Possiedimi

3.1K 164 12
                                    

<< Sei davvero carino quando sorridi, mio piccolo Blake >>

Il ragazzo non l'avrebbe mai detto, non avrebbe nemmeno mai potuto immaginare, neanche nei suoi sogni più assurdi, che bastasse così poco a farlo scattare, un insieme di foni, inseriti in un ordine perfetto, quasi epico, che per poco non gli fece esplodere il cuore nel petto. Ci volle un minimo di esitazione per permettere alla sua mente di elaborare ciò che era appena accaduto, meno ancora ai suoi occhi per spalancarsi, ed alle sue pupille per stringersi fino al punto di apparire solo come delle fessure lontane ed irraggiungibili. Avete mai sentito parlare della grandezza racchiusa nel "Potere della Parola" ? Tutti noi abbiamo sentito quest'espressione e, se non l'abbiamo sentita, allora ci conviene uscire dalla grotta, salutare papà e mamma lupo e ritornare tra gli esseri umani, perché chiunque di noi la conosce, ma, come Blake capi in quel breve istante, ancora molti ne hanno oscuro il reale significato, o almeno fino a quando non ci viene sbattuto in faccia con tale forza da spedirci dall'altra parte della galassia ed entrare in quella vicina. Il giovane albino si sentì proprio così mentre il tempo gli scorreva intorno al rallentatore ed i suoi muscoli cominciavano a prendere una vita propria facendolo voltare verso il ragazzo che gli stava accanto, il cuore che batteva a mille nel suo petto, i polmoni, striminziti, come se non avessero più aria al loro interno, e gli organi in un ingarbugliamento tra le farfalle nello stomaco e la sensazione sgradevole che molti hanno quando leggono o usano il telefono nella macchina e questa è in movimento, pura nausea che non passa fino a quando non si è scesi. Il cervello del giovane però era quello messo peggio in quello istante, troppe informazioni da elaborare in poco tempo, troppi ricordi che quella voce così familiare aveva riportato alla sua scheda di memoria, come se si stesse svuotando di ogni fotogramma alla velocità del suono solo per riuscire a fare in tempo ed impedire alla braccia e alle gambe di agire senza il suo controllo, in uno scatto, un riflesso involontario dettato da chissà quale istinto primordiale, ma, quando finalmente la mente fu libera, era troppo tardi. Blake era già a terra, e con lui il ragazzo che prima gli stava seduto acanto, l'albino gli stava sopra guardandolo con rabbia e riempiendolo di pugni sotto lo sguardo confuso di tutti i presenti, nessuno dei quali si era mosso da quando il suono, secco e metallico, delle sedie di ferro su cui i due stavano seduto poco prima, non si era spento nell'aria e, quella lotta curiosa, non aveva avuto inizio. Perfino gli operatori che erano lì per sedare eventuali risse, non fecero nulla davanti alla scena che avevano davanti agli occhi, non era loro nemmeno chiaro cosa stesse accadendo veramente dato che era a metà fra, un pestaggio a senso unico, nel quale Blake dava pugni a raffica sul petto di uno strano tipo che nessuno aveva mai visto e che, chissà come, si era sostituito al nuovo arrivato, e che ora stava sorridendo dolcemente mentre accarezzava i capelli del più giovane, quasi come se non stesse sentendo nulla, o fosse completamente insensibile ed immune ai colpi dell'altro. Ed intanto le lacrime di Blake si facevano sempre più fitte sulle sue guance riempiendogli gli occhi fino all'orlo ed infrangendosi, a volte sul pavimento, ed altre sul petto scolpito dell'uomo che gli stava sotto, il ragazzo gridava e gridava a più non posso, piangendo come se stesse venendo al mondo un'altra volta, era un pianto doloroso ed affranto, ma anche pieno di gioia e vita, speranza e pura felicità, come se si fosse appena liberato dal peso di ogni problema sulla faccia del pianeta ed ora potesse finalmente sfogare ogni istante patito.

<< DIMMI CHE SEI VERO ! >>

La voce di Blake uscì così stridula e disperata che sorprese l'albino stesso senza che però questo gli servisse a calmarsi, era a causa dell'adrenalina, che ora correva come uno stallone imbizzarrito nei suoi vasi sanguigni, con il tempo stava rapidamente scemando lasciandolo senza forze, affaticato come se avesse corso per giorni e giorni. Quando l'energia finì esaurendosi improvvisamente, così come era arrivata, il giovane fu costretto a stendersi sul petto del corvino che stava sotto di lui, nonostante ciò però non voleva cedere e continuò a dargli dei piccoli pugni fino all'ultimo, fino a quando le sue braccia, completamente spompate e coperte di sudore, non scivolarono lentamente ai suoi fianchi. Anche le lacrime andarono diminuendo fino ad asciugarsi nel silenzio generale che si era creato, ma non durò molto, un paio di operatori, ripreso il controllo in seguito allo scoppiò di rabbia del paziente, si avvicinarono ai due, nelle mani ciascuno teneva una siringa con del sonnifero più che sufficiente a calmare Blake fino al momento in cui sarebbe stato bloccato con la camicia di forza ritornando così inerme e mettendo fuori pericolo tutte le altre persone presenti nella stanza che fortunatamente erano rimaste troppo sconvolte dall'accaduto per perdere il controllo a loro volta.

SuoWhere stories live. Discover now