Quarrel.

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KURT

《Ma sei diventata matta?》La mia voce rimbomba per tutto il lungo corridoio della scuola elementare di mia figlia. 《N-non capisco. Davvero, Haylie.》Mi passo una mano sulla fronte mentre cammino avanti e indietro davanti a lei che ne sta seduta sulla panca appena fuori dalla presidenza.

《Era solo un scherzo.》Si giustifica.

《Non si lanciano gli zaini delle compagne di classe dalla finestra del secondo piano per scherzo.》La rimprovero. 《Ma cosa diavolo ti ho insegnato in tutti questi anni?》

《Ma papà, avevamo litigato.》Piagnucola.

《E sbaglio o ti ho insegnato che si risolve tutto con il dialogo?》Abbassa lo sguardo. 《Se litigo con tuo padre gli lancio la ventiquattrore giù dalla finestra? Uno di noi l'ha mai fatto?》Scuote la testa, ma i suoi occhi non incontrano i miei.

《Ero arrabbiata.》Scrolla le spalle. 《Lo so che è sbagliato, ma non potevo farci niente.》

《E invece sì. Potevi calmarti e chiarire discutendo, come le persone normali.》

《Papà B dice che normale è noioso.》Si difende. Ancora.

《Be', non in questi casi. Vuoi differenziarti come la ragazzina pazza che lancia oggetti a caso dalle finestre?》Scuote nuovamente la testa, apparentemente pentita. 《Chiederai scusa a Claire?》

《Assolutamente no.》Mi guarda sdegnata.

《Haylie!》La rimprovero.

《Ha iniziato lei. Se l'è cercata.》Respiro profondamente prima di risponderle e spiegarle per l'ennesima volta quello che sto cercando di farle capire da forse troppo tempo.

《Lei non ha lanciato nessuna delle tue cose dalla finestra, però.》

《Sì, ma mi ha detto che sono grassa e che Jimmy McGregor non sarà mai il mio fidanzato.》Quasi le rido in faccia.

《Haylie.》Respiro. 《Tu ricordi che prendi vitamine ogni giorno perché sei sotto peso, vero? E ricordi di avere soltanto otto anni e di non avere il consenso di...fidanzarti?》Alza gli occhi al cielo e incrocia le braccia.

《Il preside è pronto a ricevervi.》Ci avvisa una segretaria bassa, con gli occhiali e i capelli ricci leggermente arruffati. La ringrazio e prendo Haylie per mano, entrando nell'ufficio. È ampio e pieno di quadri, riconoscimenti e foto di famiglia. Poi sposto lo sguardo sul preside che avrà almeno sessant'anni, ma non si noterebbe poi tanto se non fosse per i capelli quasi completamente bianchi.

《Buongiorno,》Prendiamo posto sulle sedie di fronte a lui. 《sono assolutamente desolato per il comportamento di mia figlia, non so come possa aver pensato di fare una cosa del genere, ma è davvero pentita, non succederà più.》

《Non è vero.》Controbatte e la guardo con gli occhi spalancati. 《Non sono affatto pentita. Lei mi ha insultata e se l'è meritato.》

《Ah sì, signorina?》Chiede il preside...Clark, stando a quello che dice la targa sulla scrivania. Joseph Clark. 《Lo sai che rischi la sospensione?》

《Certo che lo sa, solo che non capisce la gravità della cosa.》Intervengo, zittendola giusto in tempo.

《Posso capire, è una bambina, e in fondo non ha...come dire...precedenti, quindi per questa volta credo che possiamo passarci sopra, ma non garantisco in caso dovesse verificarsene una prossima.》

《Non si verificherà, gliel'assicuro.》Rispondo di rimando, solo per evitare che qualcuno mi preceda.

《Lo spero. Grazie per essere venuto, buona giornata.》Ci congeda. Tutto qui? Ho lasciato Rachel al supermercato per la fretta e mi manda via così, dopo due minuti di conversazione? Lo saluto a mia volta, senza aggiungere altro ed usciamo entrambi dalla'ufficio.

《Il signor Hummel-Anderson?》Una donna incinta con una maglietta viola e dei jeans che saranno stati di moda cinquant'anni fa richiama la mia attenzione.

《Sì?》Rispondo semplicemente in attesa di spiegazioni.

《Sono Ethel Olson, la madre di Claire.》Mi porge la mano e la stringo. Oh Cristo Santo, ci mancava lei.

《Kurt.》Accenno un sorriso.

《Sua figlia agisce sempre in questo modo?》Dice con aria sprezzante.

《No, e non l'avrebbe fatto neanche oggi se sua figlia non fosse stata così sgarbata da insultarla.》Prendo mia figlia per mano. 《Andiamo.》Le dico ed iniziamo a camminare verso l'uscita. 《Arrivederci, signora Olsen.》Prendo le scale, e la sento bofonchiare qualcosa alle mie spalle, anche se non capisco cosa e onestamente neanche mi interessa.

《Kurt!》Blaine viene verso di noi, salendo le scale di corsa. 《Che diavolo è successo?》Dice con il fiatone, prima di girarsi ed iniziare a scendere insieme a noi.

《Claire mi ha insultata.》Accusa.

《Che? E cosa ti ha detto?》Fa per tornare sopra ma io lo fermo.

《Una cavolata, Blaine, e lei le ha lanciato lo zaino dalla finestra.》

《Cosa?》Sbarra gli occhi mentre lasciamo la scuola. 《Ma come ti è saltato in mente?》Gesticola freneticamente.

《Si è anche rifiutata di chiedere scusa.》Lo metto al corrente. 《Perché se l'è meritato.》Cito.

《Dai, Haylie.》Si piega alla sua altezza. 《È tutto vero?》Lei annuisce, con la testa bassa.

《Dovrei andare a prendere Rachel al supermercato. Posso lasciarla con te?》Chiedo, leggendo il suo sms sul cellulare. Blaine annuisce. 《Okay, allora ci vediamo a casa.》Passo una mano fra i capelli di mio marito e lo bacio. 《Comportati bene.》Punto poi il dito verso Haylie e mi dirigo verso la macchina. Per fortuna non c'è molto traffico e ci metto solo mezz'ora ad arrivare. Solo. A Lima era impensabile impiegare così tanto per un tragitto così breve.

《Grazie per avermi abbandonata al supermercato.》Ironizza appena entra in macchina. 《Che ha combinato?》Metto in moto.

《Ha lanciato lo zaino di una compagna dalla finestra.》Alzo gli occhi al cielo.

《E perché?》Non la guardo, ma riesco persino ad avvertire l'espressione stupita che ha sul viso.

《Hanno litigato e l'ha insultata.》Spiego brevemente. 《E ora cosa dovrei fare? Metterla in castigo?》

《No, se l'è meritato.》Mi distraggo un attimo per guardarla sconcertato.

《Cristo, Rachel, parli come lei!》Scuoto la testa riportando l'attenzione sulla strada. 《E ha otto anni.》

《Oh, dai, tu cosa avresti fatto?》Chiede, con fare ovvio.

《Ehm...niente?》Scrollo le spalle. 《Non sono mai stato molto sensibile agli insulti, lo sai.》

《Sì, però è una cosa fastidiosa, io avrei fatto lo stesso.》

《Questo non dirlo a lei.》Le raccomando. Entro nel suo vialetto e fermo la macchina.

《Va bene.》Apre lo sportello. 《Ti chiamo dopo.》Annuisco mentre scende dall'auto e mi preparo a tornare al caos che mi aspetta a casa.

It's cold outside || Klaine Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora