Gli metto una mano davanti il viso facendolo innervosire.
Caccia la mia mano e mi morde le dita per due secondi.
"Aia".
Ritiro la mano e ritorno a bere il mio caffè.
Camminiamo nel silenzio per due minuti, non c'è mai stato.
"Posso farti una domanda?"dice guardando avanti.
"Me l'hai appena fatta".
Si mette a ridere.
"Sei stata adottata?".
Mi fermo di colpo e guardo in basso.
Perché deve fare male.
"Non ti demoralizzare, anche io sono stato adottato. Diciamo che ho passato anche io un periodo come il tuo. So che mia madre è viva e che è con la mafia. Mio padre non lo conosco e non so niente di lui. Mi hanno adottato a 4 anni e mi ricordo solo che ero in una macchina e sentivo dei pianti. Tu invece?" Dice.
Ricomincio a camminare non volevo stare lì impalata.
"Conosco mio padre dalle medie ma non sapevo che è veramente mio padre. Lavora in un tabacchino della più grande stazione di Los Angeles. Non ricordo niente del mio passato quando ero piccola quando sono stata adottata. Di mia madre, beh non so niente" dico guardandolo.
"Sembriamo lo ying e lo yang." Dice scatenando la mia risata.
Aspetta, aspetta, aspetta.
Lui sa di sua madre ma non di suo padre, io so mio padre ma non di mia madre.
Lui ha 22 anni, io diciotto, ci passiamo 4 anni, lui si ricorda dei pianti.
Non è che...?
No è impossibile...

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Resta per sempre il mio stronzo. [IN REVISIONE]Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum