•Annabeth // Ballo magico.

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Prima di iniziare, volevo ringraziarvi perchè siamo #175 in Storie D'Amore, grazie a tutti!
Godetevi il capitolo!

Due mesi dopo.
<<Vuoi tu, Piper McLean, unirti in matrimonio a Jason Grace, amarlo ed onorarlo, finchè morte non vi separi?" >>
<<Io? Sì, lo voglio!>>
Il curato guardò Jason. <<E vuoi tu, Jason Grace, prendere in moglie Piper McLean, amarla e rispettarla per tutti i giorni della tua vita?>>
Jason iniziò a tremare ancora di più.
<<C-certo che lo voglio!>>
Su ogni singolo invitato al matrimonio si plasmò un sorriso a trentadue denti. Il parroco gonfiò il petto, solenne, e pronunciò le fatidiche parole:
<<Jason, Piper, io vi dichiaro marito e moglie!>>
Urla di gioia di diffusero per tutta la cattedrale, ed i vari parenti ed amici si abbracciarono tra loro. Jason strinse Piper tra le sue braccia e si baciarono appasionatamente, finchè una delle damigelle non svenne per l'emozione.
Io, per non dare nell'occhio, ero seduta su una delle ultime panche della cattedrale, vicino ad una vecchia zia dello sposo, che perdeva lacrime come una fontana.
<<Signora Grace, vuole un fazzoletto?>> chiesi educatamente, quasi ridendo della situazione.
<<Sì, giovanotta, sì.>> singhiozzò, affondando la faccia nel mio fazzolettino.
Jason e Piper, una volta finito il bacio, uscirono mano nella mano dalla cattedrale sulle note della Marcia Nuziale.
Io fui una delle prime a lanciare riso e confetti sugli sposi. Uno dei miei confetti finì nell'occhio di Jason.
<<Ahia! Porca put... Ehm-ehm, mannaggia!>> urlò lo sposo, massaggiandosi l'occhio.
<<Scusa, Jason!>> gridai io, ridendo, guadagnandomi un affettuosissimo sorriso dalla mia amica neo-sposa.

Poco dopo, uscirono anche i testimoni degli sposi:
non fu un problema per me riconoscere il primo testimone; i capelli neri, dagli insoliti riflessi blu, rasati sul lato destro del capo e cadevano mossi sulla spalla sinistra. Gli occhi elettrici potevano essere notati anche da lontano, ed ora splendevano per la felicità. Thalia non era cambiata molto dal liceo: era sempre molto magra, quasi scheletrica, ed alta. Anche la sua espressione da piantagrane sembrava essere rimasta immutata. Di fianco a lei, un ragazzo che ricordavo solo di vista, un cugino molto stretto di Piper. Entrambi uscirono saltellando dalla cattedrale saltellando, seguiti dai parenti e dagli amici.
<<Ed ora?>> chiesi alla zia di Jason. Ero stata a pochissimi matrimoni nella mia vita, ed ero comunque molto inesperta. Lei mi guardò con gli occhi azzurri spalancati, quasi da psicopatica.
<<Oh... Ora arriva la parte migliore.>> disse. Io la guardai incerta. <<Ovvero?>>
<<Si mangia!>>

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Il viaggio in taxi fu parecchio scomodo, ma che dico, sconodissimo. Eravamo in sette, tutti invitati al ricevimento, in un veicolo con cinque posti.
C'era la zia di Jason, suo marito e suo figlio. Poi c'era una vecchia amica di Piper, il suo fidanzato e l'autista. Sette.
Ad una curva improvvisa, il figlio della signora Grace mi tirò una testata, facendomi sbattere la testa contro il finestrino. Imprecai sottovoce; okay, non proprio sottovoce. Ma solo lui mi sentì.
<<Oddio! Oddio! Scusami tanto!>> disse lui, super agitato.
<<Tranquillo, non mi sono fatta nulla.>> risposi a denti stretti, con un tono che probabilmente lasciava intuire il contrario.
Lui, infatti, non si arrese.
<<Non sei brava a mentire. Ti fa male?>> chiese, portandosi una mano alla bocca.
Mi girai per guardarlo meglio. Nonostante fosse parente di Jason, non gli somigliava per nulla. Somigliava piuttosto al padre: aveva la stessa pelle di porcellana, il naso grande, capelli castani ed occhi verdi, quel verde che si mischiava al marrone.
<<Passerà.>> dissi sorridendo, massaggiandomi la testa con la mano. Per fortuna non avevo fatto particolari acconciature, altrimenti si sarebbero rovinate al massimo.
Lui ricambiò il sorriso. <<Comunque sono Alejandro Grace.>> disse, per poi aggiungere subito dopo: <<Oh, però chiamami Al. Alejandro è un nome un po'...>>
<<Un po' di merda.>> concluse sua madre, che intanto aveva osservato tutta la scena sorridente. <<L'ha scelto tuo padre!>> puntualizzò la signora Grace davanti allo sguardo di sorpresa misto a confusione del figlio. Il marito, come se vi avesse fatto l'abitudine, roteò gli occhi, e stette in silenzio.
<<Comunque io sono Annabeth Chase.>> dissi ad Al, e ci stringemmo la mano.
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<<Fattoria "Le ostriche di Zio Charlie"?>> chiese Al, scendendo dal taxi.
<<Ah, solo Piper avrebbe potuto sposarsi in un posto del genere!>> disse Thalia, sbucando alle nostre spalle, ed avvolgendo me ed Al in un abbraccio.
<<Ciao cuginetto Al, vedo che hai già conosciuto la mia Annabeth!>> esclamò Thalia. Al era in imbarazzo. <<Ah... Ehm... Sì.>> balbettò.
<<E tu, Annarella bella, pensi che non ti abbia visto, in chiesa? Insomma, chi non ti noterebbe con questo vestitino giallo!>>
<<...Annarella bella?>> chiesi io.
<<Suvvia! Sono anni che non ci vediamo e tu continui a rimproverarmi per dei soprannomi? Non sei cambiata per nulla!>>
...quanto si sbagliava.

Percabeth•{Amnesia}• ITAOù les histoires vivent. Découvrez maintenant