Something wrong.

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KURT

《Guarda questa, Rachel!》Richiamo l'attenzione della mia migliore amica su una tutina rosa. Ormai è incinta da ben sei mesi e il suo pancione inizia ad essere davvero ingombrante. È già ufficiale, sarà una femminuccia. Io e Blaine non avevamo preferenze, quindi siamo stati contenti come lo saremmo stati per un maschietto. L'unica cosa che vogliamo è una famiglia.

《È deliziosa, ma che ne dici di questa, invece?》Verde? Diciamo che il cattivo gusto del liceo non la abbandonerà mai.

《Davvero carina, ma dovremmo dare un'occhiata alle culle.》La rimette a posto per fortuna ed entriamo nel reparto a fianco. 《Voglio che ci sia il baldacchino e che sia rosa e panna, in tono con la sua cameretta.》Metto in chiaro.

《Quella?》Quante probabilità c'erano che trovassi una culla che corrispondesse esattamente a quella che avevo immaginato? Una su mille? Vuol dire che sono fortunato, allora. 《Esattamente, vai Rachel.》Mi avvio verso quella perfezione trascinandomi la mia amica, quando ovviamente qualcun'altro la raggiunge insieme a noi. 《Senta, le conviene togliere le sue manacce da questa culla, perché è nostra.》

《Kurt Hummel e Rachel Berry?》Sorride poi il ragazzo della coppia. Ecco un altro fanatico di Broadway. 《Allora è vero che stai portando in grembo il loro bambino?》

《Sì, ed è una bambina e questa è la sua culla.》Sorrido a mia volta, ma è fin troppo chiaro che è forzato.

《Fareste una foto con me e mia moglie?》Ma c'è o ci fa?

《Certo!》Sorride Rachel cordiale come sempre. Ci mettiamo tutti in posa davanti alla culla di Liza e il tipo scatta una maledetta foto.

《Siamo a posto?》Chiedo allora.

《E Blaine dov'è?》Insiste il ragazzo.

《Sta facendo le prove per un imminente musical. Rachel, chiama la commessa!》Fa come le dico ed io resto qui, in balia di queste persone.

《Non avevate preso una pausa per prendervi cura del bambino?》

《Sì, ma mio marito aveva già preso accordi con una compagnia di Broadway e fra due settimane ci sarà lo spettacolo. Farà le repliche che riuscirà a fare fino alla nascita di Liza, dopo di ché anche lui sarà in pausa. Spero di aver chiarito i tuoi dubbi.》Appena finisco di parlare mi giro in cerca di Rachel, ma di lei nessuna traccia.

《Liza? La chiamerete così?》Ma quando imparerà a farsi gli affari suoi?

《No, non si chiamerà Liza, è solo uno dei probabili nomi.》Intanto non tolgo per un solo istante le mani dalla culla.

《Anche la nostra è una femminuccia, vorremmo chiamarla Rachel.》Sorride entusiasta.

《Tu vorresti chiamarla in quel modo》Finalmente sua moglie parla e la sua voce è dolce, scommetto che sarà un asso a cantare ninna nanne per la sua bambina. 《ma si chiamerà Anne.》

《Kurt!》Finalmente Rachel torna insieme alla commessa.

《Bene, vorremmo acquistare questa culla, per favore.》Spiego cordialmente.

《Si, anche noi.》Parla quel puffo. È davvero basso, ora che ci faccio caso.

《Mi dispiace, ma questa è l'ultima rimasta, non ne abbiamo altre in deposito.》Risponde la commessa con fare spiacente.

《Senta...》Mi fermo a leggere il nome sulla sua targhetta. 《Maisie, questa culla deve essere mia.》

《Senti amico, a mia moglie piace davvero tanto.》Si intromette il nano pieno di forfora.

《Allora gliene farai vedere di più belle.》Rispondo secco.

《Non se ne parla.》Incrocia le braccia al petto e proprio mentre sto per rispondergli mi squilla il cellulare, è Blaine. Rifiuto la chiamata, lo richiamerò per dirgli che ho comprato la culla.

《Cosa vuoi? Un assegno? Un abbonamento per il teatro? Non mi importa, ti darò quello che vuoi, ma lasciami la culla.》Cerco di restare calmo, ma non mi riesce bene di solito. Blaine mi richiama, ma riattacco di nuovo.

《Sei uno stronzo.》E meno male che pensavo che questa donna avesse una voce dolce.

《Ci ho provato. Quanto le devo? Offro il doppio di qualsiasi cifra.》Mi rivolgo a Maisie che è ovviamente tra due fuochi. Blaine mi richiama e stavolta rispondo: 《Non posso parlare ora, Blaine.》

《Il signor Kurt Hummel-Anderson?》È una voce che non conosco e il mio cuore inizia a battere velocemente.

《Sì?》La mia voce si spezza, ma non mi importa e aspetto con impazienza una risposta.

《La chiamo dal Presbyterian - Allen Hospital, suo marito ha avuto un incidente durante le prove generali, in teatro. Nulla di grave comunque.》Precisa l'uomo ma non riesco ancora a realizzare cosa stia succedendo.  《Sto...sto arrivando.》Trascino un po' le parole, poi riattacco. 《R-Rachel pensa tu alla culla, devo...devo proprio andare.》Le lascio la mia carta di credito ed esco di fretta dal negozio. Una ventata di aria gelida mi arriva dritto al petto mozzandomi il fiato, ma continuo a camminare. Nulla di grave, ha detto. Ma allora perché non è stato lui a chiamarmi? Basta, devo cercare di stare tranquillo. Non serve a nulla lasciarsi prendere dal panico. Prendo la metropolitana per cercare di evitare il traffico e per fortuna Broadway non è molto lontana da qui. Arrivo nel giro di cinque o dieci minuti, e percorro la breve strada che mi resta a passo svelto. Vedo l'ospedale e prendo un respiro profondo. Poi entro.
L'odore forte del disinfettante mi pervade le narici e guardandomi intorno vedo un sacco di persone che si cimentano in un frenetico viavai in quei corridoi lunghi e asettici. Mi avvicino ad un bancone, dietro il quale siede un'infermiera piuttosto alta, con i capelli biondi che le cadono sulle spalle.

《Chiedo scusa, Blaine Hummel-Anderson?》Chiedo con un fil di voce.

《Un attimo...》Controlla minuziosamente l'elenco sul suo computer. 《Terzo piano, terza stanza a destra.》Mi sorride ed io ricambio in maniera quasi impercettibile. Poi mi volto e cammino fino all'ascensore, premo il tasto e si apre subito, entro e spingo il numero 3, le porte si chiudono ed io respiro profondamente. Cerco di restare calmo, anche se dentro sto scoppiando.

It's cold outside || Klaine Where stories live. Discover now