•Annabeth // Salti temporali

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Bo-boom, bo-boom, bo-boom.
Cos'era questo rumore?
No, non era né una bomba carta, neanche un tamburo: era il mio cuore che minacciava seriamente di uscirmi dalle orecchie dopo aver sentito la dichiarazione di Percy.
Quanto diavolo c'aveva messo? Quattro anni? Beh, almeno ci era riuscito.
Anche se era successo tutto così in fretta; mia sorella, Patrik e Jerard, la passeggiata improvvisata, e dovetti ammettere che quelle parole  mi presero totalmente alla sprovvista.
Quella giornata era stata un uragano di emozioni contrastanti: partendo dalla stanchezza del lavoro, passando per la frustrazione di avere Alexa, Percy e Luke in casa mia, arrivando infine alla felicità come mai l'avevo provata.
Aggiungendo anche il crollo nervoso avuto qualche ora prima, ed il quadro era completo.
Cosa avrei dovuto dirgli? In effetti, l'unica cosa che avrei voluto fare era saltargli addosso e dargli tutto il mio amore, ma quanto sarebbe durato?
E mi sforzavo, mi sforzavo molto, e cercavo di scavare negli angoli più remoti del mio cervello, nel tentativo di riuscire a raggruppare le parole giuste per descrivere quel che provavo. Fu tutto inutile; ero troppo euforica da poter agire in totale lucidità.
Percy mi vide boccheggiare come un pesce, e mi sorrise.
Non trovai mai le parole giuste, perché prima che entrambi potessimo rendercene conto, ci stavamo baciando.

Nove mesi dopo, 17 Dicembre, appartamento di Annabeth ed Alexa.
<<Aspetta, aspetta, mi stai dicendo che Joffrey e gli altri due sono figli di Cersei e Jamei, non di Re Robert?>> mi chiese Percy, gesticolando animatamente. Alexa chiuse il libro che  stava leggendo ad alta voce da quasi un'ora e mezza, e lo poggiò con delicatezza sullo sgabello già colmo di altre letture.
<<Esatto.>> risposi io, che avevo già letto tutta la saga del Trono Di Spade, ma avevo insistito affinchè Alexa la rileggesse, in modo che anche quel citrullo di Percy potesse apprezzarla. E, stranamente, sembrava piacergli.
<<Quindi... Essendo un Lannister al 100% Joffrey non è il leggittimo erede al trono?>> continuò Percy, che sembrava non essersi mai concentrato di più in vita sua.
<<Esatto.>> rispose Alexa, imitando perfettamente il mio tono apatico, e poi mi fece la linguaccia.
Il pomeriggio stava trascorrendo troppo tranquillemente per i nostri standard: Alexa ed io non avevamo ancora litigato, e Percy non mi aveva ancora stressato con quella sua improvvisa voglia di portarmi in piscina (al coperto, ovviamente) con lui. L'acqua non era mai stata il mio elemento, eppure Percy sapeva essere così petulante che se solo avesse insistito ancora un po', avrei sicuramente ceduto alla sua proposta. Luke e Nico non avevano ancora occupato il mio appartamento con la scusa de "Qui ci sono i riscaldamenti", e sul gruppo whatsapp che avevo creato insieme a Thalia e Piper non arrivavano messaggi da circa quattro ore (cosa stranissima, e mai successa).
Era il clima perfetto per far scoppiare una litigata epocale, ma non avevo intenzione di rompere quella tranquillità nella quale mi trovavo.
Ero nel periodo più felice della mia vita, e non avevo problemi ad ammetterlo. Anche quei momenti caserecci, semplici ma familiari, erano una manna dal cielo per i miei nervi. Avere mia sorella ed il mio ragazzo lì, vicino a me, sotto lo stesso tetto, io avvolta nella mia coperta come un baco da seta, e Percy sdraiato vicino a me mentre mia sorella svolge il ruolo di voce narrante era la sensazione più piacevole che si potesse provare.
Ed il solo pensiero che qualcosa, qualsiasi cosa, avrebbe potuto intaccare la bolla nella quale ci trovavamo, mi fece improvvisamente venir voglia di proteggere entrambi, e giurai di farlo.
Ci fu un silenzio rilassante che durò per quasi tre minuti, durante i quali cercai di riposare un po' le palpebre.
<<Stasera ordiniamo un kebab?>> l'interruppe Percy.
Alexa scattò. <<Non c'è neanche bisogno di chiederlo!>> e si diedero il cinque come solo i peggiori tamarri di New York sapevano fare.
Poi il mio cellulare vibrò.
<<Percy, mi passi il telefono?>> brontolai, e lui allungò la mano sul comodino e me lo passò.
<<Ecco, tesoro.>>
Controllai svogliatamente i messaggi; non che adorassi le chat o i social, ma si sarebbe potuto trattare di un sms importante, magari riguardante il lavoro. Per fortuna, era solo Thalia.
<<Chi è?>> chiese Percy con tono indagatore. Anche se cercava di rimanere indiffere (apprezzavo lo sforzo), quel tocco di gelosia che tanto odiavo sembrava essere indelebile. Nonostante non gli avessi mai dato motivi per dubitare di me, Percy era sempre in allerta, e mi infastidiva. Mi ripromisi di riprendere l'argomento da lì a breve.
<<È Thalia.>> risposi, leggendo il suo messaggio.
<<Oh, la mia Grace preferita!>> esclamò Alexa, gettandosi sul divano-letto di fianco a me per sbirciare.
Percy aggrottò le sopracciglia.
<<Cos'hai contro Jason?>>
<<È noioso.>> rispose semplicemente Alexa, ma prima che Percy potesse ribattere, mi alzai di scatto, con piccoli urletti di gioia.
<<Thals verrà a New York per le vacanze natalizie!>> squittii, e non persi tempo a chiamarla.
Misi il vivavoce, in modo che tutti potessero partecipare.
<<Annabetta!>> rispose la voce potente di Thalia, ma Alexa, impaziente di annunciare la sua presenza, si fece avanti.
<<Ci sono anch'io!>> urlò, e salutò con la mano come se Thalia potesse vederla.
<<Non fatemi sentire escluso.>> commentò Percy, mettendo un finto broncio.
<<Percy! Vecchio lupo di mare, ci sei anche tu!>> rispose Thalia, e la sentii ridacchiare.
Parlammo a lungo del soggiorno di Thalia Grace a New York, e lei ci spiegò i giorni di arrivo e di ritorno. Inoltre, la convincemmo a passare le notti da noi, e non in un hotel come lei aveva intenzione di fare in principio. Le assicurammo che avevamo un divano-letto fin troppo comodo per rimanere vuoto.
Non appena riagganciai, Alexa saltò in piedi, in preda all'adrenalina.
<<Okay, ho soltanto tre giorni di tempo prima che Thalia arrivi; pulirò tutta la casa da cima a fondo! E butterò quell'albero di Natale, perché è inguardabile!>> disse, da grande ossessiva compulsiva qual era, ed indicò lo striminzito e spennato alberello di Natale, che stava lì in un angolo, intrecciato in orrendi lustridi dai colori improponibili.
<<L'ha fatto Percy, cosa ti aspettavi?>> scherzai, riappoggiando la testa sul cuscino e riavvolgendomi nella mia coperta.
<<Sembri Tutankhamon.>> commentò Percy, stendendosi vicino a me.
<<Allora ti converrà non toccarmi, a meno che tu non voglia essere perseguitato in eterno dalla mia maledizione.>> dissi, lanciandogli una finta occhiataccia. Percy avvolse un braccio intorno a me. <<Nah, io ne sono immune.>>
E si strinse ancora un po', tanto da ritrovarci fronte a fronte.
<<Ti amo.>> gli sussurrai.
<<Anch'io.>> mi rispose.
<<Vi schifo.>> concluse Alexa, e poi sgattaiolò verso la cucina, ed iniziò a svolgere le sue pulizie.

Percabeth•{Amnesia}• ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora