•Percy// Addio, occhio sinistro.

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Okay, chiariamoci subito: io di casini ne ho combinati molti in questi ultimi due anni. Non sono un cattivo ragazzo, ho semplicemente la tendenza di infrangere le regole che mi vengono imposte. Sempre nel limite, ovvio. Nonostante la mia vita fosse alquanto noiosa ed ordinaria, non avevo intenzione di rovinarla con droghe e passatempi simili. Tra tutti i guai che ho passato, è ovvio che io -a volte anche Luke- abbia partecipato a molte risse. Nella maggior parte dei casi, scoppiavano avendo come "causa" una ragazza indecisa, oppure debiti non saldati. Ma quella no. Quella era una rissa diversa. Era in corso una violenza psicologica, e Thalia ne era l'attuale fulcro.

-Dai, che ne dici se continuiamo quello che abbiamo interrotto l'ultima volta che io e Jerard? Sai, abbiamo avuto un piccolo inconveniente con alcuni poliziotti.- disse il ragazzo mulatto, continuando ad avanzare verso Thalia, con un inquietante sghembo malizioso che non prometteva nulla di buono. Improvvisamente avevo un' irrefrenabile voglia di prendere a cazzotti qualcuno e le mani iniziarono a prudere. Proprio mentre stavo per muovermi, Rachel mi precedette, ponendosi tra il ragazzo e Thalia.
-Senti- disse Rachel -non so cosa tu voglia da Thalia, Piper ed Annabeth, ma credo sia meglio che ve ne andiate.- aveva un tono decisamente fermo e calmo allo stesso tempo. Se aveva paura dei ragazzi, non la stava dimostrando affatto.

Intorno a noi, si erano accerchiati un sacco di ragazzini, pronti ad assistere all'imminente rissa. Questo mi fece innervosire ancora di più.
I due ragazzoni guardarono Rachel con aria divertita. In effetti lei era almeno mezzo metro più bassa rispetto a loro. I capelli rossi e le lentiggini le davano un'aria indifesa e docile, ma gli occhi verde smeraldo pieni di determinazione e di rabbia tradivano le aspettative.
-A quanto pare anche la rossa vuole unirsi ai giochi, Patrik!- scherzó Jerard, afferrando Rachel per un polso e trascinandola verso di lui come se fosse la più stracciona tra tutte le sue schiave.
-Quattro troiette sono meglio di tre troiette. Poi mi piacciono le rosse.- affermó convinto Patrick, tornando a prestare attenzione a Thalia.
-Lasciale stare.- sbottai mettendomi davanti a Thalia e coprendola con un braccio.
Luke, che guardava la scena come un pesce lesso, mi lanciò un'occhiata che diceva chiaramente "non intervervenire se non vuoi essere pestato malemente".
Io la ignorai e la folla intorno a noi si stringeva sempre più.
-Jackson, stanne fuori. Sei il cugino di Luke, quindi preferiamo lasciarti in pace, per ora.- sbottó Jerard, avvicinandomi a passi grossi a me e prendendomi per il colletto della camicia, costringendomi a salire in punta di piedi. La mia faccia distava dalla sua solo qualche centimetro.
-Ora vattene, Jackson. Abbiamo un conto in sospeso con la Grace.-
Mi spinse lasciandomi andare la camicia e per poco non caddi.
-Che conto hai in sospeso con mia sorella?- questo era Jason Grace, fratello di Thalia. Si era fatto spazio tra la folla e si era posizionato vicino a me e davanti la sorella.
-Jason, aspettami!- una voce arrivava da poco lontano. Piper, con il fiatone e tutta spettinata, correva verso di lui.
Avrei dovuto dirle di stare lontano, di scappare via e chiamare aiuto; ma ero troppo confuso per farlo.
Non appena Piper giunse vicino a Jason, sbiancó vedendo Jerard e Patrik. La sua borsetta viola e cadde da mano e rimase paralizzata al centro della sala, con gli occhi fissi sui due ragazzi, che sorrisero sadicamente nel vederla.

-Piper, vieni qui!- urlai, scuotendole le spalle. Lei sembrò risvegliarsi dal trans, ed indietreggió tremante e a pugni chiusi.
Piper si avvicinò al mio orecchio e sussurró: "Sai dov'è Annabeth?"
Le risposi che non lo sapevo, in quanto non l'avevo mai vista in tutta la serata. Ma Annabeth aveva detto che sarebbe venuta alla festa, quindi anche lei era in potenziale pericolo.
-Vi avevo detto di non presentarvi questa sera!- disse Thalia a Piper. Probabilmente non voleva essere sentita, ma aveva alzato un pochino troppo la voce.
-Temevo proprio questo- continuó -Ho fatto delle ricerche oggi pomeriggio. La sentenza decretava due anni di carcere per tentato omicidio, ma è stata accorciata ad otto mesi perché sono stati considerati pentiti una settimana fa. Non appena l'ho scoperto sono corsa qui.-
Piper la guardò confusa ed irata: -E noi non sapevamo che questi assassini sono stati rilasciati? Siamo state quasi uccise l'ultima volta, Thalia. Ho paura.- così Piper scoppiò a piangere. Era un pianto silenzioso, ma io riuscivo a sentire i suoi soffocati singhiozzi.

Mentre io cercavo di fare da muro protettivo a Piper e Thalia, Jason provava a discutere con Jerard, Patrik e Luke. Noi tre ci eravamo allontanati e non riuscivamo a sentire il discorso. Ma comunque potevo immaginare che Jason stesse chiedendo ai tre di lasciare il locale, dato che avevano già dato fin troppo spettacolo. La situazione non sembrava migliorare. I due ragazzi non sapevano parlare come Dio comanda e spintonavano Jason ogni qual volta lui provasse a chiedere loro di andarsene. Rachel era partita in ricerca di Annabeth, che non rispondeva al telefono, insieme a Leo, Frank ed Hazel. Io decisi che era meglio far intervenire qualcuno, così presi il mio telefono e composi il numero della polizia. Il mio cuore batteva forte e stavo sudando per l'ansia.

Tentato omicidio. Queste erano le parole dette da Thalia. Jerard e Patrik avevano sul serio provato ad ucciderle? Avevano già passato un bel po' di tempo in carcere, dopo un'accusa molto pesante. Possibile che non avessero nemmeno la libertà vigilata? Era davvero questa la sicurezza del nostro Stato?
Stavo per premere il tasto "chiamata" quando sentii Piper lanciare un urlo acuto. Alzai lo sguardo dallo schermo del mio telefono e vidi Patrik correre verso di me. Prima che potessi fare qualcosa, un pugno mi colpì sulla guancia. Se Thalia non mi avesse preso al volo, avrei sbattuto la testa sulle mattonelle in marmo. La guancia sinistra mi bruciava davvero tanto. Il dolore si estendeva dal sopracciglio fino al naso. Passai la mano tremante sulla mia faccia ed avvertii una sensazione di bagnato. Ritrassi la mano e cercai di guardarla con l'occhio destro, in quanto quello sinistro faceva troppo male per essere tenuto aperto. Sangue. Molto sangue.
-Non azzardarti a chiamare la polizia, figlio di puttana!- urló Patrik, lanciando il mio telefono dall'altra parte della stanza.
-Che nessuno di voi si azzardi!- continuó puntando il dito verso la folla di studenti che ancora ci guardava.
Jerard spinse via Jason, che cadde per terra di sedere. Corse verso di noi e prese Piper e Thalia per il braccio. Le due ragazze urlavano forte. Provarono a tirare qualche calcio, inutilmente. Patrik prese Piper come un sacco di cemento, invece Jerard dovette faticare un po' prima di riuscire a stordire Thalia, che continuava ininterrottamente a colpire. I quattro uscirono dalla porta sul retro del locale, che affacciava su un lungo vicolo di New York. Guardai i ragazzini che si abbracciavano tremanti e pallidi, senza fare nulla.
-Rimanete qui e non uscite dal locale!- urlai rimettendomi in piedi e coprendomi l'occhio sanguinante. -Non chiamate la polizia oppure faranno del male a Thalia e Piper. Non sappiamo se sono armati.- loro annuirono tutti.
-Percy, s-sono armati.- sussurró Luke muovendo le mani agitato e spaventato.
-COSA?- urlò Jason correndo verso Luke con un pugno già pronto.
-Loro portano sempre due coltellini nella tasca interna del giubbotto. Nessuno tranne me lo sa.- precisò lui, parando il pugno di Jason. Lui si prese la testa tra le mani e crollò per terra. -Se succederà qualcosa a mia sorella e Piper..- sussurró -Giuro che ti uccido, è tutta colpa tua!- una lacrima gli scese sulla guancia, ed iniziò a tremare.
-Basta piangere, Grace!- dissi poggiandogli le mani sulle spalle. -Andiamo a dirne quattro a quei tizi!-
Così io, Jason e Luke ci incamminammo verso la porta. Luke si girò un'ultima volta verso gli studenti. -Rimanete qui. Se Rachel, o Frank, o Leo, o Hazel trovano Annabeth, non fatela uscire. Teniamo al sicuro almeno lei.-
Poi uscimmo. E la scena che si presentò davanti ai nostri occhi fu orrenda.

Percabeth•{Amnesia}• ITAWhere stories live. Discover now