Anche Roma sa di te.

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Sai, oggi ho voluto spezzare la monotonia delle giornate girando per le strade di Roma, cosa che non avevo mai fatto di notte, non sono mai riuscita a girarmela tutta in una volta come ho fatto stasera.
Roma di notte è uno spettacolo, mi sono fermata a fare foto un po' ovunque, ma ovunque mi trovassi ci ho immaginati insieme.
Il problema è che non riesco a mandarti via, e ovunque mi trovi, qualsiasi cosa faccia, tu puntualmente sei con me.
Non ti ho sempre in mente, certo, anche io riesco a divertirmi senza te, ma forse, non si tratta di non averti sempre in mente, si tratta di reprimere il ricordo che ho di te, lasciando spazio per me stessa.

Roma di notte è pura poesia, tanto che alla fine mi sono persa, ho le gambe e la schiena a pezzi, non mi sento nemmeno più i piedi per quanto ho camminato. C'era il mio migliore amico con me, devo ammettere che è stata una vera e propria avventura, una botta di vita che non vivevo da giorni.
Perderci nella città dove siamo nati e cresciuti, quanto possiamo essere deficienti? Di due teste non ne formiamo mezza.

Ti ho immaginato tra la gente, tanto che per un momento mi è parso sentire il tuo profumo, a tal punto da girarmi.
Ma tu non c'eri, non ci saresti mai potuto essere.
In un posto con me, intendo.

Improvvisamente quando ero sul punto di scendere dalla metro, per tornare a casa, mi squilla il cellulare.

"Pff, sarà mamma."

Ci misi una lentezza prima di tirar fuori il cellulare dalla borsa, che quasi persi la chiamata.

La tua.

Ecco, in quell'esatto istante mi sono sentita avvampare. Il cuore, dopo mesi, batteva di nuovo forte, tanto che quasi potevo sentire la tua mano premere sul mio petto, per sentirne il battito. Per sentire quanto casino stava facendo.

Tu non immagini nemmeno che fatica si provi a reprimere un'amore che non è mai iniziato.
Non sai quanta fatica faccio, a farti credere ogni giorno che ormai non mi importa più.
Che non mi importa avere un rapporto con te.
Che non me ne frega nulla della tua amicizia, e non mi frega nemmeno sapere che ti manca vedermi.

Non sai quanto è dura convincere se stessi di una cosa che non si prova. Il menefreghismo di te, intendo.

Ma so che se non lo facessi, anche la polvere che è rimasta di noi verrà spazzata via dal vento.
Un vento che non ti riporterà più da me.

Risposi e tu iniziasti a parlare.

«Sara.»

«Dimmi.»

«Non devo dirti nulla, volevo sapere come stavi.»

Ti immaginai  col viso stanco in quel momento, mentre giravi per le strade senza una meta precisa. Ti immaginai camminare con una mano in tasca e con l'altra tenere il telefono. Magari ci sarebbero state ragazze, ma ti saresti limitato solo a guardarle. Per rompere il ghiaccio ti avrei incitato a provarci, ma tu non lo avresti mai fatto.
Ammetto di averti immaginato, e con se anche la mia gelosia, anche se ormai, di mio non c'era più nulla.

Tornando a noi, la tua tenerezza mi spiazzò, ma io dovevo mostrarmi dura agli "occhi tuoi", altrimenti sarei finita sul medesimo discorso, che tiravo sempre fuori mesi fa, senza mai ricever risposto.
Solo un silenzio.
Ma come poteva il silenzio fare tanto chiasso?

"Ci pensi mai a come sarebbe stato?
Viverci ovviamente."

Come posso stare secondo te? Stavo bene, andava tutto alla grande. Ma se tu fossi con me le cose andrebbero straordinariamente e non solamente bene.

«Ho il telefono scarico, ci sentiamo.»

"Sai, volevo dirti che Roma non ha lo stesso sapore senza di te."

Ed anche oggi, mi manchi più di ieri, un bacio a te che sei lontano.

Dammi solo un minuto,
un soffio di fiato,
un attimo ancora.
Stare insieme è finita,
lo abbiamo capito
ma dirselo è dura.

Caro Diario, ti racconto di lui. Where stories live. Discover now