•Percy// Ma quella l'ho già vista!

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Il ragazzo ci portò sotto un alto grattacielo, dalle pareti ingiallite e dall'intonaco staccato in alcuni punti. Si trovava nella periferia di New York, vicino ad un piccolo lago artificiale, attorno al quale era stato allestito un banale parcogiochi.
<<Allora, ragazzi, eccoci qua!>> ci spiegò il ragazzo, gonfiando il petto orgoglioso.
Luke, di fianco a me, sembrava soddisfatto del luogo. <<Beh, non c'è che dire, Grover. È esattamente come l'avevo immaginato.>>
Nico incrociò le braccia, come se ci fosse qualcosa che non andasse nel luogo. Mi guardò senza attirare l'attenzione di Luke e Grover. <<Non sembra molto sicuro.>> sussurrò, per poi fissare lo sguardo sull'intonaco staccato di un balcone del secondo piano. Io strinsi le spalle. <<Prima di parlare preferirei vedere l'interno.>> dissi, sperando di dissuaderlo. Nico alzò gli occhi scuri al cielo, arrendendosi.
<<Adesso vi porto dentro.>> annunciò Grover, avviandosi per le scale. Luke annuì elettrizzato, seguito da un me entusiasto e da un Nico ancora titubante.
Mentre salivamo le (tante) scale, Grover si girò verso di noi, continuando a camminare all'indietro come i gamberi.
<<Sapete, ragazzi, dei coinquilini erano proprio quello che mi servivano.>> disse, con un sorriso a trentadue denti in volto.
<<Ed a noi serviva un appartamento proprio come questo.>> concluse Luke ricambiando il sorriso.
Nico finse una tosse. <<Io aspetterei prima di dire che questo sia l'appartamento giusto.>> disse, beccandosi un'occhiataccia da Luke.
Ma il biondo non fece in tempo a rispodere, perchè erano finalmente arrivati al terzo piano. Ogni piano era composto da quattro appartamenti, divisi da alcune piante d'esterno un po' trascurate e rinsecchite. L'ascensore malfunzionante era chiuso con delle aste di legno. Grover frugò nelle tasce dei pantaloni larghi prima di trovare le chiavi. Quando aprì la porta, Luke sospirò di meraviglia. In effetti, anch'io pensavo non fosse per niente malaccio. Il lungo corridoio era pieno di quadri espotici, mentre i tappeti colorati davano un tocco molto allegro al tutto. Ma, nota dolente, nell'aria c'era un odore di erba che non riuscii proprio ad ignorare. Quando mi girai, anche Nico aveva la mia stessa faccia. <<Se mia madre mi vedesse ora>> borbottò tra se e se, in modo che nessuno potesse sentirlo.
<<Mi piace molto!>> esclamò Luke, mettendosi le mani sui fianchi e guardandosi intorno.
<<Grazie, amico!>> rispose Grover, togliendosi il berretto e liberando i riccioli castani.

Non appena Grover si avviò in bagno, Luke si girò verso di noi.
<<Allora? Secondo me è perfetto!>> disse entusiasta.
Nico parve essere stato trafitto da un pugnale: <<Perfetto?! Più che un appartamento sembra un tempio dedicato a Bob Marley, e questa puzza di erba mi sta facendo rincoglionire!>>
<<Però è il prezzo più basso che abbiamo trovato, Nico.>> intervenni io, riflettendo. <<Per ora non possiamo permetterci nulla di meglio. Quando ci saremo stabiliti ed avremo i soldi necessari troveremo un appartamento tutto nostro!>> dissi, non riuscendo ad essere pessimista. In effetti il pessimismo di Nico bastava per tre. Infatti, il ragazzino sbuffò, guardandosi intorno a disagio.

Dopo pochi minuti, Grover ritornò all'ingresso, ed insieme facemmo il giro della casa.
<<Che ve ne pare?>> chiese Grover. Guardai indeciso i miei due cugini. <<Sì, ci piace.>> acconsentì Luke.
Grover quasi si mise a saltare per la gioia.
<<Oh, venite qui, coinquilini!>> disse, per poi stringerci in un (troppo) caloroso abbraccio. Sentii Nico sussurrare "voglio morire" nel mio orecchio, ma per il suo bene feci finta di averlo immaginato.
Qualche giorno dopo
<<Per fortuna ho portato poca roba!>> urlai tutto contento con la mia unica valigia già trasportata al terzo piano.
Nico, con ben tre valigie ed un borsone, stava cercando di salire la seconda rampa di scale con difficoltà.
<<Ci credo che hai poca roba!>> mi strillò Nico. <<Cambi le mutande una volta a settimana!>>
Sentii Luke, con il doppio dei bagagli da trascinare, ridacchiare dal primo piano.
<<Uff, stai zitto!>> gli dissi, agitando la mano.
Dopo molti minuti, anche Nico e Luke arrivarono al terzo piano, ed insieme a Grover iniziammo a portare le valigie all'interno dell'appartamento.
Senza preavviso, la porta adiacente a quella della nostra nuova casa si aprì di scatto. Ne uscì una ragazza sulla ventina, dai lunghi e mossi capelli castani, che però presentavano un'imponente ricrescita bionda sulla cute. Indossava una divisa che non lasciava molto all'immaginazione, composta da una gonnellina nera aderente ed a vita alta, ed una camicetta bianca. Visto il freddo, la ragazza indossava delle pesanti calze nere. Quando la ragazza si girò per chiudere la porta dietro di se, riuscii a leggere la scritta "Having fun with our bar" e l'indirizzo del bar sopracitato sul retro della camicia. Che la ragazza lavorasse in un bar, era poco ma sicuro. A causa del freddo di novembre, la ragazza aveva una pesante sciarpa attorno al collo, che le copriva anche metà faccia, lasciando scoperti solo gli occhi. Quando essa sì girò, notai quanto fossero grigi e familiari. In effetti, di occhi così belli ne avevo visti pochi. Grover la salutò con la mano, e lei ricambiò con un veloce e freddo cenno del capo. Senza degnarci di un ulteriore sguardo, si diresse veloce e decisa sulle scale, scendendole come se avesse delle normali scarpe da ginnastica e non dei tacchi altissimi.
<<Percy, cosa c'è?>> chiese Luke con un sopracciglio alzato. Guardai mio cugino, che aveva già portato tutti i suoi bagagli all'interno.
<<Tu conosci quella ragazza?>> chiesi, incuriosito dal fatto che solo a me quella giovane risultasse familiare. Luke sì affacciò dalla finestra del corridoio, e vide la ragazza incamminarsi verso il lavoro con la stessa camminata poco femminile ma comunque seducente. <<Mi ricorda qualcosa... Ma non so cosa.>> concordò Luke, riducendo gli occhi a due fessure azzurre.
<<Menomale, pensavo di essere l'unico.>> sospirai, spostando l'attenzione su Grover.
<<Grov, sai chi è quella?>> gli chiesi, sperando di ottenere risposte soddisfacenti.
Lui strinse le spalle. <<In realtà no. Non parla mai con nessuno, è molto scorbutica. Abita qui da molto tempo. Io sono qui da quattro anni circa, e lei era già qui. Lavora in un bar del paese.>> disse, disponendo i nostri borsoni sul divano rosso.
<<Nome?>> chiese Luke schematico.
Lui sembrò pensarci. <<La signora del piano di sotto la chiama "Betty" ma credo proprio sia un soprannome.>> ci spiegò.
La conversazione finì lì, in quanto poco dopo Nico ci avvertì di aver trovato un ragno grande quanto una mela nel bagno, e Luke si mise ad urlare come una femmina.
La prima notte nel nostro appartamento fu un incubo. Avevamo deciso di lasciare la camera di Grover tutta a lui, mentre io, Luke e Nico saremmo rimasti a dormire nel divano-letto del salone. Il problema? Tre ragazzi non entrano in un fottuto divano-letto. Nel bel mezzo della notte, sentii più volte Nico cadere dal letto, mentre Luke borbottava nel sonno. Risultato? Sì, esatto, non ho chiuso occhio. Verso le cinque del mattino mi "svegliai" con gli occhi così rossi da sembrare delle fragole mature e delle occhiaie che neanche il più coprente dei correttori avrebbe potuto nascondere.
Decisi di rinunciare al prendere sonno e mi alzai, lasciando che il povero Nico occupasse il mio spazio. Nel silenzio della notte l'unico rumore udibile era... Il russare di Luke. Per nulla poetico, insomma.
Poi, circa dieci minuti dopo, sentii qualcuno con i tacchi salire le scale, ma il ritmo era molto irregolare, come se il qualcuno stesse prendendo delle pause durante il cammino. Non riuscii a resistere alla curiosità, mi recai all'ingresso e sbirciai attraverso l'occhiello della porta.
Sembrava esausta, ed infatti era uscita per andare a lavoro molte ore prima. Il trucco sbavato, i capelli castani fuori posto e la camicetta bianca piena di macchie viola. Barcollava nel recarsi al suo appartamento, ed infatti non esitò ad imprecare quando prese una storta a causa dei tacchi alti. Sembrava confusa, come ubriaca. Al quinto tentativo, inserì le chiavi dell'appartamento ed entrò sbadigliando.

Madò, da quanto tempo. Comunque, scusatemi se questo capitolo è moooolto corto rispetto agli altri, ma pensavo di aggiornare più spesso ma con capitoli brevi, non so se vi sta bene, ma sinceramente preferisco così
:3

Anyway, finalmente Nico. Scusatemi (di nuovo) se non l'ho reso il bel tenebroso della situazione, ma volevo che fosse un po' più ironico... Già basta Annabeth per far cadere le palle in questa fanfiction, lol.

Percabeth•{Amnesia}• ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora