•Percy // Lanci di fiori

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<<Perchè non la smetti di essere così rigida?>> le disse Rachel, praticamente urlando.
Io, anche se nascosto dietro una colonna, riuscii ad immaginare la faccia di Annabeth. Rachel aveva esattamente fatto quel che io feci al bar due mesi prima: giudicare l'io di Annabeth.
Ed era la cosa più sbagliata che una persona potesse fare, giudicare qualcuno senza conoscerne la vera storia.

<<Rachel, mi dispiace che Percy non ti ricambi, ma le mie scelte ed il mio carattere non sono minimamente cazzi tuoi.>>
Ecco. Annabeth aveva reagito esattamente come avevo immaginato; sto iniziando a conoscere sul serio quella ragazza.
Certo, mi dispiaceva per Rachel. Avevamo iniziato a frequentarci in terza liceo, e da lì siamo sempre rimasti in ottimi rapporti, anche dopo il diploma. Forse, per un brevissimo periodo di tempo, ho avuto una cotta per lei, ma non siamo mai andati oltre. Ed ero sicurissimo, avrei potuto giurarlo sulla mia anima, che non avrei mai potuto provare qualcosa per lei.

Riuscii a sentire dei singhiozzi, probabilmente della rossa.
<<Scusa, Annabeth.>> sussurrò, tra le lacrime. Annabeth le posò una mano sulle spalle, e le diede un fazzoletto per asciugarsi le guance umide.
<<Figurati, per così poco.>> rispose lei, e mi meravigliai nel sentire sarcasmo nella sua voce.
Rachel stava per aprire bocca, quando avvertii una vibrazione nella tasca del mio pantalone. Qualcuno mi stava chiamando mentre stavo spiando due ragazze nel pieno di uno sfogo. Grazie, tempismo, te ne sarò grato a vita.

Adottai l'unica strategia possibile. Prima che Annabeth e Rachel potessero girarsi e scoprire il mio nascondiglio, ne uscii fuori con nonchalance, come se fossi uscito dalla sala per cercare un po' di privacy, ed avessi trovato Rachel ed Annabeth per puro caso.
Nello stesso momento in cui le due ragazze si girarono verso di me, io avvicinai il telefono all'orecchio, senza guardarle.

<<Pronto?>>

<<Perseus Jackson, brutto cornuto!>>

Sbarrai gli occhi. <<Nico! Qualcosa non va?>>

<<Oh, tu dici? Non solo mi hai lasciato solo come un cane, hai anche dimenticato di ricaricare la stufa!>> urlò Nico, costringendomi ad allontanare il telefono dall'orecchio. Capii subito cose stesse dicendo: senza ricarica di pellett, la stufa non so sarebbe accesa, ergo, Nico avrebbe patito il freddo. E per lui, "freddo" indicava sotto i 15•.

<<Oh, scusa! Avevo altri pensieri per la testa... Prendi una coperta dall'armadio di Grover, non so.>>

<<Sei un genio, Perseus, un vero genio. Ho già preso tutte le coperte, i piumoni, e perfino i plaid di Grover, ed indovina? CONTINUO AD AVERE FREDDO!>>

<<Nico, io...>>

<<Me la pagherai, cugino di merda che non sei altro, me la pagherai!>> concluse Nico, attaccandomi il telefono in faccia. Wow, si era davvero arrabbiato. Ancora un po' scombussolato, mi girai verso Annabeth e Rachel, e fui felice di vedere che Rachel sorrideva ed Annabeth a stento tratteneva le risate.

<<Povero Nico.>> commentò Annabeth, scuotendo la testa.
<<Come?! Povero Nico?! La vittima sono io!>> risposi io, fingendo uno tono teatrale e melodrammatico, e poggiandomi una mano sul cuore. La bionda alzò gli occhi al cielo.
<<Beh, tu e Luke siete i cugini più teste-di-cazzo che si potessero avere, quindi credo che lo sfortunato sia proprio lui.>> disse, con un sorriso a trentadue denti strampato in faccia. Vidi Rachel, visibilmente in imbarazzo, tanto che non osava alzare lo sguardo dal fazzoletto, ora in brandelli.

Mi sentivo terribilmente in colpa per aver alimentato, negli anni passati, i suoi sogni su un "noi". Fu orribile vedere una delle mie più care amiche piangere per me, letteralmente. E la cosa più brutta, sapete qual era? Non poter fare nulla. Perchè, oramai, il mio cuore era già occupato. E probabilmente quel posto non si sarebbe mai svuotato.

Percabeth•{Amnesia}• ITAWhere stories live. Discover now