•Percy// Divento uno psicopatico.

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Avete presente quell'orrenda sensazione che provate quando in televisione pubblicizzano alcune campagne contro la malnutrizione in Africa? Avete presente la velocità con la quale l'angoscia si accumula in petto ogni qual volta vediate un'ambulanza correre a tutta velocità con i fari blu lampeggianti? Ed avete presente la paura ed il terrore che dentro l'ambulanza possa esserci un vostro caro morente che sta lottando contro quel confine che, prima o poi, tutti affronteremo?
Ecco; prendete quella sensazione. Moltiplicatela per venti. Orribile, vero? Più o meno siete riusciti a capire quello che provavo mentre varcavo la soglia della porta sul retro del locale.

Fui il primo ad uscire all'esterno, ed il primo a vedere quella raccapricciante scena. Dopo di me seguivano un nervoso Luke -alla fine era colpa sua- ed un tremante e pallido Jason. Ma potevo capirlo: c'era in pericolo la vita della sua unica sorella, Thalia, e della ragazza di cui era innamorato, Piper.
Il vicolo era abbastanza largo, e le abitazioni intorno erano abbandonate, o almeno questo rivelava l'aspetto delle case. Probabilmente era stato costruito negli anni '40, se non prima.
Per terra c'erano piccole pozzanghere d'acqua e fango, il rimasuglio dell'ultima perturbazione.
Scene come quelle si vedono in molti film d'azione. Ma alla maggior parte delle persone clip come quelle sono totalmente indifferenti, anche a me non facevano effetto. Ma viverla fu probabilmente una delle cose più orrende della mia vita, e credo di non aver mai provato così tanta paura prima di allora. Il panico mi investì interamente. Sgranai gli occhi (o almeno privai a granare l'occhio sinistro, che ancora pulsava, senza riuscire) dal terrore e conficcai le unghie nel palmi delle mani, cercando in tenere a bada tutte le emozioni contrastanti dentro di me.
Patrik e Jerard, nonostante fossero usciti solo da pochi minuti, si erano dati da fare. Patrik, nonosta avesse un orrendo segno sul labbro inferiore dal quale usciva poco sangue, era totalmente soddisfatto mentre frugava nella borsetta di Piper.
La ragazza era figlia d'arte. Il padre era un famoso Hollywoodiano, e la sua carriera in quel momento era alle stelle! Io stesso ero un grande fan di Mr. McLean, ed il mio film preferito vedeva proprio lui come protagonista. Quindi, possiamo benissimo dire che Piper avesse una famiglia benestante. Patrik infatti, aveva lasciato andare la borsetta ormai vuota al suolo e stava prendendo tutti i soldi che Piper aveva nel suo portafogli in pelle: almeno una migliaia di dollari erano entrati in tasta di quel farabutto assassino.
La stessa ragazza, invece, era nelle possenti braccia di Jerard. Le era stata tappata la bocca con un brandello della sua stessa camicia, ma emetteva comunque piccoli urli di terrore. La ragazza era petto a petto con il suo aggressore, e lui rideva malizioso. Cercò di palparle il sedere, ma Piper provò invano a ribellarsi, e sembrò cercare di non piangere. Ma, inevitabilmente, una lacrima le scese lungo la guancia.
La sua gonna era leggermente alzata, facendo in modo che il sedere fosse in bella vista a chiunque.
-PIPER!- urlò Jason, sconvolto. Istintivamente, corse verso i due. Jerard aveva entrambe le mani occupate nell'intento di mantenere Piper appiccicata a lui, quindi non riuscì ed evitare il calcio che Jason gli tirò nelle parti basse, stando bene attento a non colpire anche le gambe della ragazza, che ebbe il buon senso di tirare un'altro colpo (una ginocchiata tra le costole di Jerard) non appena vide l'assassino barcollare dal dolore una volta ricevuto il calcio di Jason. Jerard cadde in ginocchio dolorante, ed allora io intervenni, dandogli un pugno ben assestato in faccia, vendicandomi a modo mio dell'occhio nero che loro stessi mi avevano causato. Ma oramai avevo perso il controllo della mia rabbia, continuai a colpire ancora ed ancora, finché non vidi Jerard crollare a terra svenuto. Risi di gusto, con lo sguardo isterico ed il petto inspiegabilmente più leggero. Poi però la mia mente scattó ed allora ricordai. C'è anche Patrik da abbattere! Era rimasto fuori dai giochi per tutto questo tempo che quasi mi ero scordato di lui. Mi girai indietro, dove qualche minuto prima frugava nella borsetta di Piper. Non c'era più. Merda, dov'era finito?
-È scappato!! È scappato!!- urlò Luke, che per tutto quel tempo era stato fermo ed immobile, indeciso se aiutare i suoi amici criminali oppure i suoi amabili compagni di scuola.
-D-dov'è andato?- chiesi, con il petto che ancora ribolliva di rabbia. Ansimavo come se avessi corso per una decina di chilometri, il fiato talmente pesante da avermi fatto seccare le vie respiratorie. Probabilmente in quel momento rispecchiavo lo stereotipo del perfetto psicopatico.
-Percy.. Calmati..- provó a dire Piper, ancora tremante, ma non guardava me. Ora che aveva recuperato la sua borsetta vuota (Patrik era fuggito dopo aver incassato tutti i soldi di Piper), aveva lo sguardo fisso sul criminale, che ora giaceva svenuto sull'asfalto bagnato, con la faccia insanguinata ed il resto del corpo pieno di lividi.
Piper lo scrutava come se potesse improvvisamente destarsi e concludere quello che aveva iniziato.
Frugó insicura nella sua tasca ed estrasse un vecchio cellulare.
-Dovremmo chiamare qualcuno, no?- chiese incerta, aspettando che il telefono si accendesse. -Non so... L'ambulanza? La polizia?- continuó, ma c'era solo il silenzio in una notte nuvolosa. -INSOMMA, CHIAMATE QUALCUNO!!- urló guardando me e Luke, esasperata e con gli occhi grondanti di lacrime. Luke si avvicinò all'amico criminale, e tutti ebbero un attimo di esitazione. Cosa avrebbe fatto? Avrebbe aiutato gli amici oppure avrebbe difeso noi? Controlló nel vecchio giubbino in pelle falsa di Jerard, e dalla tasta interna estrasse un coltellino svizzero davvero bello (sì, ho la passione dei coltellini svizzeri. Problemi?) e decise di darlo a Piper. -Questo è meglio che lo tenga tu. Sei la più raccomandabile tra noi quattro.- affermò mio cugino, affidando il coltello a Piper.
In parte mi sentivo offeso, pensavo che per lui io fossi almeno minimamente raccomandabile, ma poi mi ricordai di come avevo massacrato di botte Jerard e decisi di stare zitto.
Lei, invece di metterlo nella borsetta, si avvicinò alla parete di una vecchia casa e sbattè la lama contro il muro, rendendo il coltello inutilizzabile.
-Non sapevo avessi così tanta forza, Pips!- commentai.
Lei accennó ad un sorriso, ma era ancora bianca come un cadavere.
-Non è il momento Jackson.. Patrik è ancora lì fuori.-
In quel momento il telefono di Luke trilló, e lui debolmente lo prese in mano. Sobbalzó e cliccó velocemente alcuni tasti.
-È Patrik.- decretó -Mi aspetta in JokePool street, vuole un passaggio fino alla periferia. Conoscendolo penso voglia scappare più lontano possibile da New York.- continuó, leggendoci il messaggio. Una domanda mi sorse in mente.
-E tu che farai?- chiesi, con l'espressione più seria che potessi assumere.
-È ovvio Percy. Vi aiuteró. Hanno quasi ucciso Piper e Tha.. UN SECONDO, DOV'È THALIA?!?!- urlò improvvisamente rendendosi conto che era stata assente per tutto quel tempo.
Sussultai, vidi Jason sbiancare e cadde a terra stremato, sbattendo la testa contro un vecchio cassonetto dei rifiuti. Il cassonetto si ribaltó, rivelando dietro un corpo sdraiato a pancia in su. Era Thalia. In una pozza di sangue. Una grande ferita da taglio le apriva in due il petto, ma non era molto profondo.
-O SANTO DIO, THALIA!- urlarono Jason e Luke in contemporanea.
Piper, però, era quella che tremava più di tutte.
-Io.. Io.. Non ho v-visto niente! Ero girata.. E.. E.. L'ultima cosa che ho visto è che com-combatteva con Patrik.. Io.. Non.. È tutta colpa mia!!- e scoppió a piangere rumorosamente.
Non sapevo se fosse morta. Tutti avevano troppa paura per fare qualcosa. Piper si sentiva in colpa per non essersi ricordata prima di Thalia. Jason era ancora a terra e tremava, non riuscendo a muovere neanche un muscolo. Provava a dire qualcosa, ma gli unici suoni udibili erano piccoli e flebili sussurri.
Luke la guardava esterrefatto. La ragazza che aveva stuzzicato per tutto l'anno scolastico e che comunque era riuscita a fargli provare qualcosa di diverso, era lì; probabilmente morta.
Improvvisamente, qualcuno aprì la porta. Io urlai terrorizzato, per poi rendermi conto che era solo Frank. Lui prima di alzare gli occhi dal suo cellulare disse quasi urlando: -Rachel ha trovato Annabeth. Sono entrambe in Via JokePool.-
Per un momento sospirai, con la certezza che almeno Annabeth fosse al sicuro. Poi Luke..
-MERDA! PATRIK È PROPRIO IN  JOKEPOOL STEEET!- urló, con la voce gutturale.
Persi un battito se non due. Automaticamente, tutti gli sguardi furono su di me. Poi capii perché:
Jason era troppo shockato per fare qualsiasi cosa.
Luke non aveva intenzione di separarsi da Thalia.
Piper ne aveva viste abbastanza per la serata.
E Patrik aveva ancora il suo coltello nel giubbotto. E mi resi conto che Annabeth avrebbe potuto fare la stessa fine di Thalia.
-Percy, vai! Ci pensiamo noi a Thalia.. Ed a Jerard.- mi assicurò Luke.
E senza dire nulla iniziai a correre verso Jokepool street.
E l'istinto prese il posto della ragione.
L'adrenalina il posto del buon senso.
La paura il posto della rabbia.
E continuai a correre, senza girarmi indietro.
E continuai a correre, come se il peggiore dei mostri mi stesse inseguendo.
È continuai a correre, con la consapevolezza che avrei potuto perdere l'unica ragazza che mi aveva fatto innamorare. Ed in quel momento l'ammisi a me stesso, io l'amavo.
E continuai a correre, ancora più veloce di prima.

Percabeth•{Amnesia}• ITAWhere stories live. Discover now