Unpleasant meetings.

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KURT

《Okay, buona giornata. Ah, e ricorda di tornare entro le quattro perché io ho le prove a quell'ora ed Haylie deve andare a scuola di canto. Alle sei a scuola di recitazione, mi raccomando!》Saluto mio marito dandogli un bacio.

《Tranquillo, credo di tornare per pranzo, ti faccio sapere. Ti amo.》Mi dà un altro bacio e si avvicina alla porta.

《Ti amo.》Rispondo di rimando e lui mi sorride prima di uscire e chiudersi la porta alle spalle.

《Haylie!》Chiamo mia figlia a gran voce mentre giro un pancake.

《Dimmi, papà.》La mia dolce bambina di appena otto anni mi raggiunge raggiante in cucina. Ha già da un po' imparato a vestirsi da sola, e indossa dei jeans scuri e una t-shirt bianca con delle farfalline viola e delle converse anch'esse bianche. Sono così orgoglioso di lei.

《Buone notizie, oggi niente scuola.》Le si illuminano gli occhi. Anche i bambini delle elementari odiano la scuola? 《Andiamo a comprare vestiti, scarpette, fasce, retine e tutto quello che ti serve per il saggio di danza. Zia Rachel viene con noi.》

《Zia Rachel? Si!》Esulta felice.

《Oh, e ti ho fatto i pancake.》Le sorrido. Mi piace vederla così felice, ha quell'espressione tenera che mi ricorda Blaine.

《Questo è il giorno più bello della mia vita.》Corre verso di me e mi abbraccia. Io abbozzo una risata e la stringo a me. Intanto con l'altra mano metto due pancake in un piatto e inizio a cospargerli di crema al cioccolato, quando bussano alla porta.

《Dev'essere la zia, vai ad aprire?》Lei annuisce e corre verso la porta. Stranamente non sento schiamazzi, urla e risolini, così raggiungo mia figlia alla porta. 《Tutto bene, Haylie?》Chiedo poi, notando il suo sguardo confuso, poi mi avvicino a lei e lo vedo: Sebastian. La mia bocca prende la forma di una o e credo che i miei occhi siano più spalancati del previsto.

《Hey, Kurt.》Ghigna. Il suo maledetto mezzo-sorriso mi dà ai nervi anche dopo tutti questi anni. 《Non si salutano i vecchi amici?》

《Vecchi amici? Non ricordo un momento in cui io e te siamo stati amici. Perché sei a casa mia?》Mi poggio sullo stipite della porta e lo squadro dalla testa ai piedi. Jeans stretti, converse nere e camicia in flanella. C'è davvero qualcuno che indossa ancora camicie in flanella? Non posso crederci. Dovrebbe esserci la pena di morte per questa gente. Per Sebastian.

《Ero di passaggio a New York e ho incontrato Jesse. Jesse St.James dei Vocal Adrenaline, ricordi? Bene, ci siamo messi a parlare del più e del meno, poi ho tirato in ballo Blaine, conosci Blaine, vero?》Chiede con tanta arroganza che mi viene voglia di sputargli in entrambi gli occhi e poi prenderlo a pugni fino a fargli staccare la mandibola dal resto del cranio. 《Un mio amico Usignolo, e mi ha detto che era ancora in contatto con lui, così ho pensato di fargli visita ed è stato così gentile da darmi il suo indirizzo. Il resto lo conosci.》Chiudo gli occhi per qualche secondo, prendo un bel respiro profodo e poi li riapro, ritrovandomi, mio malgrado, una mangusta davanti. 《Tu che ci fai qui? E lei chi è?》Fa per accarezzare il viso ad Haylie ma gli blocco la zampa.

《Giù le manacce da mia figlia.》Dico mantenendo parzialmente la calma. 《Piuttosto》Continuo. 《 tu che ci fai qui? Vuoi danneggiare l'altra retina di Blaine? È per questo che lo cerchi?》Questa volta sono io a ghignare.

《Mmh, no. Pensavo di riprendere...i vecchi rapporti.》Mi irrigidisco e so che ha capito di avermi colpito e affondato.

《Noi stavamo appunto per uscire, passa tra due, dieci, cinquant'anni o magari facci un favore, non farti vedere più da queste parti.》Cerco di chiudere la porta ma la blocca con la mano.

《Heylà.》Rachel spunta alle spalle di Sebastian. Lo scruta con attenzione, poi lo riconosce. 《Sebastian?》Chiede incredula, poi gli sorride. 《Ciao, come stai?》Non ci posso credere. Non ci voglio credere. Mi giro verso mia figlia che sposta lo sguardo fra noi tre chiaramente confusa.

《Vai in camera tua.》Le sussurro sorridendo.

《Chi è?》Chiede con lo stesso tono.

《Un idiota.》Dico senza mezzi termini. 《Ma non ti preoccupare, va' a giocare o ad esercitarti in qualcosa, non so...piano?》Annuisce e senza troppe storie va al piano di sopra. 《Rachel.》La richiamo, freddo. 《Smettila di parlare con lui. Sebastian, non so cosa tu voglia da me o da mio marito ma ti assicuro che non ci interessa, puoi benissimo girare i tacchi e andartene.》

《Tuo marito?》Sbuffa una risata. 《Ti ha sposato? Dio mio...》Si porta una mano alla fronte.

《E sentiamo, chi avrebbe dovuto sposare? Una mangusta come te?》Dico con fare provocatorio.

《Mangusta?》Scoppia a ridere. 《Ancora questo soprannome? Non ci posso credere.》Continua a ridere e lo guardo serio, finché non prende fiato e continua. 《Ad ogni modo, perché no?》Ghigna il bastardo. Rachel mi guarda preoccupata, sa benissimo quanto sono geloso di mio marito, e anche se vorrei tanto strangolarlo, non mi abbasso ai suoi livelli.

《Bene, hai intenzione di trattenerti sul mio portico ancora per molto?》Sorrido falso.

《Quando torna Blaine?》

《Non sono affari tuoi.》Rispondo secco. 《Rachel, entri?》Annuisce e mi raggiunge dentro. 《Ciao Sebastian, grazie della tua visita, per quanto indesiderata, spero di non rivederti più. Almeno nei pressi di casa mia.》Gli sbatto la porta in faccia, e lo sento bofonchiare qualcosa, ma non ci faccio molto caso. Poi mi affaccio alla finestra e lo vedo andare via nella sua Ford Edge bianca. Che se ne torni in Ohio a fare qualsiasi cosa facesse lì. Continuo a guardarlo per assicurarmi che vada effettivamente via, e quando mette in moto, si gira verso di me e mima qualcosa con le labbra che somiglia tanto a non finisce qui.

It's cold outside || Klaine Where stories live. Discover now