•Annabeth // Mi leggi un libro?

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Febbraio, primo pomeriggio. 

<<Wow, per lavorare così poco la paga è molto alta.>> commentò Percy ironico, mentre mangiucchiava il cornetto comprato poco prima. Mi finsi offesa: in effetti le ore al bar non erano moltissime, ma comunque il lavoro c'era. Tuttavia ero a conoscenza del fatto che ci fossero mestieri molto più pesanti del mio.

<<Parlò colui che vive portando a passeggio un rottweiler.>> dissi io con la stessa quantità di sarcasmo. <<Anzi, direi che è il rottweiler a portare a passeggio te.>> aggiunsi, tirandogli una leggera spinta che per poco non gli fece cadere il cornetto dalla mano. Lo afferrò al volo, con un'espressione pietrificata dal terrore di poter perdere la sua preziosa merenda.
Non appena strinse il cornetto più forte a se, si tranquillizzò e si girò verso di me.
<<Quel cane è un cinghiale! Ha i canini lunghi quanto il mio...>>
<<Percy!>> urlai io, chiudendo istintivamente gli occhi in segno di disgusto.
<<Ma lasciami finire di parlare! Ha i canini lunghi quanto il mio pollice. Ti sembra una cosa tanto scandalosa?>> scherzò Percy, con tutta la bocca sporca di zucchero a velo.
Iniziai a sentirmi un po' in colpa.
<<Ah... Scusa.>> dissi, cercando di migliorare la situazione sfornando uno dei miei sorrisi di scuse più imbarazzanti di sempre. Percy strinse le spalle, facendo capire con degli incomprensibili versetti che le scuse erano accettate.
<<Credo tu abbia ancora un'idea leggeremente sbagliata su di me.>> commentò il ragazzo non appena mandò giù il boccone. Non sentii alcun risentimento nella sua voce, e ne fui estremamente contenta: ne avevo abbastanza di litigate con lui, e speravo con tutta me stessa che il battibecco avvenuto dopo il matrimonio fosse l'ultimo.
Abbassai lo sguardo e rallentai gradualmente il passo. <<Lo so...>> riconobbi, sconsolata <<Mi dispiace.>>
Percy fece una smorfia confusa e divertita allo stesso tempo. <<Tranquilla, si può sempre rimediare. Non mi conosci ancora bene, dopotutto.>> mi consolò lui, tirandomi una pacca sulla spalla non proprio delicata ma che comunque apprezzai.
<<Tu dici?>> chiesi, ed una piccola speranza si accese nel mio petto. Percy, nonostante la mia domanda fosse piuttosto retorica, ci tenne a farmi sapere che era serio, ed annuì.

<<Luke dov'è?>> chiesi, non sapendo cos'altro dire per spaccare il ghiaccio.
<<È andato in centro per cercare un nuovo appartamento...>> iniziò a spiegare.
<<Cambierete casa?!>> l'interruppi io, lasciando da parte l'autocontrollo. Il mio cuore perse un battito: proprio ora che le cose stavano andando meglio Percy si sarebbe allontanato da me? Avevamo passato due settimane insieme senza mai litigare, se non alcuni futili disaccordi risolti in pochi minuti e non ero mai stata tanto bene in tutta la mia vita.
Perchè il destino non voleva lasciarmi vivere in santa pace? Perchè teneva tanto a complicarmi la vita?
<<Beh, sì, pensavamo di trasferirci.>> spiegò Percy, senza distogliere lo sguardo dalla strada. <<Io, Luke e Nico ci sentiamo in reclusione nell'appartamento di Grover. Per carità, lui è un bravo ragazzo, è simpatico, e tutte quelle cose lì. Ma la casa è minuscola, umida, confusionaria e Nico soffre il freddo. Morirebbe d'ipotermia se dovessimo rimanere lì.>>
<<Ah... Quindi... In centro, eh?>> chiesi, non sapendo che dire. La parte orgogliosa che ancora viveva in me decise che farsi vedere rattristita dalla notizia avrebbe fatto trasparire troppe cose. Provai l'indifferenza.
Percy sorrise, e mi resi conto di quanto fosse entusiasta per il trasferimento.
<<Sì, ci proviamo. Sicuramente un appartamento in centro costerà di più, ma per me la casa è importante.>> disse Percy.
<<Che casa è una casa in cui non mi sento a casa?>> chiese retoricamente, tutto d'un fiato. Io risi, cercando di mandar giù l'amaro che avevo in fondo alla gola.
<<Giusto.>> affermai, e continuammo a camminare in silenzio.

Percabeth•{Amnesia}• ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora