Tristi ricordi

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Sono passati tre giorni da quando sono andata a trovare Eric, non essendo riuscita ad uscire di casa per via dei miei genitori. Diamine ho 21 anni e ancora in punizione!.

Comunque ci eravamo scambiati i numeri riuscendo a sentirci ogni qual volta ne sentivamo l'esigenza. 

L'accademia diventa giorno dopo giorno sempre più dura e le ore a creare li dentro sempre più lunghe, per fortuna ci pensano le mie amiche a tirarmi su il morale dopo tutto quello che era accaduto, visto che il mio umore influenza  negativamente anche le mie creazioni.

Appena arrivata le mie amiche mi avvolgono in un caloroso abbraccio.

- hey Sophie, come stai?- mi domanda Clarissa,

-in famiglia come al solito, ma con Eric mi ci sento spesso e sto scoprendo un lato tenero che non conoscevo ancora-.

-ragazze ho una notizia che vi entusiasmerà sicuramente: tra due giorni partirete per la settimana della moda a Milano!- , esclama il nostro professore appena entrato in aula.

-AHHHHHH MERAVIGLIOSO!- urlo finalmente felice, avrei potuto staccare la spina e non vedere i miei genitori almeno per un po', e.... Eric? Proprio ora che  sta cominciando ad andare tutto bene!.

Iniziamo a lavorare per prepararci all'evento più importante, dovendo creare qualche abito da giorno per la stilista italiana Gattinoni. Gentilmente lei si era proposta di far sfilare gli abiti migliori, permettendo di iniziare a farci conoscere nel mondo della moda. Per noi è una grande occasione, non possiamo sbagliare, quindi iniziamo a lavorare velocemente e costantemente mentre le ore passano.

Sono le 20 e sono finalmente soddisfatta del  lavoro ormai ultimato, saluto le mie amiche che rimangono ancora per un po', quando mi trovo davanti ai cancelli dell'accademia per uscire...

-ma quanto ci hai messo? lo sai da quanto sono qui ad aspettarti?!?, dalle 18!- ride 

-ERIC?- urlo entusiasta di vederlo, - cosa ci fai qui?-,

-ma come? sono venuto a prenderti, dai sali in macchina senza fare storie come al tuo solito eh!- .

Non me lo faccio ripetere due volte che salgo subito dentro, non c'ero mai entrata prima, la radio passa mirrors  di Timberlake, adoro questa canzone, neanche il tempo di pensarlo che Eric inizia a intonare qualche nota, mi giro e lo guardo stupita, ha proprio una bella voce!.

Durante il tragitto mi tiene dolcemente la mano, posso sentire il suo profumo mescolarsi al mio, ogni tanto si distrae dalla strada e mi guarda sorridendo, cavolo, posso anche morire felice ora!.

-Sei bellissima questa sera, anche se.. non trovi che la gonna sia un po' troppo corta?!?- ,

guardandomi rispondo - no, sei forse geloso?- 

- io? ma ti pare,  si vede che non mi conosci ancora bene -

-Sarà!- lascio andare cosi la cosa , devo dire che mi ha piacevolmente sorpresa questo suo lato protettivo.

La macchina improvvisamente accosta ...

-Tu sei solo mia!!- 

e le nostre labbra sono sempre più vicine fino a che stringendomi forte mi bacia , mettendo la sua mano tra i miei capelli mi sento avvolgere da quel profumo sempre più intenso .

- ci stiamo ancora frequentando, tecnicamente non sarei ancora di nessuno!- dico quasi per prendermi gioco di lui,

- da quando sei diventata così stronza?!?-

-ho imparato dal migliore...-.

Così si imbrunisce e rimette in moto, durante il tragitto rimaniamo in silenzio.

Ci fermiamo, credo siamo arrivati, guardo l'orologio che segna le nove di sera. Perdincibacco! gia le nove?, faccio per uscire quando magicamente Eric spunta al fianco della mia portiera aprendola, - grazie!- e lui mi risponde con un dolce sorriso.

-dove siamo?- gli faccio,

- nella casa sul lago che mi hanno lasciato i miei...- improvvisamente il suo volto si rattrista e io mi sento in colpa per il piccolo battibecco avuto prima.

-entriamo dentro- mi dice.

E' una bella casa, immersa nel verde e fatta completamente in legno , è modesta si, ma calda e accogliente.

-hai fame?- mi domanda amorevolmente 

-si , un po' - gli sorrido.

Si mette subito ai fornelli mentre io  incomincio ad apparecchiare la tavola ,chiedendo ogni volta dove fossero le cose. C'è molto silenzio , non resisto più , devo chiedergli cos'ha...

-Mi dispiace per prima , non volevo davvero - dico  dispiaciuta ,

-io tengo davvero a te Sophie , non ti avrei mai portato qui altrimenti  , è un luogo importante per me , sai i miei genitori sono morti nell'attentato alle torri gemelle , avevo solo 13 anni , erano li per lavoro mi sarei dovuto trasferire a breve anche io . Ricordo ancora le urla di mia nonna quando apprese la notizia prima in tv e poi la conferma della loro morte al telefono ,  non capivo , non volevo capire , non poteva essere vero , ci ho messo tanto tempo per superare quel trauma e non sono convinto di averlo ancora fatto , è per questo che non riesco ad aprirmi totalmente alle persone , risultando freddo ai loro occhi -  fa una leggera pausa mentre il suo viso viene rigato da due grandi lacrime .

-oh mio Dio , è stato terribile !- quasi mi pento di aver causato tutto questo .

-Mi dispiace di essermi comportato così male con te , ma dal primo momento che ci siamo scontrati ho provato una strana sensazione e avevo paura , paura di essere di nuovo felice . Ogni volta che mi guardi , mi sfiori , mi baci il mio stomaco si chiude e il mio cuore batte come se stesse per esplodere da un momento all'altro . E' una sensazione nuova per me e mi spaventa perchè in realtà non so niente di te -

-Non devi aver paura di me  Eric , fidati perchè io mi fido di te . E' strano calcolando che so pochissimo di te, il tuo cognome l'ho saputo pochi giorni fa e per il resto ... non so nulla  , neanche quanti anni hai - 

Lui con un sorriso che gli fa brillare gli occhi si avvicina e delicatamente mi bacia , 

- 25 , ne ho 25 - risponde sorridendomi dopo avermi baciata e riprende così a cucinare.

Finita la cena ci sediamo davanti al caminetto che illumina la stanza , lui prendendomi per i fianchi mi trascina facendomi appogiare la schiena sul suo petto . Mi accarezza i capelli e prendendomi il mento con la mano mi avvicina al suo viso stampandomi un puro bacio.

-Ah mi sono dimenticata di dirti una cosa - sussurro al suo orecchio .

-Cosa? - domanda incuriosito, guardandomi negli occhi ,

-Sono già pazza di te e mi basta questo per essere felice -.

La ragazza della Tour EiffelWhere stories live. Discover now