Fotogrammi.

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"10.
9.
8.
7.
6.
5.
4.
3.
2.
1.
buon anno a tutti."

È così che inizió il nuovo anno, un nuovo ed intero anno senza te.
Ricordo che quella sera giurai di non pensarti nemmeno un po', ma non ci riuscì.
Mi ritrovai sulla scalinata di una discoteca a caso, sorseggiando un cocktail che non avevo mai assaggiato prima. Beh che scema, era ovvio, sono astemia, ricordi?
Tutti ballavano, ridevano, si divertivano, bevevano.
Poi c'ero io, seduta in un angolo, a pensare a quanto sarebbe stato bello averti li in quel momento, a quanto sarebbe stato bello iniziare l'anno insieme, come avevo progettato.
Ma ogni qualvolta che faccio progetti, puntualmente non riesco a realizzarli.
Forse dovremmo viverci il presente, senza pensare al futuro, senza pensare a cosa saremo, cosa diventeremo, con chi saremo e cosa faremo.
Dovremmo pensare di più al presente, a viverci a pieno le giornate, così che magari, fra anni, quando saremo anziani, e magari ci ricorderemo tramite vecchie foto incollate su un album tutto stropicciato, spiegando ai nostri nipoti che se un amore finisce, non esiste la fine, esiste una rinascita. E penseremo "Ah però, sono riuscito a godermi la vita senza avere rimpianti."
Ed è così che dovremmo vivere.
Dovremmo cogliere gli attimi, dare possibilità a tutti e non dire mai di no.
Dovremmo pensare di più a cosa fare al giorno non a cosa faremo fra un mese, due, un anno.
Bisognerebbe lasciare tutto al caso e goderci le giornate a pieno senza pensare troppo.
Forse mi sono dilungata troppo, ma ciò che cerco di dirti, è che non importa dove mi trovo, con chi sono o cosa sto facendo, perché avró sempre per la testa qualche fotogramma di te, di noi, di ciò che non siamo stati e ció che non siamo mai potuti essere.

«Dai chiamalo cosa ti frega, al massimo fai finta di esser ubriaca e che non ci stai capendo nulla, che hai composto il suo numero così, a caso, perché era il primo della rubrica. Chiamalo, chiedi come sta, fai gli auguri di buon anno e poi chiudi la chiamata. Non faresti nulla di male.»

«Macché, non mi risponderà mai.»

«Ma tu cosa ne sai se non provi? Meglio rimanerci male per una non risposta che per un rimpianto. Vuoi passare i prossimi giorni a pensare "Ah, chissà se mi avesse risposto."? Provaci, male che va, ci hai provato.»

Composi il tuo numero, in quei pochi secondi composi brevemente nella mia testa cosa dirti durante la chiamata, ma tu non risposi.

«Te l'ho detto.»

Passammo tutta la notte in macchina, Mary era ubriaca e aveva bisogno di una persona che si prendesse cura di lei. E dato che, era la mia migliore amica, passai tutta la notte a tenerle i capelli per far si che il suo stomaco di liberasse e la situazione si evolse in modo abbastanza triste e malinconico.
Chiuse lo sportello della macchina, inizió a chiedermi scusa, scusa se mi stava facendo passare una serata di merda, una di quelle serate che avremmo ricordato a distanza di anni, e che invece si è trasformata in una serata da non rifare.
Inizió a dirmi che persone come me non si trovano, che se fossi stata un'altra me ne sarei sbattuta e me ne sarei tornata a casa in qualche modo. E invece sono rimasta li, tra una lacrima e l'altra, ad ascoltare tutte quelle belle parole che non aveva mai saputo dirmi.
Se ci ripenso anche ora mi scappa una lacrima, soprattutto se penso che lei non è più qui con me.
Dirti che mi manca è poco, ma l'orgoglio mi fa dire il contrario, mi conosci.

Ore 13:40 del 1 Gennaio 2016.

"Hey Sara, scusa se non ho risposto ma non ci sono stato. Buon anno comunque e stai tranquilla."

In qualche modo, iniziammo l'anno insieme.

Caro Diario, ti racconto di lui. Where stories live. Discover now