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BLAINE

Come di routin, mi ritrovo per le fredde strade di New York, tenendo fra le mani un bicchiere di latte scremato bollente, l'unica cosa che dà un po' di calore al mio corpo, probabilmente. La città è sempre così caotica che muoversi a piedi mi è sempre sembrata la scelta migliore, anche se è spesso faticoso qui, sia per le dimensioni della città, sia per le persone che non si accorgono della tua esistenza, travolgendoti come farebbe un uragano. A parte queste piccolezze, però, amo New York in tutto il suo splendore. Da quando vivo qui ho imparato ad apprezzare di più questo suo fascino da grande metropoli. Lima non era esattamente così. Era decisamente più piccola e più tranquilla. Sempre le solite giornate, le solite persone, i soliti posti. Mai nulla di nuovo, tutto sempre così scontato e ordinario. Tutt'altro che New York.
Solo quando vedo l'enorme pianta rampicante della Signora Hazel mi accorgo di aver superato il mio appartamento di circa un isolato. Ultimamente sono così distratto. Tiro fuori dalla giacca un mazzo di chiavi che però non è il mio.

《Blaine.》Una voce quasi scocciata mi fa sobbalzare dallo spavento. È Kurt, mio marito, seduto sugli scalini davanti casa.

《Amore mio, che ci fai qui fuori?》Chiedo appena un po' sorpreso dal vederlo lì. Senza rispondere mi fa un cenno con il capo, e mi accorgo che il mazzo di chiavi che ho in mano è il suo. 《Ah...perché non mi hai chiamato?》Continua a guardarmi, ma non capisco fin quando non faccio scivolare una mano all'interno delle mie tasche e mi accorgo di non avere il cellulare.

《Dai, apri quella porta, sto gelando.》Obbedisco, ma quando infilo la chiave nella serratura non entra. 《Cosa c'è ora?》Chiede prendendomi le chiavi dalle mani. Gira la chiave dal verso opposto e questa volta la porta si apre. Per un momento ho pensato che sarebbe andata come l'ultima volta: dovetti arrampicarmi su un albero nelle vicinanze ed entrare dalla finestra come un ladro. Per poco non mi ammazzavo. 《Proprio oggi dovevi dimenticarti il cellulare?》La voce soave di Kurt mi distoglie dai miei pensieri.

《Lo so, scusami. Sei stato fuori per molto?》

《Dalle otto di stamattina. Da quando sei uscito, praticamente.》Guardo l'orologio, sono le dieci. 《Sono uscito per comprare il Vogue Magazine all'edicola sotto casa e quando sono tornato mi sono reso conto che le chiavi non erano nella tasca del cappotto.》Si leva la giacca e la posa sull'attaccapanni.

《Mi dispiace.》Mi scuso porgendogli il bicchiere. 《Comunque ti ho preso del latte macchiato.》Gli sorrido. 《Scremato, come piace a te. Ah, ed è ancora caldo.》Vedo un sorriso formarsi sul suo volto pallido, leggermente colorato dalle sue guance rosee e ci sediamo l'uno di fronte all'altro.

《Grazie.》I suoi occhi azzurri mi guardano con dolcezza e io ricambio il sorriso.

《Che c'è?》Chiedo poi, notando il suo sguardo insistente.

《Non ti avevo chiamato per le chiavi. Non solo, almeno.》Continua a guardarmi con quell'espressione.

《E allora perché?》Non ricevo alcuna risposta. Sembra felice, ma non posso fare a meno di preoccuparmi un po'. 《Kurt, è successo qualcosa?》

《No, cioè sì, ma calmati Blaine.》Abbozza una risata. È divertito dalla mia agitazione? Sul serio? 《Ti assicuro che non è morto nessuno.》Continua poi con quel suo tono ironico.

《È solo che...non so...mi fai preoccupare.》Alzo gli occhi al cielo.

《Tu sei sparito per ore senza neanche avvisare e io non ho detto niente.》Alza le spalle e anche se il suo tono è calmo e lascia trasparire indifferenza da tutti i pori, è chiaro che sotto sotto è un po' infastidito.

《Scusa, hai ragione, avrei dovuto dirtelo. Sono solo andato in centro per fare una passeggiata e sai bene che a piedi ci vuole un po' di tempo.》Si limita ad annuire. 《Tu che hai fatto? Oltre a stare sui gradini, ovviamente.》

It's cold outside || Klaine Where stories live. Discover now